Quanto Costa Affittare una Casa Oggi: Consigli Utili

Affittare una casa è una delle strategie usate non solo dai giovani che ancora non hanno abbastanza denaro per permettersi un mutuo, ma anche dai professionisti che sanno di doversi spostare molto.

I lavori moderni, infatti, impongono trasferte e trasferimenti continui, spesso senza la certezza di potersi fermare definitivamente in una città. Per questo molti preferiscono affittare appartamenti il più possibile transitori (quindi ammobiliati e dotati del necessario per vivere) così da poterli lasciare senza paura in caso di un trasloco improvviso. Ma quanto costa davvero affittare una casa? Ecco tutte le spese a cui bisogna fare fronte.

Affitto di una casa: a quanto ammonta il prezzo di locazione

Per prima cosa, quando si affitta una casa si guarda il canone di locazione. Esso corrisponde al valore che quella casa ha anche in relazione alla posizione, al numero di collegamenti che si possono raggiungere e ai servizi ai quali quella casa è vicina. I costi della locazione sono molto legati anche alla città dove sta la casa, perché affittare un appartamento a Roma o a Milano non è la stessa cosa che affittarlo a Bologna, a Bergamo, a Caserta e via dicendo.
Il prezzo è legato, ancora, alla struttura della casa, che se è su più piani o dotata di altri spazi ulteriori a parte le zone dove si vive, certamente sarà più dispendiosa. Specialmente nei centri abitati di fattura antica, dove non si può circolare con la macchina, spesso le case vengono locate in affitto comprese di posto auto dedicato o di box auto in garage: questo fa impennare il prezzo. Il costo della locazione dipende pure dallo stato della casa, dalla novità o vecchiaia dei suoi muri, delle sue porte e dei suoi impianti oltre che dell’arredo, ove presente. Una casa con degli infissi vecchissimi, delle tapparelle altrettanto datate, porte di legno antico e intonaco sui muri non freschissimo verrà certamente locata ad un prezzo inferiore rispetto ad una casa con tutte le caratteristiche di novità.
In città come Roma e Milano, massimi esempi del giro di affitti in Italia se non si considerano le città studentesche, è molto difficile affittare anche un bilocale piccolissimo ad un prezzo inferiore ai 700 euro. Queste città risentono dell’impennata dei costi della grande metropoli, e anche se si abita in delle estreme periferie o addirittura fuori dal comune, nell’hinterland, è comunque poco probabile che una casa singola costi meno di quel prezzo. Il costo sale, in città strutturate in questo modo tentacolare, quanto più è semplice raggiungere una fermata della metro o di altri mezzi da quella casa. In città dove spostarsi in macchina è costosissimo e difficile e usare altri mezzi è una scelta a rischio e pericolo della vita dell’utente, la vicinanza alla metropolitana o ai mezzi di trasporto in generale è una discriminante vitale nei costi di affitto di una casa.

Nelle città piccole, ancora di più in quelle studentesche, affittare una casa singola ha prezzi molto più contenuti. Si possono trovare bilocali spaziosi anche a 400 euro, massimo 500 se sono in zone particolarmente rinomate della città. Nelle piccole realtà è anche più facile muoversi con dei mezzi che non siano quelli pubblici o la macchina, quindi anche vivendo leggermente decentrati rispetto al centro (dove comunque, tendenzialmente, i costi sono un pochino più elevati) si può condurre la propria vita con una certa tranquillità.

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Quanto costa affittare una casa oggi: consigli utili

Contratto di affitto: quali spese deve pagare l’inquilino?

Una volta scelta la casa bisogna firmare il contratto di affitto. Normalmente l’inquilino non deve pagare nessuna spesa per il contratto in sé e per sé, quanto piuttosto deve versare dei soldi che fungano come caparra.
Solitamente le caparre sono di una o due mensilità e vengono versate direttamente al proprietario di casa con cui si conclude il contratto. Se alla fine del contratto la casa non risulterà in uno stato uguale a quello in cui era quando è stata consegnata (perché ad esempio si è rotto qualcosa o ci sono stati danni di altro tipo) il proprietario trattiene la caparra o parte di essa come risarcimento.
Diverso è il discorso di una casa affittata tramite agenzia: in questo caso una parte della caparra viene versata al proprietario, ma ci sono ulteriori spese accessorie di agenzia che normalmente corrispondono ad una mensilità di affitto.
Se il contratto dev’essere scritto da capo perché quella casa non è mai stata affittata prima o perché non esistono i subentri può darsi che l’inquilino debba pagare il valore delle marche da bollo che poi il proprietario appone sul contratto per autenticarlo: non si tratta, comunque, di più di 45 euro totali di imposte di bollo.

Spese condominiali, un’incognita che fa la differenza

Quando si leggono gli annunci spesso non si presta sufficiente attenzione alle spese condominiali o a quello che comprendono: esse, invece, possono fare davvero la differenza in fase di pagamento del contratto di affitto.
Se il riscaldamento dell’appartamento affittato è centralizzato ci sono buone probabilità che sia compreso nelle spese condominiali. Questo può essere un ottimo meccanismo per tenere sotto controllo le spese di riscaldamento, specie in città molto fredde: un palazzo caldo nel quale viene tenuto il riscaldamento acceso a determinate ore rimane poi caldo e quindi non fa penetrare l’umidità. Nei palazzi più moderni, tra l’altro, l’indicazione delle spese condominiali è forfettaria, nel senso che esistono comunque le valvole contacalorie in ogni appartamento. Chi non c’è mai a casa o tiene poco acceso il riscaldamento, insomma, può risparmiare.
Solitamente le spese condominiali possono comprendere anche la luce del palazzo e la pulizia di esso, eventuali servizi di portineria o di sorveglianza, il riscaldamento e spesso anche l’acqua calda. In questi casi si aggirano attorno ai 100 euro al mese, ma sono 100 euro che vengono spesi sapendo di spenderli e quindi possono essere messi in bilancio con tranquillità: non arrivano, insomma, bollette da capogiro che sconvolgono le finanze familiari all’improvviso.

