Contributi previdenziali e assistenziali, regole per la deducibilità

Ogni anno, in sede di dichiarazione dei redditi, assumono un’importanza rilevante, per abbassare il reddito imponibile di imprenditori e liberi professionisti, i cosiddetti “contributi previdenziali e assistenziali” versati nel corso dell’anno, sia in forma obbligatoria che volontaria all’ente pensionistico di appartenenza.
I principali contributi previdenziali che possono essere, giustamente, dedotti dal reddito sono:

  • i contributi previdenziali obbligatori: sono i contributi dovuti all’INPS che ogni anno versano artigiani e commercianti, i contribuenti ENASARCO, i contribuenti iscritti alla gestione separata, e ancora, i contributi maternità, i contributi pensionistici versati dai lavoratori dipendenti che esercitano funzioni pubbliche, i contributi agricoli unificati versati all’Inps, ecc.
  • i contributi volontari: sono le somme, non obbligatorie, versate dai contribuenti alla forma pensionistica di appartenenza  come ad esempio quelli per incrementare l’importo della futura pensione, i contributi versati al fondo casalinghe, i contributi versati per il riscatto degli anni di laurea, i contributi Inail, ecc.

Ovviamente, tali somme, versate obbligatoriamente o volontariamente, non concorreranno alla formazione del reddito imponibile, in quanto, per loro stessa natura, sono già di per sè dei costi che vanno ad incidere proprio sul reddito annuale.

Per dedurre i contributi previdenziali e assistenziali versati, è necessario che la somma di tutti quelli pagati nell’anno solare oggetto di dichiarazione, venga indicata nel quadro E del modello 730 o nel quadro RP del Modello Unico Persone Fisiche, senza limiti di importo e seguendo il principio di cassa.

 Contributi previdenziali e assistenziali, regole per la deducibilità


Tra i contributi previdenziali e assistenziali sono deducibili anche quelli per la ricongiunzione dei periodi assicurativi versati per proprio conto e anche per conto dei familiari fiscalmente a carico che non hanno percepito redditi superiori alla soglia di euro 2.840,51.
Sono inoltre deducibili, e quindi da sommarsi ai fissi pagati alla gestione artigiani e commercianti dell’INPS, ai contributi versati sul reddito eccedente il minimale, ai contributi versati alla gestione separata relativi all’anno, anche quelli pagati in conseguenza di un  saldo o di una rateizzazione di una cartella esattoriale o di un avviso bonario secondo il principio di cassa.
Sono agevolabili Irpef inoltre, anche i contributi versati alle forme di previdenza complementare e ancora i contributi previdenziali pagati a titolo di acconto per l’anno successivo, seguendo come sempre il principio di cassa, oltre che quelli versati a titolo di saldo.
Pagare meno contributi previdenziali, significa avere una cifra inferiore da dedurre dal reddito l’anno successivo, ma, con una corretta gestione fiscale, non sarà difficile trovare un equilibrio tra i redditi dichiarati, i contributi previdenziali pagati e quelli da portare in detrazione per l’anno successivo.
Per i contribuenti minimi, sarà possibile dedurre i contributi previdenziali pagati alle casse professionali di appartenenza o all’Inps , riportandoli all’interno del quadro LM come un costo deducibile dal reddito complessivo.
Nel caso di incapienza di un contribuente minimo, perchè i costi sono stati maggiori dei ricavi, oppure non sono stati generati ricavi o ancora il reddito imponibile viene azzerato da perdite pregresse riportate a nuovo, i contributi previdenziali pagati nell’anno, dovranno essere indicati fino a quando esiste capienza nel quadro LM e, per la restante parte, nel quadro RP in deduzione agli altri redditi percepiti e soggetti ad Irpef.
La base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali è costituita, per ogni contribuente, dalla totalità dei redditi di impresa posseduti nell’anno di riferimento. Riguardo i soci delle S.r.l. iscritti alla gestione degli artigiani e commercianti, la base imponibile è altresì costituita dalla quota del reddito di impresa ancorchè non distribuiti ai soci.

documenti da conservare per comprovare la corretta deduzione in caso di accertamento da parte del fisco sono:

  • Per i contributi versati alla gestione separata occorre conservare la ricevuta bancaria o postale relativa ai versamenti;
  • Per i contributi relativi all’assicurazione casalinghe versato all’Inail bisogna conservare le ricevute dei versamenti volontari effettuati nell’anno;
  • Per i contributi versati dal datore di lavoro (sostituto di imposta) alla gestione separata è necessario conservare la certificazione del sostituto di imposta che attesti il versamento degli importi dovuti;
  • Per i contributi artigiani e commercianti è sufficiente conservare copia degli F24 pagati;
  • Per tutti gli altri contributi è sufficiente conservare la ricevuta del versamento.

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.

1 commenti

  1. Contributi versati alla Propria cassa di previdenza (da un professionista)

    Non esiste la possibilità di portare agli anni successivi eventuali versamenti fatti sopra un dato importo (a esempio versamenti superiori a euro 8.000 possono essere dedotti in periodi successivi (o rateizzati in vari anni))?

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