Negli ultimi dieci anni, la spesa militare italiana ha mostrato una tendenza generale all’aumento, raggiungendo livelli record negli anni più recenti, ma un aumento molto lieve ( dello 0,1% – 0,2% del PIL ogni anno) ma che è in tendenza con gli accordi NATO di farla arrivare almeno al 2% poi poi passare al 3%. . Questa crescita è particolarmente marcata nella seconda metà del periodo analizzato, con un’accelerazione significativa a partire dal 2021. Nonostante questo incremento in termini assoluti, la spesa militare italiana in rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL) è rimasta costantemente al di sotto dell’obiettivo del 2% stabilito dalla NATO, sebbene vi siano stati impegni e proiezioni per raggiungere tale soglia in futuro. L’allocazione del budget della difesa evidenzia una significativa quota destinata ai costi del personale, ma si osserva un crescente investimento in nuovi armamenti ed equipaggiamenti. In prospettiva, le dinamiche geopolitiche globali e gli impegni internazionali dell’Italia suggeriscono una probabile continuazione di questa tendenza all’aumento della spesa militare.
2. Introduzione:
La spesa militare rappresenta un indicatore cruciale delle priorità di sicurezza di una nazione e ha un impatto significativo sull’economia nazionale. Questo rapporto si propone di condurre un’analisi dettagliata delle tendenze della spesa militare italiana negli ultimi dieci anni, coprendo il periodo approssimativo dal 2015 al 2024, con le proiezioni disponibili per il 2025 e oltre. L’analisi esaminerà la spesa totale, la spesa in percentuale del PIL, i confronti con gli obiettivi della NATO e l’allocazione del bilancio della difesa. Le fonti di dati primarie utilizzate per questa analisi includono i rapporti ufficiali del governo italiano (ad esempio, il bilancio del Ministero della Difesa), i dati dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e le cifre fornite dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), riconoscendo le potenziali variazioni dovute a diverse metodologie di calcolo.
3. Tendenze nella Spesa Militare Totale Italiana (Valori Assoluti):
La spesa militare annuale italiana, espressa in miliardi di euro, per il periodo di analisi è la seguente: nel 2016 si è attestata tra i 19,4 e i 20,0 miliardi di euro 1. Nel 2017, la spesa è stata di circa 20,3 miliardi di euro 1. Il 2018 ha visto una spesa di circa 21,0 miliardi di euro 1, seguita da circa 21,4 miliardi nel 2019 1. Nel 2020, la spesa è salita a circa 22,9 miliardi di euro 1, e nel 2021 si è registrata tra i 24,5 e i 24,6 miliardi di euro 1. La spesa nel 2022 è stata di circa 26,0 miliardi di euro 1, per poi raggiungere i 27,7 – 28,6 miliardi di euro nel 2023 1. Le stime per il 2024 indicano una spesa tra i 29,2 e i 31,3 miliardi di euro 1, mentre le proiezioni per il 2025 si collocano tra i 28,9 e i 32,0 miliardi di euro 1.
Questi dati evidenziano chiaramente una tendenza al rialzo costante nella spesa militare italiana in termini assoluti nel corso dell’ultimo decennio. Gli incrementi più significativi si sono verificati nella seconda metà del periodo, in particolare a partire dal 2021, culminando in una spesa prevista a livelli record nel 2025. L’aumento dal 2016 al 2025 è considerevole, stimato intorno al 60-61% 2, sottolineando un notevole spostamento verso un maggiore investimento nel settore della difesa. È importante notare lievi variazioni nelle cifre tra le diverse fonti, che potrebbero essere attribuite a differenti metodi di contabilizzazione o all’inclusione/esclusione di specifiche categorie di spesa (ad esempio, le pensioni, le forze paramilitari).
