In questo articolo troverai prima un piccolo riassunto dell’economia della Cina oggi, poi le previsioni per il 2023-2024 ed infine le previsioni che erano state fatte gli anni precedenti.
Economia della Cina – riassunto
La Cina è attualmente una delle economie più grandi e dinamiche del mondo. Negli ultimi decenni, il paese ha sperimentato una crescita economica senza precedenti, trasformandosi da un’economia prevalentemente agricola a una potenza manifatturiera e tecnologica globale. Tuttavia, è importante notare che la mia conoscenza si ferma al settembre 2021, quindi non posso fornire informazioni in tempo reale.
Di seguito sono riportati alcuni punti chiave sull’economia cinese fino al 2021:
- Crescita economica: La Cina ha registrato un tasso di crescita del PIL molto elevato per diversi decenni. Tuttavia, negli ultimi anni, la crescita è diminuita gradualmente, passando da tassi a due cifre a un tasso più moderato. Nonostante ciò, la Cina continua a essere uno dei motori principali della crescita economica globale.
- Settori chiave: L’economia cinese è guidata da vari settori, tra cui manifattura, tecnologia, edilizia, infrastrutture e servizi. La Cina è diventata un importante produttore e esportatore di prodotti manifatturieri, inclusi elettronica, abbigliamento, giocattoli e veicoli.
- Commercio estero: La Cina è il maggior esportatore mondiale di merci e ha una vasta rete di relazioni commerciali internazionali. Tuttavia, il paese ha anche una significativa dipendenza dalle importazioni di materie prime, come petrolio e minerali, per sostenere la sua economia in crescita.
- Investimenti esteri: La Cina ha attirato ingenti flussi di investimenti esteri diretti (IED) grazie alla sua crescita economica e alle politiche di apertura al commercio. Numerose aziende straniere hanno stabilito filiali e joint venture in Cina per sfruttare le opportunità offerte dal grande mercato cinese.
- Politiche economiche: Il governo cinese ha adottato una serie di politiche economiche volte a sostenere la crescita e a riformare il sistema finanziario. Tali politiche includono investimenti in infrastrutture, promozione dell’innovazione tecnologica, riforme del settore finanziario e politiche di apertura commerciale.
- Disuguaglianza e sfide sociali: Nonostante la rapida crescita economica, la Cina si confronta con sfide come la disuguaglianza di reddito, l’accesso limitato ai servizi sociali per alcune fasce della popolazione e le tensioni sociali. Il governo cinese ha cercato di affrontare queste questioni attraverso politiche di ridistribuzione del reddito e riforme sociali.
- Ambiente e sostenibilità: L’accelerata crescita economica della Cina ha avuto un impatto significativo sull’ambiente, con problemi come l’inquinamento atmosferico, l’inquinamento delle acque e il cambiamento climatico. Negli ultimi anni, il governo cinese ha rafforzato le politiche ambientali e ha fatto passi avanti nella transizione verso
Perchè i prodotti fatti in Cina costano meno di quelli fatti Europa
Una domanda che vi sarete fatti centinaia di volte. Ci sono diversi fattori che contribuiscono alla differenza di costo tra i prodotti fatti in Cina e quelli fatti in Europa. Ecco alcune delle ragioni principali:
- Costi della manodopera: I salari e i costi della manodopera in Cina tendono ad essere inferiori rispetto a quelli in molti paesi europei. Ciò è dovuto a una combinazione di fattori, tra cui una grande popolazione disponibile per il lavoro, che crea una maggiore concorrenza tra i lavoratori e mantiene i salari bassi. I costi inferiori della manodopera influiscono sul costo complessivo di produzione dei beni.
- Economie di scala: La Cina ha una vasta base manifatturiera e un’enorme capacità produttiva. La produzione su larga scala consente di beneficiare di economie di scala, riducendo i costi unitari dei beni. Le aziende cinesi possono produrre grandi quantità di prodotti a costi relativamente bassi, grazie all’efficienza e alla specializzazione delle loro catene di approvvigionamento e produzione.
- Infrastrutture e logistica: La Cina ha investito massicciamente nello sviluppo di infrastrutture e nella logistica per supportare la sua economia manifatturiera. Questo ha contribuito a ridurre i costi di trasporto e a migliorare l’efficienza nella movimentazione delle merci. L’efficiente rete di trasporto cinese permette alle aziende di ridurre i costi di spedizione e distribuzione dei loro prodotti.
