L’Economia Italiana non cresce perché siamo sempre più vecchi

Vengono ribaltate, nel giro di pochi mesi le previsioni sulla crescita economica italiana. O meglio: l’economia italiana non crescerà ed il risultato del 2014 c’è stata una decrescita dello -0,1% del PIL, quindi si parla di recessione.

Update Gennaio 2017: la recessione è finta nel 2016, l’economia italiana ha riiniziato a crescere, però in modo molto modesto, il PIL infatti sta crescendo al di sotto dell’1% e anche per il 2017 è previsto che cresca non più del 1% all’anno, quindi più che altro stiamo in una fase di stagnazione dell’economia, ma le cause rimangono sempre quelle di cui parliamo più avanti.
Il Governo Renzi sta quindi mettendo in pratica quello che Grillo va predicando da anni: la decrescita economica.
E’ un bene, é un male?
Sicuramente sul piano del lavoro è un vero e proprio disastro, i numeri  sono così deprimenti che nemmeno vogliamo ricordarli, ma invece vogliamo ricordare il numero più odioso di tutti in ambito lavorativo, cioè che ormai quasi il 50% dei giovani italiani è senza un lavoro, in pratica la Nostra economia e le nostre politiche e lo stato delle cose in generale, cioè l’andamento dell’economia globale a cui Noi siamo legati,  hanno condannato un’intera generazione.

L'Economia Italiana non cresce perché si
L’Economia Italiana non cresce perché si

Perché l’economia italiana non cresce?

  • Ci sono diversi importanti fattori che influenzano negativamente la nostra economia, ma secondo Noi, – come abbiamo più volte accennato –  quello che più incide in maniera negativa è quello dell’età della popolazione.
  • Le politiche demografiche in Italia non si affrontano più da anni, ma ormai i dati parlano chiaro: i cittadini italiani fanno sempre meno figli, e se non fosse per ‘gli stranieri’ a quest’ora saremmo ancora più un paese di vecchi.
  • Dal 2009 al 2012 sono nati 42 mila bambini in meno in Italia, ma come accennavamo prima è il numero dei bambini in meno nati da coppie di italiani che impressiona: – 54 mila bambini da coppia di genitori italiana.
  • Abbassare le pensioni per far ripartire l’economia
  • Non fare più figli, significa non investire più nel futuro: non fare mutui per la casa ( vero motore della finanza), non fare le rate per una nuova macchina o per gli studi dei figli o per i loro divertimenti.
  • I baby boomers degli anni ’60 e ’70 stanno arrivando a riempire gli uffici postali quando si riscuote la pensione, un esercito di persone nate quando la crescita della Nostra economia era al massimo, uno sviluppo demografico senza controllo che ora paghiamo in modo significativo.

Le previsioni sull’età della popolazione ci dicono che questa tendenza é in aumento:

“Attualmente con poco più di 60 milioni di residenti (quarto Paese per importanza demografica in Europa) e 148,6 anziani ogni 100 giovani.  L’età media di un italiano passerà dai 40 anni nel Duemila a  50 anni nel 2030.  La popolazione residente sarà di 61.675.323 persone, di cui 8.932.755 stranieri.” [fonte]

Immigrati indispensabili alla Nostra economia, se vogliamo crescere:

  • Con queste cifre, si capisce bene che il fenomeno immigrazione, nonostante stimoli i Nostri sentimenti più negativi come quelli della paura del diverso, xenofobia e razzismo, sia indispensabile alla Nostra economia. Gli immigrati ( regolari o clandestini) che arrivano in Italia hanno un’età media molto inferiore all’età media dei residenti in Italia. La carne fresca che arriva dall’Africa e dal medio oriente, serve ad alimentare gli ingranaggi di un’economia europea ormai talmente vecchia che fa la ruggine ( anche altri paesi europei hanno i Nostri problemi di invecchiamento della popolazione). Persone pronte ad essere sfruttate in qualsiasi lavoro che gli italiani guardano con ritrosia. Quanti italiani sono disposti a vendere merce contraffatta in spiaggia? Quanti italiani ci sono a pulire i vetri ai margini delle strade? Quanti italiani raccolgono pomodori, tabacco e frutta per pochi euro all’ora? Quanti italiani sono disposti a mettersi in gioco nell’economia in nero e a volte nel crimine? Tutta questa manovalanza poi , anche se non paga le tasse, spende i propri soldi in Italia, si paga da mangiare, da bere, da dormire, da vestire e quindi indirettamente aiuta la Nostra economia anche chi lavora in nero, per non parlare della maggior parte degli immigrati, i quali lavorano regolarmente.
  • Certo sono considerazioni molto crude, ma questa è la realtà, e tutte le altre considerazioni sugli immigrati che riempono i quotidiani italiani, non sono altro che speculazioni politiche, propaganda che alimentano la xenofobia ( se fatte dalla destra) o che servono ad alimentare il buonismo ( se fatte dalla sinistra) .