L’aumento nominale osservato nel corso del decennio, pari al 60-61% 2, riflette probabilmente sia un aumento degli acquisti che potenziali pressioni inflazionistiche. Per comprendere appieno la reale variazione nella capacità di difesa, sarebbe necessario adeguare queste cifre all’inflazione in un’analisi economica più completa. La prevista allocazione di circa 13 miliardi di euro per nuovi armamenti nel 2025 2 indica una forte enfasi sulla modernizzazione dell’hardware militare italiano. Questo consistente investimento suggerisce un focus strategico sul miglioramento delle capacità di combattimento e potenzialmente sulla risoluzione di presunte lacune operative. Le lievi discrepanze nelle cifre di spesa riportate (ad esempio, l’intervallo per il 2025) evidenziano la complessità della definizione e della misurazione della spesa militare. Diverse organizzazioni potrebbero includere elementi differenti (ad esempio, le pensioni militari gestite al di fuori del bilancio del Ministero della Difesa), portando a queste variazioni. Il rapporto dovrebbe basarsi principalmente su una fonte coerente (ad esempio, SIPRI o dati governativi ufficiali) per l’analisi delle tendenze, pur riconoscendo queste differenze.
4. Spesa Militare Italiana in Percentuale del PIL:
La spesa militare annuale italiana in percentuale del Prodotto Interno Lordo (PIL) per gli ultimi dieci anni è stata la seguente: 1,40% nel 2013 11; 1,28% nel 2014 11; 1,21% 11, 1,07% 5 o 1,4% 12 – SIPRI] nel 2015; 1,33% nel 2016 11; 1,36% sia nel 2017 che nel 2018 11; 1,31% 11 o 1,18% 13 nel 2019; 1,74% 11, 1,59% 5 o 1,6% 14 nel 2020; 1,72% 11, 1,41% 13 o 1,57% 5 nel 2021; 1,68% nel 2022 11; 1,46% 4 o 1,6% 15 – SIPRI] o 1,49% 16 nel 2023; 1,54% 7 o 1,5% 17 o 1,46% 4 nel 2024 (proiettato); e 1,57% 7 o 1,5% 8 nel 2025 (proiettato).
La spesa militare italiana in percentuale del PIL ha oscillato nel corso dell’ultimo decennio, rimanendo generalmente al di sotto dell’1,5%, con l’eccezione di un notevole aumento intorno al 2020-2021. Il picco di questo rapporto intorno al 2020-2021 (raggiungendo anche l’1,74% secondo alcune fonti) coincide con la recessione economica causata dalla pandemia di COVID-19, suggerendo che una diminuzione del PIL ha contribuito a questa percentuale più elevata. Le cifre e le proiezioni più recenti indicano un ritorno a livelli intorno all’1,4-1,6% del PIL. Si riscontra una certa variazione nelle percentuali riportate tra diverse fonti (ad esempio, SIPRI rispetto ai dati nazionali), probabilmente dovuta a differenti definizioni di spesa militare e calcoli del PIL.
Nonostante i recenti aumenti della spesa assoluta, l’Italia è rimasta costantemente al di sotto dell’obiettivo della NATO di destinare il 2% del PIL alla difesa per tutto l’ultimo decennio 4. Questa persistente carenza evidenzia una sfida chiave per l’Italia nel rispettare i propri impegni all’interno dell’alleanza. L’aumento del rapporto spesa/PIL nel 2020-2021 è stato significativamente influenzato dalla contrazione dell’economia italiana a causa della pandemia 5. Ciò illustra l’importanza di considerare il contesto economico quando si analizza la spesa per la difesa in percentuale del PIL. Un rapporto più elevato non equivale necessariamente a un esercito più forte se l’economia si è ridotta considerevolmente. La tabella fornita nello Snippet11 offre una preziosa visione consolidata della spesa militare italiana in percentuale del PIL dal 2013 al 2022, basata su una fonte specifica (Macrotrends). Includere una tabella simile nel rapporto, potenzialmente aggiornata con dati più recenti da altre fonti affidabili come SIPRI e il governo italiano, fornirebbe al lettore una panoramica chiara e facilmente comprensibile di questa metrica chiave nel periodo decennale.
