Arrivano pessime notizie dalla crisi del Mar Rosso. secondo alcuni analisti e responsabili di Hedge Funds il prezzo del petrolio a breve tornerà sopra i 100 $ al barile ( oggi è a 70) e quindi anche il prezzo della benzina alla pompa in Italia potrebbe tornare presto sopra i 2 euro al litro.
Per l’economia europea sarebbe un grave problema, per questo bisogna tentare di fare qualcosa.
Cosa sta succedendo nello stretto di Hormuz
Negli ultimi mesi, gli Houthi, un gruppo ribelle yemenita sostenuto dall’Iran, hanno intensificato gli attacchi alle navi mercantili e alle petroliere che transitano nello stretto di Hormuz, un passaggio strategico che collega il Golfo Persico all’Oceano Indiano.
Gli attacchi degli Houthi hanno provocato danni a diverse navi, tra cui una petroliera greca, una nave cisterna norvegese e una nave da carico panamense. Nessuno è rimasto ferito, ma gli attacchi hanno causato preoccupazioni per la sicurezza della navigazione nella regione.
I motivi degli attacchi degli Houti non sono del tutto chiari, Loro dicono per rappresaglia contro israele che sta facendo un’operazione militare a Gaza, gli analisti dicono che è per far vedere all’Iran che loro gli fanno man forte contro Israele, ma è anche probabile che siano legati al conflitto nello Yemen, dove i ribelli combattono contro il governo sostenuto dall’Arabia Saudita o che siano proprio tutte queste 3 ragioni a spingerli ad agire così. Gli Houti potrebbero cercare di utilizzare gli attacchi come strumento di pressione per ottenere un vantaggio nel conflitto o per attirare l’attenzione internazionale sulla loro causa.
Gli attacchi degli Houti hanno anche sollevato preoccupazioni per la sicurezza delle forniture energetiche globali. Lo stretto di Hormuz è un importante passaggio per il trasporto del petrolio e del gas naturale, e gli attacchi potrebbero interrompere le forniture e provocare un aumento dei prezzi dell’energia.
In risposta agli attacchi, gli Stati Uniti hanno rafforzato la presenza militare nella regione. La Quinta flotta americana, con base a Bahrain, ha schierato più navi e aerei per proteggere le navi mercantili che transitano nello stretto di Hormuz.
L’Unione Europea ha anche annunciato l’invio di navi militari nella regione per contribuire alla sicurezza della navigazione. La missione EUNAVFOR Atalanta, che si occupa di combattere la pirateria al largo della Somalia, ha spostato alcune delle sue navi nel Mar Rosso per proteggere le navi mercantili.
Le tensioni nello stretto di Hormuz sono un rischio per la sicurezza globale e potrebbero avere un impatto negativo sull’economia mondiale.
L’aumento del prezzo del petrolio e della benzina e lo zampino di Putin
Gli Houti sostengono che smetteranno di attaccare le navi mercantili solo quando Israele cesserà le operazioni militari a Gaza.
Questo significa che per almeno 2 mesi gli attacchi continueranno.
Dopo essere stati intervistati, diversi responsabili di Hedge Funds ( i fondi privati che smuovono centinaia di miliardi di dollari di investimenti privati ca tutto il mondo) hanno dichiarato che il prezzo del petrolio aumenterà proprio a causa dei problemi delle navi mercantili sul Mar Rosso e che se oggi ancora non è aumentato, è solo grazie alle scorte che ci sono in tutto il mondo i cui magazzini sono ancora pieni.
Difficile anche non pensare che dietro a questa nuova strategia degli Houti _ Iran non ci sia proprio la Russia di Putin, alleata di ferro dell’Iran che ricordiamo fa parte dei BRICS.