Stipendi di preti, suore, vescovi: quanto guadagnano e chi paga

A quanto ammontano gli stipendi di preti, delle suore, dei frati e dei vescovi? Chi li paga? Ecco alcune risposte a domande che spesso ci siamo fatti sui prelati.
Innanzitutto sì: il prete prende uno stipendio.   Le figure religiose come preti e suore, ma anche vescovi, cardinali e lo stesso capo della Chiesa cattolica, non sono solo figure religiose, ma  sono figure anche sociali che però non siamo abituati ad associare ad uno stipendio fisso.

I preti e le suore godono della possibilità di avere vitto e alloggio nei conventi nei quali vivono ed operano, ma siamo sicuri che sia solo quello il sostentamento che il Vicariato accorda loro?
In realtà gli stipendi di preti e suore sono molto più bassi di quello che si potrebbe pensare, frati e suore ad esempio non ricevono quasi nulla e un prete guadagna più o meno come un operaio.

In Italia fino a prima del Covid c’erano 43.000 religiosi degli ordini dei frati Francescani, i Benedettini, Domenicani, Benedettini, Suore di Carità e Suore di Maria Bambina. Va detto che questo numero sta diminuendo di anno in anno in quanto le conversioni diminuiscono di anno in anno e i religiosi sono molto anziani.

Ricordiamo che alla Chiesa Cattolica va il 2 per mille dell’IRPEF che è di circa 450 milioni di euro ( dati anno fiscale 2019); nello stesso anno la chiesa di Roma ha avuto un’entrata pari a 1 miliardo e 100 milioni di 8 per mille dall’IRPEF.

Il turismo religioso nello stesso periodo ha generato entrate in Italia per 10 volte tanto, cioè circa 5 miliardi di euro.

Di seguito, quanto guadagna un prete al mese, e chi paga i salari dei religiosi.

Quando guadagna un prete o una suora? Gli stipendi di tutte le gerarchie ecclesiastiche

Per scoprire quanto guadagna un prete al mese bisogna innanzitutto fare una distinzione tra preti e parroci.
In una parrocchia, infatti, ci possono essere più preti ma solo uno di loro è il parroco.
  • I semplici preti guadagnano circa 1000 euro al mese,
  • I parroci guadagnano circa 1200 euro al mese. Il parroco è un prete responsabile di una intera parrocchia, a volte nella stessa parrocchia ci possono essere più di un singolo prete in quanto ci sono molti fedeli ( si pensi ad una parrocchia di una grande città)
  • Diàcono o prete laico: un diacono nella Chiesa Cattolica ( Italiana ) è un membro del clero che ha ricevuto il primo grado del sacramento dell’Ordine sacro. I diaconi possono essere sia “transitori” (coloro che sono in formazione per diventare sacerdoti) sia “permanenti” (coloro che rimangono diaconi per tutta la vita). I diaconi possono svolgere una serie di funzioni liturgiche e pastorali, tra cui:
    • Assistere il sacerdote durante la Messa.
    • Amministrare il sacramento del Battesimo.
    • Assistere e benedire matrimoni.
    • Presiedere alle celebrazioni funebri e alle liturgie della Parola.
    • Offrire servizio di carità e assistenza nelle parrocchie e nelle comunità.

    Stipendio del Diacono

    Il diacono permanente, se non svolge un’altra attività lavorativa remunerata, può ricevere un contributo economico dalla diocesi, ma generalmente si tratta di una cifra simbolica per il sostentamento, spesso dipendente dalle risorse della diocesi stessa. La maggior parte dei diaconi permanenti lavora anche in altri settori e non dipende economicamente dal ruolo di diacono.

    Donne Diacono

    Attualmente, nella Chiesa Cattolica non esistono diaconi donna. Il diaconato è riservato agli uomini, e le donne non possono ricevere il sacramento dell’Ordine sacro. Ci sono stati dibattiti e discussioni all’interno della Chiesa sulla possibilità di istituire un diaconato femminile, ma finora non ci sono stati cambiamenti ufficiali su questo punto.

La crescita dello stipendio, dunque, non dipende solo dalla carica, ma anche dall’anzianità (che d’altra parte va di pari passo con la possibilità di ottenere ruoli di prestigio).

Niente stipendio per frati e suore

Le suore e i frati non percepiscono stipendio, a meno che non facciano un’attività esterna alla loro vita ecclesiale (es. insegnante), allora in quel caso prendono i soldi del lavoro che svolgono come un comune civile.