5. Confronto con gli Obiettivi di Spesa della NATO:
La NATO ha da tempo stabilito una linea guida per gli stati membri di allocare almeno il 2% del loro PIL alla spesa per la difesa 4. L’analisi della spesa italiana in percentuale del PIL rispetto a questo parametro nel corso del decennio esaminato mostra costantemente una spesa inferiore a questo obiettivo. Si discute inoltre all’interno della NATO la possibilità di innalzare l’obiettivo di spesa al 2,5% o addirittura al 3% del PIL, a causa delle crescenti tensioni geopolitiche 6. Ciò amplierebbe ulteriormente il divario per l’Italia se la sua spesa rimanesse ai livelli attualmente previsti. L’Italia ha dichiarato l’intenzione di raggiungere l’obiettivo del 2% entro il 2028 19, ma sussistono dubbi e sfide associati al raggiungimento di questo obiettivo, data l’attuale traiettoria prevista della spesa 7. È importante notare il crescente numero di membri della NATO che raggiungono l’obiettivo del 2% (ad esempio, 18 previsti nel 2024 secondo4, rispetto a soli tre nel 2014), collocando l’Italia tra una minoranza sempre più ristretta di nazioni al di sotto di questa soglia 4.
Nonostante i ripetuti impegni di vari governi italiani a rispettare l’obiettivo di spesa del 2% della NATO 13, la costante incapacità di farlo nel corso dell’ultimo decennio suggerisce sfide sottostanti, potenzialmente legate a vincoli economici e priorità di bilancio concorrenti. Ciò solleva interrogativi sulla credibilità di questi impegni e sull’allineamento strategico a lungo termine dell’Italia con le aspettative di condivisione degli oneri della NATO. Il previsto graduale aumento della spesa per la difesa italiana in percentuale del PIL 7 è improbabile che sia sufficiente a raggiungere l’obiettivo del 2% della NATO entro il 2028, poiché i livelli previsti si aggirano intorno all’1,5-1,6%. Ciò indica un divario significativo che richiederebbe un aumento molto più consistente della spesa per la difesa o una notevole impennata della crescita economica per raggiungere l’obiettivo dichiarato. La strategia italiana di fare affidamento su significativi contributi di truppe alla NATO e ad altre missioni internazionali come modo per compensare la minore spesa finanziaria 17 potrebbe diventare meno efficace nell’attuale clima geopolitico, in cui l’enfasi è sempre più sui contributi finanziari alla difesa collettiva. Sebbene gli impegni operativi dell’Italia siano preziosi, la persistente carenza nella spesa per la difesa potrebbe oscurare questi contributi agli occhi di alcuni alleati.
6. Ripartizione della Spesa Militare (Opzionale):
Il bilancio della difesa italiano è generalmente allocato in diverse categorie. I costi del personale rappresentano costantemente una parte significativa del bilancio (ad esempio, il 61% nel 2023 secondo4, il 62% nel 2021 secondo21. La spesa per investimenti/capitale (inclusi gli armamenti) mostra una tendenza all’aumento, con significative allocazioni per nuovi sistemi d’arma (ad esempio, 13 miliardi di euro previsti per il 2025 secondo2; 24% nel 2021 secondo21; quota crescente di spesa in conto capitale secondo1. Le spese per operazioni e manutenzione/esercizio sono storicamente inferiori rispetto al personale e agli investimenti (ad esempio, il 14% nel 2021 secondo21. Le missioni internazionali ammontano a circa 1,21 miliardi di euro nel 2025 8, mentre le pensioni si attestano intorno ai 4,5 miliardi di euro nello stesso anno 8. La spesa per l’approvvigionamento è in aumento, raggiungendo i 9,31 miliardi di euro nel 2024 23.
La proporzione relativamente elevata della spesa destinata al personale è stata una caratteristica di lunga data del bilancio della difesa italiano, potenzialmente limitando i fondi disponibili per la modernizzazione e l’addestramento. Il recente aumento della spesa complessiva sembra essere in parte guidato da un significativo aumento degli investimenti in nuovi equipaggiamenti e sistemi d’arma, indicando un’attenzione al miglioramento delle capacità militari. L’allocazione per operazioni e manutenzione rimane relativamente bassa, il che potrebbe avere implicazioni per la prontezza e la dispiegabilità degli asset militari.
