Prezzo del Greggio la Crisi in Medio Oriente potrebbe far Aumentare l’Inflazione

I prezzi del petrolio sono in aumento mentre gli investitori valutano l’impatto delle tensioni in Medio Oriente.

I futures del greggio Brent hanno guadagnato l’1,01%, o 79 centesimi, raggiungendo i 78,94 dollari al barile intorno alle 11:55.

Ciò segue un leggero calo di 14 centesimi lunedì. Allo stesso modo, il greggio statunitense West Texas Intermediate è aumentato dello 0,63%, o 46 centesimi, rispetto ai 73,14 dollari al barile di venerdì, con i mercati statunitensi chiusi lunedì per festività.

L’attenzione si concentra sull’escalation del conflitto in Medio Oriente, in particolare con il movimento Houthi nello Yemen che espande i suoi obiettivi nella regione del Mar Rosso, esprimendo l’intenzione di includere navi statunitensi, portando ad una maggiore volatilità nei futures del petrolio.

Di conseguenza, sempre più petroliere cercano di evitare il Mar Rosso meridionale.

Prezzo del Greggio la Crisi in Medio Oriente potrebbe far Aumentare l'Inflazione
Prezzo del Greggio la Crisi in Medio Oriente potrebbe far Aumentare l’Inflazione

In mezzo a queste preoccupazioni geopolitiche, gli analisti suggeriscono che il premio di rischio geopolitico sui prezzi del petrolio potrebbe avere un limite a meno che la produzione non venga interrotta.

Dal lato della domanda, le raffinerie di petrolio cinesi stanno cercando attivamente le consegne di marzo e aprile per rafforzare le scorte in previsione di una domanda più forte nella seconda metà dell’anno.

Inoltre, gli investitori attendono con impazienza un discorso di Christopher Waller della Federal Reserve alle 17:00 ora italiana per avere indicazioni su quando la Fed potrebbe iniziare i tagli dei tassi di interesse.

L’aumento del prezzo del greggio potrebbe far ripartire l’inflazione

Proprio ora che sembrava che il mostro dell’inflazione fosse tornato nel suo mondo ( le previsioni per il 2024 dicono che in Europa dovrebbe esserci il 5,73% di inflazione in questo nuovo anno) il blocco del Canale di Suez potrebbe far tornare in alto il prezzo del petrolio e delle materie prime.

Di certo se la situazione non si sblocca le materie prime o semilavorati dalla Cina ci metteranno molto più tempo per arrivare in Europa e l’Italia sarà la prima nazione ad essere colpita a causa di un calo di commerci nei suoi porti principali quali Gioia Tauro, Genova e Brindisi/Ancona.

La 3a guerra mondiale è già in atto come dicono molti politici internazionali?

Ormai sui siti internazionali di politica si parla apeertamente di 3a guerra mondiale già in atto.

Russia e ( parte) dei Brics schierati contro i paesi occidentali / NATO.

Israele essendo un alleato di ferro della NATO è anche nemico dei BRICS che a loro volta fanno la corte agli stati arabi, molti dei quali però non vogliono sapere nulla di guerra contro l’occidente in quanto in ottimi rapporti come Ara bia Saudita ed Egitto, cioè i due stati arabi più forti militarmente ed economicamente.

Se prima era solo Russia contro Ucraina e NATO dal 7 Ottobre 2023 con le stragi in Israele il livello di scontro si è alato e l’intervento dei separatisti sciiti yemeniti che bombardano Israele e che sequestrano ogni tipo di nave occidentale che passa di fronte alle sue coste complica tutto e fa vedere un quadro d’insieme troppo simile a quello che Putin ha dichiarato più volte per non far pensare che tutte queste tattiche sono state studiate e sono comandate ( o quanto meno autorizzate)  da Mosca, Teheran ( che sovvenziona direttamente sia Hamas che Houti) e  Pechino .

Torneremo su questo argomento preoccupante e difficile anche da comprendere.

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.