Quanto guadagnano vescovi, cardinali e monsignori:

  • I vescovi, ovviamente, guadagnano di più dei semplici parroci: il loro stipendio può arrivare fino a 3000 euro mensili.
  • I cardinali, invece, guadagnano in media 5000 euro al mese. I cardinali hanno anche diritto a gettoni di presenza per le attività politiche del Vaticano.
  • I monsignori ( un alto prelato con delle specifiche mansioni ) che fanno parte dei direttivi e delle commissioni politiche dello Stato, infatti, hanno anche impegni di natura politica oltre che spirituale, come assemblee, riunioni e commissioni.
Per questo, come per i parlamentari dello Stato italiano, esisteva un obolo.
A questo si deve sommare la beneficenza di molti fedeli, che preferiscono lasciare i propri averi, sia liquidi che immobiliari, alla Chiesa.
Un vescovo, un cardinale o un semplice prete che ottengano un appartamento o un capitale tramite un lascito testamentario possono devolverlo per attività di beneficenza o per ospitare delle persone senza fissa dimora.

Se il lascito testamentario, però, specifica che l’appartamento o la rendita non sono lasciati alla Chiesa, ma al singolo prete, egli può disporne come meglio crede: quel lascito, allora, diventa a tutti gli effetti una rendita di tipo privato.

Stipendi di preti, suore, vescovi: quanto guadagnano e chi paga

Chi paga gli stipendi di preti e suore:

La domanda che molti cittadini si pongono è: chi paga gli stipendi di preti e suore?
Molti erroneamente credono che sia lo Stato italiano a pagarli, altri pensano che sia il Vaticano in persona.
In realtà la verità sta nel mezzo: l’ente che si occupa degli stipendi degli ecclesiastici è l’ICSC (Istituto centrale di sostentamento del clero), connesso alla CEI. L’Istituto gestisce direttamente gli stipendi di tutti i dipendenti religiosi.
Gli ecclesiastici devono compilare il modulo P01 dove dichiarano quali siano le proprie attività all’interno della diocesi o della parrocchia: in base a quello si stabilisce un punteggio di anzianità che determina lo stipendio.
Per quanto riguarda le pensioni di preti e suore, esiste un fondo pensionistico chiamato Fondo del Clero: questo è gestito dall’Inps dello Stato italiano (che in questo caso, dunque, amministra una parte dei sostentamenti che la Chiesa dà ai suoi dipendenti).
Il minimo di pensione che si può percepire se si è a gradi più bassi della gerarchia ecclesiastica (quindi un prete o una suora “semplici”) è equivalente ad una pensione sociale, (ad esempio una suora di clausura che non ha potuto mai lavorare), quindi poco meno di 500 euro mensili.

Dove va l’8 x mille e i guadagni della Chiesa

La donazione dell’8 x mille è sicuramente la fonte di sostentamento maggiore della Chiesa non solo cattolica, ma anche di tutte le altre confessioni.

Questa donazione permette di donare l’8 x mille del proprio reddito ad un’organizzazione religiosa riconosciuta a propria scelta, che deve impiegare quel denaro in missioni di pace, in aiuti umanitari e sanitari ai più deboli sia sul suolo italiano che estero.

Nella Chiesa cattolica l’8 x mille contribuisce per circa l’80% alle necessità di sostentamento dell’ente: si stima che entrino alla Chiesa circa 350 milioni di euro annui.

Nell’ultimo periodo, però, l’8 x mille sembra aver diminuito la sua presa sugli italiani: molti preferiscono donare denaro a cause sanitarie o sociali, e molti nuovi cittadini o immigrati che credono in diverse confessioni religiose donano alla propria chiesa il necessario, e non a quella cattolica.

Quanto guadagnano i professori di religione

Un tempo era diffusa su tutto il territorio nazionale la pratica di far insegnare la religione cattolica a degli ecclesiastici.

Non è raro, infatti, sentire i nostri nonni ancora parlare del “prete” di religione, più che del professore di religione.

Negli ultimi 20 anni, però, questa pratica è quasi del tutto sparita, se si eccettuano gli ecclesiastici che insegnano religione cattolica negli istituti parificati.

I docenti di religione, ormai nella stragrande maggioranza dei casi laici, percepiscono uno stipendio non dal provveditorato (quindi dallo Stato italiano), ma dal vicariato.

Gli stipendi sono tarati su quelli degli altri docenti, ma i professori di religione sono ad incarico annuale.

Il fatto che abbiano una sola ora in ogni classe impone loro di seguire 18 classi per arrivare al minimo di ore consentite per legge per gli insegnanti.

Ma quanto guadagnano davvero i preti che insegnano religione? Essi sottostanno al sistema stipendiale gestito dall’ICSC, tramite la presentazione del modulo P01, uguale a quello degli altri sacerdoti che non insegnano. Poiché questi sacerdoti integrano le proprie attività con l’insegnamento della religione cattolica, essi non percepiscono un doppio stipendio, ma incrementano lo stipendio minimo solo della cifra che serve a compensare il loro punteggio di anzianità.