- Regolamentazioni e tasse: Le politiche governative e le regolamentazioni possono influenzare i costi di produzione dei beni. Alcuni paesi europei hanno normative ambientali e del lavoro più rigorose rispetto alla Cina, il che può comportare costi più elevati per le aziende europee. Inoltre, le differenze nelle tasse e nei dazi doganali possono influire sui prezzi finali dei prodotti.
- Catena di approvvigionamento globale: Molte aziende europee hanno stabilito filiali o hanno spostato parte della loro produzione in Cina per beneficiare dei costi più bassi. Questo fa parte di una catena di approvvigionamento globale, in cui i componenti e i materiali vengono prodotti o assemblati in diverse parti del mondo per massimizzare l’efficienza e ridurre i costi.
Tuttavia, è importante sottolineare che i costi non sono l’unico fattore determinante nella scelta dei prodotti. La qualità, l’innovazione, la reputazione del marchio e altri fattori possono influenzare le decisioni di acquisto dei consumatori, anche se un prodotto costa di più.
Dati dell’economia cinese
I dati che posso fornirti sono aggiornati fino al settembre 2021. Tieni presente che questi dati potrebbero essere soggetti a cambiamenti nel corso del tempo. Ecco alcuni parametri macroeconomici chiave dell’economia cinese:
- PIL: Nel 2020, il PIL nominale della Cina è stato di circa 15,42 trilioni di dollari USA.
- PIL pro capite: Nel 2020, il PIL pro capite della Cina è stato di circa 11.064 dollari USA. Tuttavia, è importante notare che il PIL pro capite non riflette necessariamente la distribuzione equa della ricchezza nella società.
- Speranza di vita media: Nel 2020, la speranza di vita media in Cina era di circa 76,7 anni per gli uomini e 81,6 anni per le donne.
- Numero di abitanti: Secondo stime recenti, la popolazione cinese supera i 1,4 miliardi di abitanti, rendendola il paese più popoloso del mondo.
- Tasso di disoccupazione: Nel 2020, il tasso di disoccupazione urbana registrato in Cina era del 5,6%. Tuttavia, è importante notare che questi dati potrebbero non riflettere completamente la situazione occupazionale, poiché ci potrebbero essere lavoratori informali o altri fattori non inclusi nei dati ufficiali.
- Inflazione: Nel 2020, il tasso di inflazione in Cina è stato del 2,5%. L’inflazione è il tasso di aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi nel corso del tempo.
- Riserve valutarie: La Cina detiene una delle più grandi riserve valutarie al mondo. Al settembre 2021, le riserve valutarie cinesi ammontavano a circa 3,2 trilioni di dollari USA.
Ricorda che questi sono solo alcuni dei parametri macroeconomici più comuni. L’economia cinese è complessa e ha molti altri indicatori e variabili che possono essere presi in considerazione per una valutazione più completa.
Come ha fatto l’economia cinese a crescere così tanto e passare da economia contadina ad economia industriale
L’economia cinese è stata in grado di crescere rapidamente e trasformarsi da un’economia prevalentemente agricola a una potenza industriale per diversi motivi:
- Riforme economiche: A partire dagli anni ’70, la Cina ha intrapreso una serie di riforme economiche sotto la guida di Deng Xiaoping. Queste riforme hanno introdotto elementi di mercato nell’economia socialista, consentendo agli agricoltori di coltivare le loro terre e vendere l’eccesso di prodotti, incoraggiando l’apertura agli investimenti esteri, e promuovendo l’autonomia delle imprese e la decentralizzazione decisionale.
- Investimenti in infrastrutture: Il governo cinese ha effettuato ingenti investimenti nelle infrastrutture, come strade, ponti, porti, ferrovie e reti elettriche. Questo ha contribuito a creare le basi per lo sviluppo industriale e commerciale del paese, facilitando il trasporto di merci e collegando regioni precedentemente remote.
- Settore manifatturiero e export-oriented: La Cina ha puntato sull’industria manifatturiera e sull’export come motori principali della crescita economica. Il governo ha incoraggiato gli investimenti stranieri nel settore manifatturiero e ha creato zone economiche speciali con politiche favorevoli alle imprese straniere. Ciò ha portato all’afflusso di capitali e tecnologie straniere nel paese, contribuendo alla crescita dell’industria manifatturiera.