Il persistente squilibrio nell’allocazione della spesa, con una larga parte dedicata al personale e una quantità relativamente inferiore per l’addestramento 4, solleva preoccupazioni sull’efficacia a lungo termine dell’esercito italiano. Un addestramento adeguato è fondamentale per utilizzare efficacemente le attrezzature moderne, e una focalizzazione sproporzionata sui costi del personale potrebbe ostacolare lo sviluppo delle competenze e delle conoscenze necessarie. Questa situazione potrebbe riflettere rigidità strutturali nel bilancio della difesa o una storica enfasi sulla forza del personale. Affrontare questo problema richiederebbe probabilmente riforme strategiche nella gestione del personale e nell’allocazione delle risorse. La tendenza all’aumento della spesa in conto capitale 1 suggerisce un crescente riconoscimento della necessità di modernizzare le forze armate italiane. Questo investimento in nuovi equipaggiamenti, inclusi aerei avanzati come l’F-35 e potenzialmente nuovi carri armati e navi, potrebbe migliorare significativamente le capacità militari italiane nei prossimi anni. Questa spinta alla modernizzazione è probabilmente influenzata sia dai requisiti della NATO che dalla valutazione italiana delle proprie esigenze di sicurezza in un ambiente globale in evoluzione. L’efficacia di questo investimento dipenderà da fattori come l’approvvigionamento tempestivo, un addestramento adeguato e una pianificazione della manutenzione a lungo termine. La dettagliata ripartizione della spesa militare italiana per bilancio, in percentuale del PIL e per categorie di spesa fornita nello Snippet21 per l’anno 2021 offre un’utile istantanea dell’allocazione delle risorse per la difesa in un anno specifico. Sebbene le tendenze generali siano importanti, tali ripartizioni dettagliate per più anni all’interno del decennio (se disponibili da altre fonti) fornirebbero una comprensione più sfumata di come le priorità di difesa italiane si sono evolute nel tempo. Confrontare queste ripartizioni dettagliate su più anni rivelerebbe cambiamenti nelle priorità di spesa, ad esempio, se l’aumento della spesa complessiva sia principalmente guidato dai costi del personale, dagli investimenti in attrezzature o da altri fattori.
7. Prospettive Future e Sviluppi Recenti:
Il recente aumento della spesa militare in Italia, in particolare le cifre previste per il 2025, si inserisce in un contesto di accresciute tensioni geopolitiche, inclusa la guerra in Ucraina 6. Questo ambiente esterno è probabilmente un motore significativo dell’aumento degli investimenti nella difesa. L’Italia ha ribadito il suo impegno a raggiungere l’obiettivo di spesa della NATO del 2% entro il 2028 19, ma le attuali proiezioni suggeriscono una continua carenza, indicando la necessità di ulteriori aumenti significativi nei prossimi anni. Le potenziali implicazioni delle discussioni all’interno della NATO sull’innalzamento dell’obiettivo al 2,5% o al 3% 6 rappresenterebbero una sfida ancora maggiore per l’Italia. La proposta clausola di salvaguardia dell’UE sulla spesa per la difesa potrebbe consentire agli stati membri di aumentare la spesa militare senza che ciò influisca direttamente sul rispetto delle regole fiscali dell’UE 20. Ciò potrebbe fornire all’Italia una maggiore flessibilità nel perseguire i propri obiettivi di spesa per la difesa. Organizzazioni come Sbilanciamoci considerano l’aumento della spesa militare come una cattiva allocazione di risorse che potrebbero essere utilizzate meglio per programmi sociali e iniziative ambientali 9, evidenziando il dibattito interno sulle priorità della spesa per la difesa. La società di difesa italiana Leonardo prevede un aumento del proprio volume d’affari grazie all’atteso incremento della spesa per la difesa in Italia e in tutta Europa 26, indicando un potenziale impulso per l’industria nazionale della difesa.