Preti di corsia: quanto guadagnano i cappellani degli ospedali

Tra gli stipendi di preti e suore più contestati ci sono quelli che interessano i preti di corsia. Negli ospedali più grandi, infatti, è messo a disposizione un servizio di conforto spirituale di religione cattolica (su richiesta del singolo malato possono essere presenti anche figure religiose di diverse confessioni) che dovrebbe essere su base volontaria.
I singoli sacerdoti, nei momenti liberi, dovrebbero rendersi disponibili a supportare i malati con preghiere e confessioni. Questo servizio, però, ha un costo, poiché i sacerdoti sono retribuiti per quelle ore, che vengono considerate di servizio: si stima che il costo possa arrivare fino a 35 milioni di euro annui.
Sia i preti che le suore che svolgono questo servizio a tempo pieno possono arrivare a ottenere ben più di 2000 euro mensili, molto più di un normale stipendio da prete.

Gli stipendi dei preti militari

I cappellani militari sono sicuramente i religiosi che guadagnano di più: il loro stipendio può arrivare anche a superare i 4000 euro, alla stregua di quello di un vescovo o di un cardinale.
Tra i cappellani militari si distinguono quelli di terra (che seguono le missioni in giro per il mondo e vivono in tutto e per tutto la vita militare insieme all’esercito) e quelli di mare, che invece seguono le spedizioni navali.
Chi paga lo stipendio dei cappellani militari? Questa volta a farsene carico è davvero lo Stato italiano: in base alla legge 1961/512 dell’Ordinariato militare italiano, infatti, i preti militari sono equiparati agli ufficiali.
Si stima che lo Stato italiano spenda 10 milioni di euro l’anno per gli stipendi dei cappellani militari. 7 milioni vengono invece destinati alle pensioni dei preti militari ormai in ritiro:circa 17 milioni di euro annui, insomma, per il mantenimento dell’apparato religioso di contorno a quello militare.
Gli arcivescovi militari, poi, sono equiparati ai generali di corpo d’armata: questo significa che essi possono arrivare a percepire anche più di 9000 euro al mese.

Quanto guadagnano i preti delle confessioni non cattoliche?

Se è interessante indagare gli stipendi di preti, suore e di tutte le altre figure di riferimento della Chiesa cattolica, è altrettanto interessante scoprire quanto guadagnano i religiosi delle confessioni non cattoliche.
In Italia, c’è una ristrettissima minoranza di persone che credono in confessioni cristiane non cattoliche, quindi è difficile fare una stima.
All’estero, però, ad esempio in Germania, i pastori sono dei veri e propri “dipendenti” della comunità, che può anche licenziarli se non si crea una sinergia tra fedeli e pastore.
Il pastorato è aperto anche alle donne (sia nel protestantesimo di Germania che nella confessione anglicana) e generalmente i pastori sono sposati o hanno comunque una famiglia.
Si stima che i pastori protestanti possano percepire uno stipendio di circa 3500 euro, ma il lavoro è a tempo pieno e non si occupa solo della cura delle anime: molte parrocchie, infatti, hanno al proprio interno una serie di servizi (come ad esempio gli asili nido) che sono di aiuto alla comunità.
quanto guadagna il papa
Sopra: Papa Francesco battezza un bambino.

Lo stipendio del Papa

Una delle domande che più incuriosisce gli italiani è: quanto guadagna il Papa?
Non c’è una vera risposta, nel senso che dipende dal pontefice in carica, dal suo stile di vita e dalle attività che egli compie, a parte il compito pastorale che ricopre.
Si stima che Benedetto XVI, ad esempio, avesse uno stipendio mensile di oltre 2500 euro al mese, ai quali si aggiungevano gli introiti dei libri che ha scritto durante tutta la sua vita. Papa Ratzinger, infatti, ha sempre coniugato l’attività religiosa con quella di ricerca teologica e di scrittura di saggi.

Papa Francesco, al contrario, ha voluto dare un segnale di radicale rinnovamento della Chiesa. Egli ha rinunciato al suo stipendio fisso, sperando che tutte le gerarchie ecclesiastiche seguissero il suo esempio.

Bergoglio ha comunque la possibilità di attingere denaro in ogni momento dal fondo personale del Papa, l’Obolo di San Pietro. Questo fondo si rigenera grazie alle donazioni spontanee dei fedeli che vogliono finanziare progetti di beneficenza.

A cosa servono i soldi che si raccolgono in Chiesa per le offerte, ce lo spiega direttamente un parroco:

quanto guadagna un prete

Mansioni di un prete

Un prete nella Chiesa Cattolica svolge una varietà di compiti spirituali, pastorali, liturgici e amministrativi, tutti finalizzati alla cura delle anime e al servizio della comunità. I compiti principali di un prete includono:

Compiti Liturgici e Sacramentali

  1. Celebrazione della Messa: Il compito principale di un prete è celebrare la Santa Messa, durante la quale consacra l’Eucaristia, che è il centro della fede cattolica.
  2. Amministrazione dei Sacramenti: Un prete amministra la maggior parte dei sacramenti, tra cui il Battesimo, la Confessione (Riconciliazione), la Comunione, l’Unzione degli infermi, e assiste al matrimonio. Il sacramento dell’Ordine sacro, invece, è amministrato da un vescovo.
  3. Funerali e Messe per i defunti: Celebra le esequie e prega per i defunti, accompagnando spiritualmente le famiglie in lutto.