- Mercato del lavoro abbondante e a basso costo: La Cina ha una vasta popolazione disponibile per il lavoro, fornendo una forza lavoro abbondante e a basso costo. Questo ha attirato gli investimenti delle aziende straniere che cercavano di sfruttare i costi del lavoro inferiori rispetto ad altre regioni del mondo.
- Politiche di sviluppo regionale: Il governo cinese ha adottato politiche di sviluppo regionale per ridurre le disuguaglianze economiche tra le regioni costiere più sviluppate e le regioni interne meno sviluppate. Ciò ha contribuito a stimolare l’industrializzazione e la crescita economica in molte parti del paese.
- Innovazione e ricerca e sviluppo: Negli ultimi anni, la Cina ha aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo e ha promosso l’innovazione tecnologica come parte della sua strategia economica. Ciò ha contribuito all’emergere di aziende tecnologiche cinesi di successo, come Alibaba e Huawei, e ha spinto la trasformazione dell’economia verso settori ad alta tecnologia e valore aggiunto.
È importante notare che questa trasformazione economica è stata un processo complesso e ha richiesto tempo e sforzi considerevoli da parte del governo cinese e del popolo cinese.
PREVISIONI ECONOMIA CINESE 2023 – 2024
Gli economisti cinesi prevedono una crescita del PIL del 5,4% nel 2023: sondaggio
Le prospettive sono migliorate sulla ripresa dei consumi, superando l’obiettivo del 5% di Pechino
Alcuni economisti temono che la ripresa dei consumi rallenterà e colpirà la crescita complessiva quest’anno.
HONG KONG – L’economia cinese quest’anno dovrebbe crescere più velocemente di quanto previsto in precedenza e superare l’obiettivo del governo di “circa il 5%”, secondo un sondaggio di economisti locali.
Un sondaggio di 28 economisti a marzo ha rivelato che, in media, si aspettano che l’economia cinese cresca del 5,4% nel 2023, rispetto al 4,7% previsto a dicembre. Il sondaggio è stato condotto congiuntamente da Nikkei e Nikkei Quick News.
Mentre molti economisti si aspettano che l’economia cinese si espanda a un ritmo più veloce rispetto all’obiettivo del governo di “circa il 5%”, guidato da una ripresa dei consumi, ci sono crescenti preoccupazioni che la seconda economia mondiale si esaurisca, in parte a causa di una crisi bancaria in Occidente.
Il capo economista cinese di Barclays, Jian Chang, è ottimista sull’economia cinese, prevedendo una crescita del 5,6% nel 2023. le vendite di case e il forte rimbalzo dell’attività dei servizi confermano ampiamente il rimbalzo della domanda interna innescato dalla riapertura più rapida del previsto”, ha sottolineato Chang.
T. Rowe Price, Chief of China and Emerging Markets Macro Strategy, Chris Kushlis, ha espresso un’opinione simile, affermando: “La ripresa dovrebbe essere relativamente anticipata poiché l’attività del settore dei servizi in particolare torna inizialmente mentre la produzione rimane stabile”. Kushlis ha sottolineato che l’obiettivo di crescita del governo di circa il 5% è “relativamente modesto dato il potenziale di ripresa dell’attività”.
Ma ci sono anche forti preoccupazioni che la ripresa economica della Cina si esaurisca. Hideki Ito, economista senior di Mizuho Bank, vede rallentare il ritmo della ripresa dei consumi a causa del peggioramento dell’occupazione e del reddito a causa degli effetti persistenti della pandemia di COVID-19. “Il rallentamento dell’economia globale rischia di esercitare una pressione al ribasso sulla domanda esterna”, ha affermato.
Quando è stata posta una domanda a scelta multipla sui fattori di rischio economico di quest’anno, otto economisti hanno scelto il debole sentimento dei consumatori come il rischio maggiore. Un altro fattore chiave è stato il ritardo nella ripresa del mercato del lavoro.
Haibin Zhu di JP Morgan ha sottolineato che il tasso di disoccupazione per la fascia di età 16-24 anni è salito nuovamente al 18,1% dal 16,7% di dicembre. “Sebbene il tasso di disoccupazione tenda ad essere un indicatore ritardato nel processo di ripresa economica, solleva preoccupazioni circa le prospettive di reddito e la sostenibilità della ripresa economica”, ha affermato Zhu.
Molti economisti hanno anche citato la debolezza della domanda di esportazioni sulla scia delle recenti ricadute bancarie in Occidente e del confronto USA-Cina.
