Basilea 3: le banche salvate dal Leverage Ratio

Basilea 3 è un insieme di regolamentazioni internazionali per il settore bancario, sviluppato dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, con l’obiettivo di rafforzare la regolamentazione, la supervisione e la gestione del rischio delle banche in seguito alla crisi finanziaria globale del 2008. Basilea 3 rappresenta una revisione e un rafforzamento delle precedenti normative di Basilea 1 e Basilea 2, introducendo standard più severi su vari aspetti del sistema bancario, in particolare per quanto riguarda la solidità patrimoniale e la liquidità.

Obiettivi principali di Basilea 3:

  1. Aumentare la solidità patrimoniale delle banche: Rafforzare il capitale che le banche devono detenere per far fronte a eventuali perdite.
  2. Migliorare la gestione del rischio: Ridurre il rischio sistemico e i rischi individuali legati all’attività bancaria.
  3. Aumentare la trasparenza e la supervisione: Migliorare la capacità delle autorità di vigilanza di monitorare il comportamento delle banche.

In cosa consiste Basilea 3:

Basilea 3 introduce una serie di misure chiave, che possono essere suddivise in quattro principali categorie:

1. Requisiti patrimoniali (Capital Requirements):

Le banche devono detenere un certo ammontare di capitale proprio (equity) per garantire la loro stabilità in caso di perdite.

  • Capitale di qualità più elevata: Basilea 3 impone alle banche di avere una maggiore quantità di capitale “core”, ovvero capitale di migliore qualità, che può essere rapidamente utilizzato in caso di emergenza.
    • Tier 1 Capital: Dev’essere almeno il 6% del totale delle attività ponderate per il rischio (Risk-Weighted Assets, RWA). In Basilea 2 era del 4%.
    • Tier 2 Capital: Dev’essere mantenuto, ma rappresenta una porzione più ridotta rispetto al Tier 1.
  • Common Equity Tier 1 (CET1): Basilea 3 introduce il concetto di CET1, una misura di capitale più rigorosa, che deve essere almeno il 4,5% delle RWA, rispetto al 2% previsto da Basilea 2.
  • Conservation buffer: Oltre ai requisiti minimi, Basilea 3 introduce un buffer aggiuntivo del 2,5% che le banche devono mantenere come margine di sicurezza.
  • Countercyclical buffer: Questo buffer, che può variare dallo 0% al 2,5%, viene attivato nei periodi di boom economico, con l’obiettivo di rafforzare le riserve durante i periodi di crescita economica per poi poterle usare in caso di crisi.

2. Leverage Ratio:

Basilea 3 introduce un leverage ratio (rapporto di leva finanziaria) non ponderato per il rischio, il che significa che le banche devono mantenere un rapporto minimo tra il capitale e l’esposizione totale (attivi e fuori bilancio). Questo rapporto deve essere almeno del 3%, limitando la leva finanziaria eccessiva che può mettere in pericolo il sistema bancario.

3. Requisiti di liquidità:

La crisi del 2008 ha mostrato che molte banche, pur essendo ben capitalizzate, non disponevano di liquidità sufficiente per far fronte agli shock. Basilea 3 introduce due principali indicatori di liquidità:

  • Liquidity Coverage Ratio (LCR): Le banche devono detenere una quantità sufficiente di attività liquide di alta qualità (come titoli di Stato) per coprire le loro uscite di cassa in un periodo di stress di 30 giorni. L’obiettivo è garantire che le banche abbiano riserve sufficienti per sopravvivere a crisi di liquidità a breve termine.
  • Net Stable Funding Ratio (NSFR): Questo requisito mira a garantire che le banche dispongano di una struttura di finanziamento stabile nel lungo termine, in modo da ridurre il rischio di insolvenza nel caso di crisi prolungate.

4. Rischio sistemico e SIFI (Systemically Important Financial Institutions):

  • Basilea 3 riconosce l’importanza delle SIFI (Istituzioni finanziarie di rilevanza sistemica), ovvero banche che, a causa delle loro dimensioni o interconnessioni con altre istituzioni, rappresentano un rischio sistemico per l’intero settore finanziario. Le SIFI sono soggette a requisiti patrimoniali aggiuntivi, detti SIFI surcharge, per garantire che abbiano un buffer extra di capitale in caso di problemi.

Approfondimenti su aspetti chiave:

  1. Capitale di qualità: Basilea 3 mette un’enfasi molto più forte sulla qualità del capitale che le banche devono detenere, non solo sulla quantità. Ciò significa che devono detenere principalmente capitale ordinario (azioni), che può essere facilmente utilizzato per coprire perdite, rispetto a strumenti finanziari più rischiosi.
  2. Ponderazione del rischio (Risk-Weighted Assets – RWA): Le attività delle banche non sono tutte uguali in termini di rischio. Basilea 3 continua a basarsi sul principio che le banche devono detenere capitale in relazione al rischio delle loro attività, ma con criteri più rigidi rispetto a Basilea 2. Ad esempio, attività come i titoli di Stato sono considerate meno rischiose rispetto a prestiti o investimenti in derivati.
  3. Macroprudenzialità: Una delle principali innovazioni di Basilea 3 è il focus non solo sul rischio individuale di ciascuna banca (rischio microprudenziale), ma anche sul rischio sistemico, ovvero il rischio per l’intero sistema finanziario (rischio macroprudenziale). Il countercyclical buffer è un esempio di misura macroprudenziale.
  4. Supervisione e monitoraggio: Oltre a stabilire requisiti di capitale e liquidità, Basilea 3 richiede alle autorità di vigilanza bancaria di monitorare attentamente il comportamento delle banche, con regole più severe per quanto riguarda la trasparenza e la comunicazione delle informazioni finanziarie.