Compiti Pastorali

  1. Cura pastorale della comunità: Si prende cura delle necessità spirituali dei fedeli della sua parrocchia o comunità. Ciò include ascoltare confessioni, dare consigli spirituali, visitare i malati e gli anziani, e supportare i bisognosi.
  2. Catechesi e insegnamento: Insegna il catechismo, guida gruppi di preghiera, organizza ritiri spirituali e prepara i fedeli alla ricezione dei sacramenti.
  3. Guida morale e spirituale: Offre direzione spirituale e consulenza morale, aiutando le persone a vivere la loro fede nel contesto della vita quotidiana.

Compiti Amministrativi

  1. Gestione della parrocchia: Supervisiona le operazioni quotidiane della parrocchia, inclusa la gestione finanziaria, la manutenzione delle strutture parrocchiali, e la supervisione di eventuali collaboratori e volontari.
  2. Organizzazione di eventi e attività: Pianifica e coordina eventi religiosi, attività caritative, feste parrocchiali, incontri sociali e programmi di formazione.

Compiti di Rappresentanza

  1. Rappresentanza della Chiesa: Rappresenta la Chiesa nella comunità locale, partecipa a eventi pubblici, interagisce con le autorità civili e collabora con altre organizzazioni religiose e non.
  2. Collaborazione con altre istituzioni ecclesiastiche: Lavora a stretto contatto con il vescovo e con altri membri del clero per sostenere la missione e le attività della diocesi.

Compiti di Evangelizzazione

  1. Diffusione del Vangelo: Promuove la fede cattolica e la missione evangelica della Chiesa, predicando, insegnando e dando testimonianza della propria fede sia in parrocchia che nel contesto più ampio della comunità.

Un prete deve quindi essere disponibile ad adattarsi a molteplici ruoli per rispondere alle diverse necessità della comunità parrocchiale e svolgere la propria missione di guida spirituale.

Mansioni di una suora

Le suore, o religiose, nella Chiesa Cattolica svolgono una varietà di mansioni a seconda della loro congregazione, del loro carisma (ossia lo scopo e la missione specifici del loro ordine religioso), e delle necessità della comunità in cui operano. Le suore fanno voto di povertà, castità e obbedienza, e dedicano la loro vita al servizio di Dio e degli altri. Ecco alcune delle principali mansioni che possono svolgere:

Mansioni Spirituali e Liturgiche

  1. Preghiera e contemplazione: La preghiera è un aspetto centrale della vita di una suora. Molte comunità religiose praticano la preghiera comunitaria e personale quotidiana, compresi la recita del Rosario, la Liturgia delle Ore, la meditazione e l’adorazione eucaristica.
  2. Partecipazione alla Messa: Le suore partecipano alla Messa quotidiana, spesso in comunità, e possono svolgere compiti liturgici come letture o servizio all’altare.
  3. Formazione spirituale: Offrono direzione spirituale e insegnamento religioso, organizzano ritiri e incontri di preghiera, e possono anche guidare gruppi di studio biblico o catechesi.

Mansioni Pastorali e Sociali

  1. Educazione e insegnamento: Molte suore lavorano come insegnanti nelle scuole cattoliche, nei catechismi parrocchiali, o come educatrici in altre istituzioni formative. Si occupano della formazione religiosa dei giovani e degli adulti.
  2. Assistenza sanitaria: Alcune congregazioni religiose si dedicano all’assistenza dei malati, lavorando come infermiere, medici o amministratori negli ospedali, nelle cliniche, nelle case di riposo o nei centri di riabilitazione.
  3. Lavoro sociale e caritativo: Le suore possono operare in ambiti di assistenza ai poveri, agli emarginati, ai rifugiati, e ad altre categorie vulnerabili. Gestiscono mense, rifugi, centri di accoglienza, orfanotrofi e altre strutture di supporto.
  4. Consulenza e sostegno: Offrono consulenza pastorale, accompagnamento spirituale, e supporto psicologico ed emotivo a persone in difficoltà, come le vittime di violenza domestica o le persone che attraversano crisi personali.

Mansioni Comunitarie

  1. Servizi interni alla comunità religiosa: All’interno della loro comunità, le suore possono avere responsabilità specifiche come la cucina, la pulizia, la gestione dei beni comuni, la cura del giardino o la manutenzione degli edifici.
  2. Gestione amministrativa: Alcune suore possono essere responsabili della gestione economica e amministrativa delle loro comunità, incluse le donazioni e la raccolta di fondi per sostenere le attività della congregazione.

Evangelizzazione e Missione

  1. Missioni internazionali: Alcune suore sono inviate in missione all’estero, dove lavorano per evangelizzare, educare e offrire assistenza medica e sociale in paesi in via di sviluppo o in contesti di bisogno.
  2. Promozione della giustizia e della pace: Possono lavorare per la promozione dei diritti umani, la giustizia sociale, la pace, e la cura del creato, partecipando a iniziative di advocacy e sensibilizzazione.