Tetsuji Sano di Sumitomo Mitsui DS Asset Management ha espresso preoccupazione per la debolezza del settore manifatturiero negli Stati Uniti, una delle principali destinazioni di esportazione. Ha detto che le ricadute bancarie “probabilmente scateneranno l’instabilità finanziaria, e se il rischio di una recessione dell’economia statunitense si materializzerà, le esportazioni cinesi saranno ulteriormente depresse”.
Gli Stati Uniti hanno adottato misure per limitare alcune esportazioni verso la Cina e hanno chiarito la loro posizione di escludere la Cina dal semiconduttore globale e da altre catene di approvvigionamento.
Kenny Ng di Everbright Securities ha dichiarato: “La situazione dello Stretto di Taiwan, la catena di approvvigionamento e altri fattori chiave influenzeranno il sentimento degli investimenti esteri in Cina, che è anche uno dei fattori più critici per l’economia continentale nella fase di ripresa”.
L’ultimo sondaggio ha anche interrogato gli economisti sulla priorità politica del nuovo premier Li Qiang, entrato in carica a marzo. La risposta più comune è stata ripristinare la fiducia delle imprese.
Francoise Huang di Allianz Trade ha sottolineato che gli ultimi anni sono stati “pieni di eventi che hanno colpito la fiducia delle aziende”, come la politica cinese zero-COVID, i cambiamenti normativi e le tensioni geopolitiche.
“Misure e riforme a favore della fiducia delle imprese aiuterebbero a sostenere la ripresa post-COVID dell’economia cinese, alimenterebbero il potenziale di innovazione della Cina e mirerebbero a mantenere la Cina attraente per gli investitori e le imprese straniere nonostante le tensioni geopolitiche”, ha sottolineato Huang.
Li, che ai tempi in cui era il capo del Partito Comunista della città, aiutò Tesla a creare uno stabilimento a Shanghai, è generalmente visto come una persona che capisce come funziona il settore degli affari. Tuttavia, lo scorso anno ha imposto un severo blocco di due mesi a Shanghai come parte della strategia nazionale contro il COVID. Pertanto, gli economisti affermano che stanno osservando attentamente Li per vedere se può alleviare i dubbi sui potenziali rischi politici in Cina.
L’ultimo sondaggio mostra anche che gli economisti si aspettano che il prodotto interno lordo della Cina rallenti gradualmente dopo il rimbalzo nel 2023, con stime medie per la crescita del 2024 e del 2025 rispettivamente al 4,9% e al 4,6%.
Bert Burger di Atradius ha chiesto di affrontare i problemi strutturali, affermando: “La debole crescita delle esportazioni, a causa della perdita di competitività della Cina e della guerra commerciale USA-Cina, si aggiungerebbe alle sfide della crescita interna. L’invecchiamento è la più importante di queste sfide interne, mentre il suo impatto si farà sentire non solo nel 2023, ma per molto più tempo”.
Previsioni anni precedenti:
L’economia cinese probabilmente crescerà all’1,2 per cento quest’anno e rimbalzerà fortemente al 9,2 per cento nel 2021, secondo quanto previsto dal Fondo Monetario Internazionale martedì (14 aprile), poiché Covid-19 avrebbe accelerato la crescita globale nella recessione più profonda dagli anni ’30, ma si prevede un recupero del 5,8 per cento se la pandemia si attenua.
“La crescita globale è prevista al -3,0 per cento nel 2020, un risultato molto peggiore rispetto alla crisi finanziaria globale del 2009”, ha dichiarato l’FMI nel World Economic Outlook pubblicato martedì. Ha aggiunto che c’era “estrema incertezza” e che la situazione potrebbe peggiorare molto.
“The Great Lockdown“, come l’FMI ha definito la recessione globale, è il peggiore dalla Grande Depressione degli anni ’30.
Le previsioni di crescita sono contrassegnate da oltre 6 punti percentuali rispetto alle proiezioni dell’FMI in ottobre e gennaio, che è una “revisione straordinaria” in un periodo di tempo così breve, secondo il rapporto dell’FMI.
Il rapporto è stato pubblicato durante le riunioni annuali di primavera del FMI e della Banca mondiale che si svolgono praticamente dal 14 al 17 aprile.
L’FMI ha previsto un parziale rimbalzo nel 2021, con l’economia globale in crescita del 5,8 per cento.