Implementazione e impatto:

Basilea 3 è stato introdotto progressivamente a partire dal 2013, con l’obiettivo di un’implementazione completa entro il 2019. Tuttavia, la sua implementazione è stata rallentata da vari fattori, tra cui l’opposizione delle banche, che sostenevano che l’aumento dei requisiti di capitale avrebbe ridotto la loro capacità di prestito e, quindi, frenato la crescita economica. Alcuni paesi hanno introdotto modifiche per adattare le norme alle esigenze nazionali, portando a differenze nell’implementazione globale.

Conclusioni:

Basilea 3 rappresenta un passo significativo verso un sistema bancario più sicuro e stabile, con una maggiore enfasi sulla qualità del capitale, la gestione della liquidità e la riduzione del rischio sistemico. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà dalla corretta implementazione a livello globale e dal continuo monitoraggio delle banche da parte delle autorità di regolamentazione.

E’ stata finalmente raggiunta un’intesa ed è stato firmato il 3° accordo di Basilea 3, o Basilea III, cioè uno standard di regolamentazione volontaria globale sull’adeguatezza patrimoniale , stress test e la liquidità di rischio delle banche.
Fu concordato dai membri del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria nel 2010-11, ed è stato programmato per essere introdotto a partire dal 2013 fino al 2015.

Leggi QUI: >>>—Le migliori Banche Italiane CET 1 RATIOBanche europee a rischio defaultBanche italiane in amministrazione controllata – Banche di Credito Cooperativo a rischio Default –

Il terzo capitolo degli accordi di Basilea è stato sviluppato in risposta alle carenze nella regolamentazione finanziaria , messa in evidenza dalla crisi finanziaria di fine 2000 e dalla successivi crisi globale finanziaria del 2008 .

Basilea III: le banche salvate dal leverage ratio
  • Cos’é l’Unione Bancaria

Basilea III dovrebbe aumentare i requisiti patrimoniali delle banche , aumentando la liquidità bancaria e diminuendo la leva finanziaria chiamata anche leverage ratio ( il rapporto tra il capitale netto dell’istituto e il totale delle attività); questo significa che più alto sarà il leveral ratio più la banca é a rischio, in quanto ha investito in capitali a rischio.
Sfruttare la leva finanziaria, in sostanza, vuol dire prendere in prestito dei capitali confidando nella propria capacità di investirli ottenendo un rendimento maggiore del tasso di interesse richiesto dal prestatore. L’uso della leva finanziaria è tipico degli investimenti azionari in prodotti derivati (futures) o come gli hedge fund ; questi ultimi, in particolare utilizzano valori della leva finanziaria assai elevati, anche superiori a mille — ossia, l’indebitamento finanziario netto di un hedge fund è spesso mille volte superiore al suo patrimonio netto.

Basilea III ha introdotto quindi un tetto massimo di “leverage ratio“.
Qui c’è un file in Italiano che indica i vari parametri di le banche dovranno seguire circa la Liquidity Coverage Ratio (LCR).
Le banche avranno circa 4 anni per adeguarsi a questi parametri, ecco in che misura:

leverage ratio basilea 3
Le banche avranno 4 anni per rispettare al 100% i requisiti di Basilea 3

Questa figura sopra riesce a spigare bene le parole che molti economisti dicono oggi, cioé che questo accordo soddisfa sia le banche, che gli stati che i consumatori: le banche saranno più solide, ma avranno dei tempi accettabili per ‘mettersi a posto’,  i correntisti si sentiranno più al sicuro in quanto le banche avranno meno possibilità di ritrovarsi esposte e quindi di andare in default, le banche centrali non dovranno sforzarsi a salvare questa o quell’altra banca perché a rischio default.

Basilea 3, chi ci rimette?

  • Gli investitori, che in realtà non è che ci rimetteranno, ma che nel tempo vedranno i propri guadagni diminuire in percentuale.

Con Basilea 3 la finanza mondiale ha risolto i suoi problemi?

  • Anche no… Basilea III non è certo la panacea di tutti i mali che possono derivare da una dissennata amministrazione bancaria, come si vede dallo schema sopra ci sono ancora 5 anni perché le banche si adeguino al solo parametro della leva finanziaria, poi ci sono gli stress test, poi c’é il fatto che i parametri del leverage ratio non sono uguali per tutte le banche (le grandi finanziarie possono ‘sforare’ di più…) ma intanto é una grande conquista per tutti.
  • Questo è un  tipo di accordi di fondamentale importanza non solo per 4 colletti bianchi che vivono nella City di Londra e che magari prendono stipendi da favola, lontani dalla vita quotidiana del cittadino comune ma sopratutto per i tanti consumatori finali.
  • Se si riuscisse a far cambiare la filosofia del capitalismo legato alla finanza,  cioè sì guadagnare, ma senza strafare, cercando di stare in delle semplici regole di buonsenso e rispetto della vita altrui, si potrebbe con il tempo riuscire ad arrivare ad un capitalismo dal volto umano, costituito da liberismo che abbia però delle semplici regole, come quella del rispetto del lavoro e del denaro altrui. Insomma guadagnare sì ma senza dover rovinare la vita di migliaia o milioni di persone.
Un’utopia? Forse…

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.

2 commenti

  1. La risposta alla domanda è il liberismo rooseveltiano anziché il capitalismo reaganiano… Più economia reale e meno finanziarizzazione del sistema, più antitrust e meno profitto ad ogni costo…

Lascia un commento