Mansioni Educative e Culturali

  1. Promozione della cultura e delle arti: Alcune congregazioni religiose promuovono la cultura cattolica attraverso l’arte, la musica, la letteratura e altre forme di espressione. Le suore possono insegnare musica, arte sacra o altre discipline culturali.
  2. Conservazione e gestione del patrimonio culturale: In alcuni casi, le suore si occupano della conservazione di biblioteche, archivi, musei, e altri patrimoni culturali della Chiesa.

Le mansioni specifiche di una suora dipendono fortemente dal carisma del suo ordine e dal contesto in cui opera. La loro vocazione le porta a vivere una vita di servizio, preghiera e comunità, contribuendo in molti modi alla missione della Chiesa e al bene della società.

Cosa fa un Frate:

I frati, noti anche come religiosi o membri di ordini mendicanti nella Chiesa Cattolica, sono uomini che hanno scelto di vivere una vita consacrata attraverso i voti di povertà, castità e obbedienza. A differenza dei monaci, i frati generalmente non vivono in un monastero in clausura, ma sono spesso attivamente coinvolti nel ministero esterno, nelle comunità e nelle attività pastorali. Le mansioni specifiche di un frate dipendono dal carisma del loro ordine religioso, che può variare notevolmente. Ecco una panoramica delle mansioni comuni dei frati:

Mansioni Spirituali e Liturgiche

  1. Preghiera e Liturgia: I frati dedicano una parte significativa della loro giornata alla preghiera, sia comunitaria che personale. Questo può includere la celebrazione della Liturgia delle Ore (l’ufficio divino), la meditazione, il Rosario, e la partecipazione alla Messa quotidiana.
  2. Celebrazione dei Sacramenti: Se un frate è anche sacerdote, può celebrare la Messa, ascoltare confessioni, amministrare il Battesimo, il Matrimonio e l’Unzione degli infermi, tra altri sacramenti. I frati che non sono sacerdoti possono comunque assistere nelle celebrazioni liturgiche, leggere durante la Messa, e offrire supporto nelle altre funzioni religiose.
  3. Evangelizzazione: I frati spesso si dedicano alla predicazione del Vangelo e alla diffusione della fede cattolica. Possono organizzare missioni, tenere conferenze religiose, condurre ritiri spirituali, e promuovere iniziative di catechesi.

Mansioni Pastorali e Sociali

  1. Servizio comunitario: Molti frati sono impegnati in attività di assistenza ai poveri, agli emarginati, ai malati e a tutte le persone in difficoltà. Possono lavorare in mense per i poveri, rifugi, ospedali, case di accoglienza, orfanotrofi, o in altre istituzioni caritative.
  2. Consulenza e accompagnamento spirituale: I frati offrono consulenza spirituale, direzione e accompagnamento a coloro che cercano una guida nella loro vita di fede. Questo può includere la gestione di gruppi di preghiera, il supporto a persone in crisi, e l’offerta di riflessioni bibliche.
  3. Lavoro educativo: Molti frati insegnano in scuole, università, o istituti teologici. Possono occuparsi dell’insegnamento di materie religiose, della filosofia, della teologia, o di altre discipline. Possono anche lavorare come catechisti nelle parrocchie o nei centri di formazione.

Mansioni Comunitarie e Amministrative

  1. Vita in comunità: I frati vivono in comunità, condividendo la vita quotidiana con altri membri del loro ordine. La vita comunitaria implica responsabilità quotidiane come la cucina, la pulizia, la manutenzione degli edifici e la gestione delle risorse comuni.
  2. Ruoli di governo all’interno dell’ordine: Alcuni frati possono essere eletti a posizioni di responsabilità all’interno del loro ordine, come superiore provinciale, guardiano (responsabile di una comunità locale), o in ruoli amministrativi. In queste posizioni, sono responsabili di prendere decisioni sulla vita comunitaria, la gestione delle risorse, e la pianificazione delle attività apostoliche.
  3. Gestione delle attività economiche e sociali: In molti casi, i frati gestiscono attività economiche (come tipografie, case editrici, fattorie, negozi di artigianato) per sostenere finanziariamente la loro comunità e le loro opere caritative.

Mansioni Evangeliche e Missionarie

  1. Attività missionaria: Molti ordini di frati sono coinvolti in missioni in altre nazioni, dove evangelizzano, educano, offrono assistenza sanitaria, e sostengono le comunità locali in difficoltà.
  2. Promozione della giustizia sociale: I frati possono essere coinvolti in attività di advocacy per i diritti umani, la giustizia sociale, la pace, e la protezione dell’ambiente. Spesso collaborano con organizzazioni locali e internazionali per promuovere queste cause.