“Questa ripresa nel 2021 è solo parziale poiché si prevede che il livello di attività economica rimarrà al di sotto del livello che avevamo previsto per il 2021, prima dell’attacco del virus”, ha detto ai giornalisti Gita Gopinath, capo economista del FMI tramite un collegamento video.
L’economia degli Stati Uniti, che ha il maggior numero di infezioni e decessi del nuovo coronavirus, si prevede che si contrarrà del 5,9 per cento quest’anno, ed è pronta a rimbalzare al 4,5 per cento l’anno prossimo, ha detto l’FMI il suo rapporto.
A differenza degli Stati Uniti e di altre grandi economie, è probabile che l’Asia sia l’unica regione con un tasso di crescita positivo nel 2020, tuttavia, con una media dell’1%, la crescita è di oltre 5 punti percentuali inferiore alla media del decennio precedente, il FMI disse.
L’istituto finanziatore di 186 membri prevede un rallentamento dell’1,2 per cento della crescita per la Cina per tutto il 2020, anche il paese sperimenta un netto rimbalzo nel resto dell’anno con un consistente sostegno fiscale.
È stata una forte riduzione rispetto alla crescita del 6% prevista nelle previsioni di gennaio del FMI.
L’India è un altro paese che dovrebbe essere risparmiato dalla recessione nel 2020 con un tasso di crescita previsto dell’1,9 per cento.
Il FMI ha affermato che gli indicatori in Cina, come la produzione industriale, le vendite al dettaglio e gli investimenti in immobilizzazioni, suggeriscono che la contrazione dell’attività economica nel primo trimestre avrebbe potuto essere di circa l’8% su base annua.
Ma si prevede che la seconda economia più grande del mondo guiderà la ripresa economica nella regione.
Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che la crescita della Cina riprenderà l’anno prossimo con il 9,2 per cento, una rarità per un decennio. L’ultima volta che il Paese asiatico ha registrato un tasso di crescita simile è stato nel 2009.
Il rimbalzo nel 2021 dipende in modo critico dallo sbiadimento della pandemia nella seconda metà del 2020, che consente di ridurre gradualmente gli sforzi di contenimento e ripristinare la fiducia dei consumatori e degli investitori, secondo il FMI.
Tra l’ulteriore contenimento del Covid-19, la Cina è in procinto di tornare al lavoro e riprendere gli affari e la produzione.
Secondo quanto riferito, circa il 98,7 per cento delle imprese manifatturiere cinesi ha ripreso a lavorare e l’indice dei responsabili degli acquisti per il settore manifatturiero cinese è salito a 52 a marzo dal 35,7 a febbraio, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Xinhua il 10 aprile.
Ci sono molte variabili in gioco durante un recupero, ha detto l’FMI. Ad esempio, se viene trovata una terapia o un vaccino prima del previsto, le misure di allontanamento sociale possono essere rimosse e il rimbalzo può verificarsi più rapidamente del previsto.
Tuttavia, l’FMI ha avvertito che la ripresa dell’economia globale potrebbe essere più debole del previsto dopo che la diffusione del virus ha rallentato per una serie di altre ragioni.
Questi includono persistente incertezza sul contagio, mancanza di miglioramento della fiducia, chiusura delle strutture e cambiamenti strutturali nel comportamento delle imprese e delle famiglie, portando a interruzioni più durature della catena di approvvigionamento e debolezza della domanda aggregata.
Previsioni di crescita economica nei paesi asiatici
“Grave e senza precedenti”: così FMI avverte che l’economia asiatica e l’economia cinese non cresceranno affatto nel 2020 a causa del coronavirus
L’Asia è stata tra le regioni in più rapida crescita nel mondo. Durante le precedenti crisi come la crisi finanziaria asiatica nel 1997 e la crisi finanziaria globale intorno al 2008-2009, la regione è ancora riuscita a crescere, ha affermato il Fondo monetario internazionale.
Ma per la prima volta in 60 anni, l’Asia come regione non registrerà alcuna crescita economica quest’anno a causa della pandemia di coronavirus, secondo le previsioni del FMI.
“Sebbene vi siano enormi incertezze sulle prospettive di crescita per il 2020, e ancora di più sulle prospettive per il 2021, l’impatto del coronavirus sulla regione sarà – a tutti i livelli – grave e senza precedenti”, Chang Yong Rhee, direttore dell’Asia e del Pacifico del FMI Dipartimento, ha scritto in un post sul blog.