Il significativo aumento previsto della spesa militare per il 2025 2 suggerisce fortemente un deliberato cambiamento politico verso una postura di difesa più robusta, probabilmente influenzata dall’evoluzione del panorama della sicurezza globale. Ciò potrebbe avere implicazioni significative per il futuro ruolo dell’Italia nella sicurezza internazionale e per le sue relazioni con gli alleati. L’aumento della spesa per la difesa italiana fa parte di una tendenza più ampia in Europa e a livello globale 25, guidata da una percepita crescita delle minacce alla sicurezza e dell’instabilità geopolitica. Ciò suggerisce che l’Italia non è sola nella sua decisione di allocare maggiori risorse alla difesa, e questa tendenza è probabile che continui nel prossimo futuro. La potenziale attivazione della clausola di salvaguardia dell’UE 20 potrebbe essere un fattore cruciale che consentirà all’Italia di aumentare la propria spesa per la difesa per raggiungere gli obiettivi della NATO senza subire eccessive pressioni sul bilancio nazionale e sui livelli di deficit. Ciò potrebbe dare un impulso significativo alla capacità dell’Italia di investire nelle proprie capacità militari nei prossimi anni.
8. Conclusioni:
La spesa militare italiana ha registrato un aumento complessivo nell’ultimo decennio, con una crescita particolarmente significativa negli anni più recenti, pur rimanendo costantemente al di sotto dell’obiettivo del 2% del PIL stabilito dalla NATO. Si osserva un incremento nell’allocazione di risorse per l’investimento in nuovi equipaggiamenti, parallelamente ai significativi costi del personale. In prospettiva, è probabile che la spesa per la difesa continui ad aumentare, guidata da fattori geopolitici e dall’impegno dell’Italia nei confronti della NATO, sebbene permanga un dibattito sull’allocazione ottimale delle risorse nazionali.
9. Appendice:
- Tabella 1: Spesa Militare Italiana (in Miliardi di Euro) – 2015-2025 (Proiettato)
Anno | Spesa (Miliardi di Euro) | Fonte |
2015 | 22.18 – 23.8 | 11 |
2016 | 19.4 – 20.0 | 1 |
2017 | 20.3 – 26.45 | 1 |
2018 | 21.0 – 28.42 | 1 |
2019 | 21.4 – 26.38 | 1 |
2020 | 22.9 – 32.93 | 1 |
2021 | 24.5 – 36.25 | 1 |
2022 | 26.0 – 33.49 | 1 |
2023 | 27.7 – 28.6 | 1 |
2024 (Prev.) | 29.2 – 31.3 | 1 |
2025 (Prev.) | 28.9 – 32.0 | 1 |
- Tabella 2: Spesa Militare Italiana come Percentuale del PIL – 2015-2025 (Proiettato)
Anno | Percentuale del PIL | Fonte |
2015 | 1.07 – 1.40 | 5 |
2016 | 1.33 | 11 |
2017 | 1.36 | 11 |
2018 | 1.36 | 11 |
2019 | 1.18 – 1.31 | 11 |
2020 | 1.59 – 1.74 | 5 |
2021 | 1.41 – 1.72 | 5 |
2022 | 1.68 | 11 |
2023 | 1.46 – 1.60 | 4 |
2024 (Prev.) | 1.46 – 1.54 | 4 |
2025 (Prev.) | 1.50 – 1.57 | 7 |
- Grafico 1: Spesa Militare Italiana (in Miliardi di Euro) – Serie Temporale (2015-2025)
(Un grafico a linee che mostra la spesa militare in miliardi di euro sull’asse y e gli anni dal 2015 al 2025 sull’asse x. Il grafico dovrebbe mostrare una tendenza generale all’aumento, con un’impennata negli anni più recenti.) - Grafico 2: Spesa Militare Italiana come Percentuale del PIL – Serie Temporale (2015-2025)
(Un grafico a linee che mostra la percentuale del PIL sull’asse y e gli anni dal 2015 al 2025 sull’asse x. Il grafico dovrebbe mostrare una fluttuazione, rimanendo generalmente al di sotto del 1.75%, con un picco nel 2020-2021.)
Bibliografia
Le spese per la difesa nel bilancio dello Stato, accesso eseguito il giorno marzo 19, 2025, https://temi.camera.it/leg19/temi/19_il-bilancio-della-difesa-in-breve_d_d.html
- Confronto F-35 Eurofighter, Rafale, Gripen, 346 leonardo.
- Corno d’Africa: Interessi italiani
- La VERITA’ sulla potenza nucleare della Nato
- Nuove armi NATO all’Ucraina per estate 2024
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