Mansioni Culturali e di Dialogo Interreligioso

  1. Promozione culturale: Alcuni frati promuovono la cultura cattolica attraverso l’arte, la musica, la scrittura, e altre forme di espressione. Possono essere coinvolti nella pubblicazione di libri, riviste, o nella produzione di contenuti multimediali.
  2. Dialogo interreligioso: I frati possono essere coinvolti nel dialogo con persone di altre religioni o di convinzioni diverse, promuovendo il rispetto, la comprensione reciproca, e la cooperazione per il bene comune.

Differenze tra i Frati e altri Membri del Clero

  • Stato religioso: I frati fanno parte di ordini religiosi e vivono una vita comunitaria basata su voti di povertà, castità, e obbedienza. Possono essere sacerdoti o fratelli laici (non ordinati). Non tutti i frati sono sacerdoti; alcuni possono rimanere fratelli laici per tutta la loro vita religiosa.
  • Attività apostoliche: I frati sono generalmente più impegnati in attività apostoliche “sul campo”, come la predicazione, l’assistenza sociale, e il lavoro missionario, rispetto ai monaci che vivono una vita più ritirata e contemplativa in un monastero.

In sintesi, i frati sono religiosi consacrati che dedicano la loro vita al servizio di Dio e del prossimo attraverso una varietà di ministeri e attività, a seconda delle necessità della Chiesa e delle loro comunità.

Differenza tra vescovo e cardinale

Mansioni di un Vescovo

I vescovi sono i capi spirituali e amministrativi di una diocesi, una regione ecclesiastica specifica. Le loro mansioni principali includono:

  1. Governo di una diocesi: Il vescovo è responsabile del governo pastorale, amministrativo, e spirituale di una diocesi. Supervisiona le attività delle parrocchie, delle scuole, degli ospedali e di altre istituzioni cattoliche nella sua giurisdizione.
  2. Amministrazione dei sacramenti: I vescovi hanno la facoltà di amministrare tutti i sacramenti, inclusa la Confermazione (Cresima), e possono ordinare nuovi sacerdoti e diaconi.
  3. Insegnamento e predicazione: Come pastore principale della diocesi, il vescovo è responsabile dell’insegnamento della dottrina cattolica e della guida spirituale del clero e dei laici.
  4. Visite pastorali: Il vescovo compie visite pastorali nelle parrocchie della sua diocesi, per incontrare i fedeli, guidare spiritualmente le comunità locali, e assicurarsi che siano conformi agli insegnamenti della Chiesa.
  5. Partecipazione a sinodi e consigli: I vescovi partecipano ai sinodi, ai consigli nazionali e regionali dei vescovi, e possono essere chiamati a partecipare a sinodi internazionali convocati dal Papa per discutere questioni di rilevanza globale per la Chiesa.

Differenza tra Cardinali e Vescovi

  1. Ruolo e Funzione: I cardinali sono solitamente vescovi, ma non tutti i vescovi sono cardinali. I cardinali hanno il compito specifico di assistere e consigliare il Papa nella gestione della Chiesa universale, oltre a partecipare all’elezione del nuovo Papa. I vescovi, invece, sono responsabili della guida pastorale e amministrativa delle loro diocesi specifiche.
  2. Nomina: Un cardinale viene nominato dal Papa, e la nomina è un titolo onorifico e funzionale che riconosce la particolare fiducia del Papa. I vescovi sono nominati dal Papa, ma il loro ruolo è principalmente pastorale e locale, legato alla gestione di una diocesi specifica.
  3. Ruolo nella Curia Romana: Molti cardinali ricoprono importanti incarichi all’interno della Curia Romana, contribuendo alla gestione della Chiesa universale. I vescovi, invece, raramente hanno questi incarichi a meno che non vengano nominati cardinali.
  4. Eleggibilità per il conclave: Solo i cardinali possono partecipare al conclave per eleggere un nuovo Papa. I vescovi non hanno questo diritto a meno che non siano anche cardinali.
  5. Titolarità: I cardinali sono spesso nominati vescovi di sedi diocesane importanti (come arcidiocesi o sedi patriarcali), ma possono anche essere cardinali senza una specifica diocesi, in quanto hanno un ruolo speciale all’interno della Curia Romana.

In sintesi, i vescovi sono principalmente responsabili della guida pastorale delle diocesi, mentre i cardinali hanno un ruolo più ampio che include la consulenza al Papa e la partecipazione all’elezione del nuovo pontefice.