Perché stiamo affrontando la peggiore recessione dalla Grande Depressione
Per la prima volta in 60 anni, l’ Asia come regione non registrerà alcuna crescita economica quest’anno a causa della pandemia di coronavirus , secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale .
“Questa è una crisi come nessun altro. È peggio della crisi finanziaria globale e l’Asia non è immune ”, ha scritto Chang Yong Rhee, direttore del dipartimento Asia e Pacifico dell’FMI, in un post sul blog pubblicato mercoledì.
“Sebbene vi siano enormi incertezze sulle prospettive di crescita per il 2020, e ancora di più sulle prospettive per il 2021, l’impatto del coronavirus sulla regione sarà – a tutti gli effetti – grave e senza precedenti”, ha aggiunto.
L’Asia è stata tra le regioni in più rapida crescita nel mondo. Durante le precedenti crisi come la crisi finanziaria asiatica nel 1997 e la crisi finanziaria globale intorno al 2008-2009, la regione ha ancora registrato tassi di crescita medi dell′1,3% e del 4,7%, rispettivamente, ha affermato il fondo.
Ma la pandemia di coronavirus, che ha infettato più di 2 milioni di persone e ucciso oltre 130.000 , ha fermato gran parte dell’attività economica globale mentre le autorità bloccano paesi e città per arginare la malattia in rapida diffusione.
L’FMI martedì ha dichiarato che l’economia globale dovrebbe ridursi del 3% quest’anno. Si prevede che le economie dei maggiori partner commerciali asiatici subiranno profonde contrazioni: si prevede che gli Stati Uniti si ridurranno del 5,9%, mentre la zona euro nel suo insieme dovrebbe contrarsi del 7,5%.
La Cina è una delle poche economie in procinto di crescere nel 2020, secondo le proiezioni del fondo. Ma la previsione di crescita dell’FMI dell′1,2% per il paese è un forte rallentamento della performance economica della Cina negli anni precedenti.
L’economia della Cina non aiuterà la crescita dell’Asia.
“Ciò contrasta nettamente con la performance di crescita della Cina durante la crisi finanziaria globale, che è stata leggermente modificata al 9,4 per cento nel 2009 grazie all’importante stimolo fiscale di circa l′8 per cento del PIL”, ha scritto Rhee riferendosi al prodotto interno lordo, che è un ampio misura delle dimensioni di un’economia.
“Questa volta non possiamo aspettarci questa grandezza di stimolo e la Cina non aiuterà la crescita dell’Asia come ha fatto nel 2009”, ha aggiunto.
Di conseguenza, il fondo ha apportato revisioni “sostanziali” al ribasso nelle sue previsioni per le economie asiatiche, ha affermato Chang. Ecco alcune di queste proiezioni, secondo le osservazioni preparate di Rhee previste per una conferenza stampa a Washington DC:
- Il Giappone si ridurrà del 5,2%
- L’India crescerà dell′1,9%
- La Corea del Sud si ridurrà dell′1,2%
Le cinque maggiori economie del sud-est asiatico – Indonesia , Tailandia , Malesia , Singapore e Filippine – a contrarre collettivamente dell′1,3%
Tuttavia, l’Asia “sembra andare meglio delle altre regioni in termini di attività”, ha scritto Rhee nel post del blog. Ha detto che la crescita nella regione potrebbe rimbalzare fortemente nel 2021 se le misure per contenere il virus e gli stimoli per sostenere l’economia funzionassero.
“Ma non c’è spazio per il compiacimento”, ha detto.
“La regione sta vivendo diverse fasi della pandemia. L’economia cinese sta iniziando a tornare al lavoro, altre economie stanno imponendo blocchi più serrati e alcuni stanno vivendo una seconda ondata di infezioni da virus. Molto dipende dalla diffusione del virus e da come risponderà la politica.
Il governo di Pechino falsifica i dati dell’economia cinese
la credibilità del governo di Pechino è sempre meno affidabile. Con la spettacolare crescita economica sotto la non democrazia in Cina e l’eclissi degli arabi con le loro Primavere, l’opinione secondo cui le istituzioni democratiche sono, nella migliore delle ipotesi, irrilevanti e nella peggiore delle ipotesi un ostacolo la crescita economica è diventata sempre più popolare sia nel mondo accademico che in quello politico esempio, il famoso editorialista del New York Times Tom Friedman sostiene:. Fonte dello studio: https://www.nber.org/papers/w20004.pdf
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