7 commenti

  1. Attiene l'articolo: Immigrati indispensabili alla Nostra economia, se vogliamo crescere:
    Ci riprovo… Forse non è stato pubblicato per motivi tecnici di identificazione.

    In questo articolo mi sembra capire si propagandi lo sfruttamento del lavoro! Si parla di "carne fresca che arriva dall'Africa" che è possibile sfruttare a pochi euro l'ora, anche in nero… e si sottintende la "svogliatezza" degli italiani ad accettare queste condizioni!
    Si porta allo stesso livello l'immigrato regolare e quello clandestino tanto servono all'economia: puliscono i vetri delle auto ai semafori cosa che è, e resta, un reato!
    Si spaccano la schiena a raccogliere i pomodori per pochi spiccioli al giorno che però, guarda un po', poi spendono per pagare i "caporali", mandare qualcosa ai loro parenti e, quel poco che resta, per mangiare.
    La nostra economia non guadagna nulla da loro… Si arricchisce solo la criminalità!
    Sono vittime di uno sfruttamento vergognoso! Va bene l'immigrato purché REGOLARE, con un lavoro retribuito al pari di un italiano e con i medesimi diritti sindacali.

    1. Nessuno qui vuole fare apologie di nessun reato, nè dello sfruttamento del lavoro nero, nè di quello criminoso.

      Stiamo solo descrivendo quello che è una realtà.

      Del cosiddetto LAVORO NERO non si arricchisce solo la criminalità, come Lei dice, innznaitutto si arricchisce chi lavora, poi colui che offre il lavoro ( che non è detta che sia legato alla criminalità, perchè?). Poi, se lei cerca nel blog anche la comunità europea ha detto che quando si calcola il PIL bisogna calcolare anche l'apporto economico del lavoro nero, intesto anche quello criminale.
      I soldi sono soldi e non c'è scritto da dove provengono.
      Ripetiamo: sarebbe bello che tutti lavorassero regolarmente, ma la realtà è un'altra cosa.

  2. Gentile Massy Biagio,
    non sono contrario al lavoro nero perché ben capisco che anch'esso è un motore importante dell'economia.
    Sono contrario allo sfruttamento del lavoro nero… particolarmente a danno di chi ha la pelle molto scura!
    Per quanto riguarda l'arricchimento criminoso non mi riferisco, certo, al datore di lavoro "normale" ma a quelli che sfruttano, con pochi euro al giorno, il lavoro di disperati! Una retribuzione adeguata, anche se in nero, ben venga!… anche se questo "governicchio" sta cercando di rendere impossibile il pagamento con contanti!

    1. Sì, sfruttare i più deboli ed indifesi è una cosa ignobile, cosa fare?
      Credo che gli strumenti (leggi) ci siano tutti, certo capisco che è difficile applicarle in tutto il territorio ed in tutte le realtà

  3. Per quanto attiene il PIL, visto che i conti non tornano e al fine di evitare un'altra manovra, alcuni paesi dell'unione europea (volutamente minuscolo) stanno calcolando, nella produttività dello Stato, anche gli introiti "virtuali" della prostituzione e dello spaccio di droga per avere, così sperano, un incremento del Pil compreso tra l'1,5 e i 2 punti circa.
    Questo dice che l'Italia e gli altri paesi dell'ue sono ormai alla frutta!

  4. Ovviamente tutti Noi siamo contrari al lavoro nero.
    Detto questo é una realtà con cui bisogna fare i conti, purtroppo.

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