PREPARAZIONE , scuola, corsi, studi di un religioso:

Ecco una tabella che illustra gli anni di studio e gli aspetti principali da studiare per diventare un diacono, prete, vescovo, cardinale, suora o frate:

Ruolo Anni di Studio Cosa Studiare Note
Diacono 2-4 anni (per diaconi permanenti) Teologia, Sacra Scrittura, Liturgia, Pastorale, Catechesi, Spiritualità I diaconi permanenti possono essere uomini sposati o celibi. Gli studi sono in genere part-time.
Prete 6-8 anni Filosofia (2-4 anni), Teologia (4 anni), Sacra Scrittura, Liturgia, Pastorale, Diritto Canonico, Catechesi, Spiritualità Dopo il percorso formativo in seminario, il candidato è ordinato diacono transitorio prima di diventare prete.
Vescovo Nessun corso specifico aggiuntivo Esperienza pastorale, conoscenza avanzata della Teologia, Diritto Canonico, Spiritualità, Leadership Un vescovo è solitamente un prete con esperienza significativa. Viene nominato dal Papa.
Cardinale Nessun corso specifico aggiuntivo Teologia, Pastorale, Leadership, Diritto Canonico, Diplomazia, Amministrazione ecclesiastica I cardinali sono spesso vescovi o arcivescovi esperti, nominati dal Papa.
Suora 1-2 anni di postulantato e noviziato, 3-9 anni per i voti perpetui Spiritualità, Regola dell’ordine, Teologia, Sacra Scrittura, Pastorale, Catechesi, eventuali studi professionali (sanitari, educativi, ecc.) Ogni ordine religioso ha un percorso di formazione specifico. L’iter può variare a seconda del carisma dell’ordine.
Frate 1-2 anni di postulantato e noviziato, 3-9 anni per i voti perpetui Spiritualità, Regola dell’ordine, Teologia, Sacra Scrittura, Pastorale, Catechesi, eventuali studi professionali (sanitari, educativi, ecc.) Come per le suore, ogni ordine religioso di frati ha un percorso di formazione specifico.

Note Aggiuntive:

  • Diaconi Permanenti: Possono essere uomini sposati o celibi. Non proseguono al sacerdozio, ma si preparano per il diaconato attraverso corsi teologici e pastorali che possono essere part-time.
  • Preti: Il percorso per diventare sacerdote comporta una lunga formazione accademica e spirituale in seminario. Includendo la formazione iniziale e l’ordinazione diaconale transitoria, il percorso può variare da 6 a 8 anni.
  • Vescovi e Cardinali: Non vi sono anni di studio specifici aggiuntivi, poiché la nomina avviene su base di esperienza e servizio nella Chiesa. Tuttavia, i vescovi spesso frequentano corsi di aggiornamento teologico e di leadership.
  • Suore e Frati: La formazione varia notevolmente tra ordini religiosi. Include una fase iniziale di postulantato (1-2 anni), seguita dal noviziato (1-2 anni) e diversi anni di professione temporanea prima di fare i voti perpetui.


Trovare lavoro come prete o suora/frate

Oggi come oggi lavorare come prete o frate o suora è abbastanza semplice. La crisi di vocazioni ha portato ad una vera e propria ‘fame di preti‘ specialmente nel Nostro paese.

D’altronde il prete è praticamente un mestiere come un altro, si consideri che si hanno molti benefit, ad esempio le offerte dei fedeli possono aiutare a pagare le bollette di luce, acqua, gas, eventuale affitto, macchina per spostarsi eccetera.

Di solito i ragazzi che si dicono contrari alla vita ecclesiastica lo fanno perchè non ci si può sposare. In realtà molti preti da sempre i preti convivono con qualcuno del sesso opposto ( o dello stesso sesso) per tutta la vita, quindi non si possono sposare, ma spesso fanno quello che fanno tutti gli altri uomini.

Limitante invece è l’attività delle suore, in quanto se vogliono guadagnare soldi lo devono fare con attività esterne ( tipo l’insegnamento).

A chi voglia fare offerte direttamente al Papa, rimandiamo al Sito Ufficiale del Vaticano “Obolo di San Pietro

Altri stipendi di professionisti in Italia:

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.

12 commenti

  1. avete scritto cose vere e cose non vere…. quando si pubblicano notizie di questo tipo bisogna stare attenti… come potete affermare che tutti i preti convivono ? perché trascinare tutti nel fango? non sarebbe meglio distinguere? poi la maggioranza delle suore in pensione non percepisce 900 € al mese ma la pensione sociale che si aggira su 400€ . grazie e buon lavoro ma serio e ben documentato lea capanni

    1. Grazie del contributo.
      L’articolo è stato rivisto e corretto , con l’aggiunta delle nuove informazioni che sono state verificate più attentamente.

    2. “Un diacono può essere anche una donna. Di solito prendono uno stipendio equiparato al parroco, cioè 1.200 euro al mese.”

      Può essere una donna ma non nella chiesa cattolica apostolica romana. È meglio specificare se si vuole dare una corretta informazione. Tante cose esatte, tante da rivedere. buon lavoro.