Le utenze e le spese vive dell’affitto di una casa

Naturalmente quando si affitta una casa ci sono da pagare anche le utenze, cioè le bollette. In una piccolissima minoranza di casi esse sono intestate al proprietario, ma nella stragrande maggioranza degli appartamenti esse portano il nome dell’inquilino, anche per fare una domiciliazione bancaria più comoda.
Se il riscaldamento non è compreso nelle condominiali ma è autonomo, è probabile che esso sia la spesa più ingente, di oltre 50 euro mensili nei mesi invernali più freddi. L’acqua fredda e calda è la seconda spesa mensile più dispendiosa, perché alle volte può stare attorno ai 30 o 40 euro al mese. C’è poi la corrente elettrica, che più o meno varia tra i 30 e i 40 euro al mese. Rimangono fuori poche utenze, ovvero il gas per la cucina e la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, che difficilmente superano i 10 euro al mese se si è soli in una casa.
L’utenza che non tutti hanno ma che comunque grava sul bilancio economico di chi la possiede è sicuramente internet: i contratti sono normalmente bimestrali e costano tra i 10 e i 20 euro al mese, quindi tra i 20 e i 40 euro a bimestre.
Nell’affittare una casa, poi, bisogna mettere anche in conto le spese vive di riparazione dei danni o comunque di manutenzione di malfunzionamenti dovuti all’inquilino. Il proprietario, infatti, ha l’obbligo di consegnare una casa in buono stato ed eventualmente di riparare le cose che non vanno (impianti elettrici o idraulici che si usurano per via del tempo). L’inquilino, però, è responsabile di quello che succede, quindi se ci sono dei disastri avvenuti per colpa sua, è sua cura ripararli: queste spese si inseriscono nel bilancio mensile dei costi per affittare una casa.

 

Case non ammobiliate: quanto costa acquistare i mobili?

Molte case vengono locate prive di arredamento o comunque solo parzialmente arredate: la cucina e il bagno di solito ci sono, così come tutti i pensili che fanno parte di queste stanze. Se il resto della casa è vuoto, però, quanto costa acquistare tutto il mobilio?
Cercando di rivolgersi a catene di mobilio di basso prezzo è comunque quasi impossibile arredare una casa con meno di 1000 euro. Se si compra solo un tavolo per mangiare con 4 sedie e un divano per il soggiorno e un’intera camera da letto per la zona notte, ecco che il prezzo è più o meno attorno a quelle cifre: solo per la zona notte, infatti, bisogna acquistare il letto, il materasso, i comodini, un armadio, una eventuale cassettiera e una scarpiera come mobili fondamentali. Bisogna, poi, provvedere la casa di tutti gli accessori come piatti, pentole, lampade e soprammobili di ogni tipo.
Se bisogna anche acquistare la lavatrice la spesa minima è di almeno altri 200 o 250 euro per questo tipo di elettrodomestico.

Case in condivisione

Nelle città studentesche si è sviluppato ormai da decenni il meccanismo delle case in condivisione, cioè appartamenti in cui ogni studente ha una sua stanza oppure un posto letto in camere con più di una persona. In questo caso gli affitti sono molto più bassi, ma è chiaro che non si ha la privacy di stare da soli. Difficilmente in città tipicamente concentrate sugli studenti un affitto supera i 300 euro per la singola e i 200 per il posto in doppia.
Quando si stipula un contratto di affitto per studenti, essi devono pagare una spesa chiamata subentro, a meno che il contratto non venga riscritto. Se il contratto esiste già e cambia solo un firmatario (perché una persona va via e una nuova ne arriva) il nuovo arrivato deve pagare 67 euro di spese di subentro al proprietario, che li versa all’Agenzia delle entrate per cambiare il nome sul contratto.

Quanto costa affittare una casa per periodi brevi?

Una casa in affitto si può prendere anche per periodi brevi, come pochi giorni o qualche mese al massimo. È il caso delle case vacanze, che vengono affittate con ritmi generalmente di una o due settimane, più raramente per un intero mese. In questo modo i proprietari che in quel periodo non le sfruttano possono comunque ricavare un introito interessante da mettere da parte.
Generalmente affittare una casa per vacanze in una meta molto ambita, come i paesi di mare della Puglia, della Calabria, della Sicilia o della Sardegna costa all’incirca come un mese di affitto “normale” in una città che non sia Milano o Roma: all’incirca intorno ai 500 o 600 euro. Il prezzo maggiorato è ovviamente compensato dal fatto di essere in vacanza, ma anche dal fatto che di solito queste case vengono affittate con corredo completo. Lenzuola e asciugamani ci sono, così come tutta l’attrezzatura di casa, e sono garantite anche le pulizie di inizio e di fine soggiorno.

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.