  2. Credo che in ogni caso non si possa rendere l’idea di una vita da religioso.
    La vita dei monaci, ad esempio, é durissima se condotta secondo gli antichi canoni…
    Chi non l’ha mai provata non cerchi di spiegarsela o di spiegarla ad altri.
    Lasciate perdere gli esempi “leggeri” e approfondite le storie dei santi, anche dei contemporanei ….magari qualche beato o beata, qualcuno come Chiara Luce Badano, scoprendo intrecci d’amore e dolore tali da farvi scappare al solo pensiero…e lasciate stare, se non volete correre il rischio di sentirvi chiamati

  3. Non ho capito l’ultima parte di quanto hai scritto. Concordo con te oer la prima parte. PS Chiara Luce non è/era monaca. Comunque un sacerdote che fa il prete è sempre a disposizione di tutti e anche dei fedeli. Lavora più di un assistente doviale e di uno psicologo. Purtroppo nascano sempre più queste figure nella nostra società che pensa al profitto e non agli altri

  4. È un grave errore mescolare mestieri o professioni like con quelle religiose. Quella del sacerdote è una vocazione non un mestiere E pertanto farne un’analisi solo sociologica rischia di essere fuorviante. Il sacerdote è colui che dalla vita Dio integralmente non lo stipendio e comunque non si sceglie di fare il prete Come si sceglie di fare il poliziotto altri mestieri ma si diventa preti solo come risposta ad una vocazione, cioè una chiamata di Dio. Tutto il resto non c’entra, meglio: tutto il tutto il resto è noia.

    1. Egregia Maura, la tua considerazione , seppur rispettabile, rispecchia quella di quanti vivono la realtà ecclesiale come veri osservanti dei dettami evangelici. Però ti assicuro, per la mia decennale esperienza, che più stai dentro e più vorresti starne fuori. Non c’è attività o iniziativa dei sacerdoti,che non parta da una valutazione di ritorno economico. Un esempio pratico, sai che non sempre in una parrocchia esiste una cassa comune tra parrocchiani e clero? Che le offerte date per commemorare i defunti confluiscono nella cassa dei sacerdoti? Che da la cassa della parrocchia vengono prelevate mensilmente delle integrazioni per il parroco ed il viceparroco, in aggiunta alla quota dell’istituto diocesano per il sostentamento del clero, nonostante questi abbiano un bilancio che ogni anno è sempre più attivo? Non parliamo poi del tenore di vita che dovrebbe rispettare le regole di “obbedienza, carità e castità”. Naturalmente non bisogna generalizzare, ma ti assicuro che le eccezioni sono minime, se non rare.

  5. Non è vero che l’8 per mille è una “donazione” che i contribuenti italiani fanno alla Chiesa: Le “donazioni” sono atti di liberalità SPONTANEI, mente l’8 per mille è un PRELIEVO dell’IRPEF di TUTTI gli italiani che viene OBBLIGATORIAMENTE distratto dallo Stato italiano e distribuito, poi, alla Chiesa e ad altre confessioni “ammesse”, che hanno stipulato “INTESE” con lo Stato, in base alle “SCELTE” che i contribuenti hanno fatto nella dichiarazione dei redditi. Quindi l’8 per mille viene SEMPRE prelevato dalle tasse che gli italiani versano allo Stato e, poi, lo Stato (laico?) italiano lo REGALA alla Chiesa che ne fa quello che vuole, e cioè lo destinata per circa l’86 % per pagarsi gli “STIPENDI”, mentre le briciole vengono destinate in opere di carità. Quindi gli stipendi di preti, vescovi, cardinali etc. li pagano gli italiani, anche quelli atei io agnostici. Questa è la VERITA’.

    1. La Chiesa sfama almeno 6 milioni di famiglie ogni anno.
      Gestisce il 90% del patrimonio artistico italiano, quello grazie al quale abbiamo il turismo
      La Chiesa aveva uno Stato che è stato usurpato dalla Monarchia Sabauda

      Per questo l’italia gli da qualche soldo che prende dalle tasse

    2. “Un diacono può essere anche una donna. Di solito prendono uno stipendio equiparato al parroco, cioè 1.200 euro al mese.”

      Può essere una donna ma non nella chiesa cattolica apostolica romana. È meglio specificare se si vuole dare una corretta informazione. Tante cose esatte, tante da rivedere. buon lavoro.

  6. i docenti di Religione Cattolica sia che siano incaricati a tempo indeterminato (che abbiano superato il concorso del 2004), incaricati a tempo determinato delle scuole Statali e supplenti annuali o a breve termine sono pagati esclusivamente dallo Stato Italiano per conto del MIM, dalla Ragioneria dello Stato. Le Diocesi hanno esclusivamente il ruolo di proporne la nomina ai Dirigenti Scolastici sulla base delle richieste delle scuole.
    Il Vaticano e le Diocesi non hanno mai erogato gli stipendi agli IDR, ma si occupano soltanto del percorso universitario di Teologia o di Scienze Religiose.
    Pietro Marsiglia
    Docente di Ruolo di Religione Cattolica

  7. avete scritto una marea di FANDONIE: nella Chiesa Cattolica il diacono NON può essere anche donna e VIVE DEL SUO STIPENDIO, fatta salva l’eccezione di un incarico ecclesiale che lo precluda dall’attività lavorativa.
    poi sulle altre …stendiamo un velo pietoso…FALSA INFORMAZIONE

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