Quello dell’e-commerce è uno dei pochi settori economici in crescita, nonostante la crisi della pandemia globale, tanto che in Italia sono oltre 29 milioni i suoi fruitori. Aprire un negozio online quindi è diventata una priorità per chi ha già ha un negozio o ne vuole aprire uno. Complice anche la pandemia globale infatti, molte aziende si sono ritrovate a cambiare il loro modello di business.
Che sia per portare un’attività reale nel web o creare un punto vendita prettamente virtuale, aprire un negozio online può essere una valida opportunità . Ovviamente, in entrambi i casi non basta avere un semplice sito, occorre piuttosto adempiere agli obblighi burocratici e pianificare una strategia chiara, valutando spese, nicchia di pubblico e tutte le occasioni che il web offre.
Cos’è un e-commerce e qual è la situazione italiana?
Quando si parla di e-commerce si intende un negozio online, in grado di vendere beni e servizi direttamente in via telematica, attraverso corrispondenza postale/corrieri, con ordini d’acquisto e fatture in formato elettronico. Le sue origini risalgono al 1971, attraverso la rete Arpanet in Massachusetts, Stati Uniti.
La sua identità è cambiata radicalmente nel corso degli anni, tanto che è possibile trovare online numerose categorie merceologiche, dai beni fisici come libri, dvd, videogiochi, abbigliamento, accessori o oggetti per la casa, a quelli virtuali (disciplinati dalla Direttiva 2002/38/CE), quali servizi, formazione, consulenza o prodotti informatici in download che sostituiscono quelli fisici.
Ne esistono diverse categorie in funzione del pubblico, le più importanti sono:
- B2C (business to consumer), dedicati ai consumatori
- B2B (business to business), dedicati ad altre attività commerciali
- B2A (business to administration), dedicati alle amministrazioni
Più recentemente è sorta anche la categoria C2C, consumer to consumer, nella quale sono privati a vendere e acquistare tra loro beni e servizi. Anche i pagamenti saranno online, attraverso carte di debito/credito o circuiti di pagamento come Paypal o Stripe, ma alcune realtà offrono anche ritiro e pagamento in sede.
Dagli anni 2010 il negozio online può essere di tre nature:
- Bricks & Clicks, negozio fisico che approda online seguendo medesima immagine correlata e stile comunicativo
- Pure Click, negozio che nasce direttamente online senza sede fisica
- Dropshipping, negozio che senza possedere fisicamente la merce fa da intermediario, attingendo direttamente dai magazzini dei fornitori pagandovi quote all’ingrosso
Eccetto grandi colossi come Amazon e Ebay, in Italia gli e-commerce sono sempre più prerogativa delle PMI: secondo Unioncamere da 2015 a 2020 sono 23.386 in più le attività online registrate sul territorio nazionale.
I dati del Registro delle Imprese, invece, attestano che nel 2019 sono state iscritte 6,968 imprese online, mentre il fatturato totale è aumentato del 17%; al 2020 sono invece il 12% le aziende italiane ad avere negozi online. Complice l’emergenza CoViD-19, entro fine 2020 la spesa media annuale online si attesterà a circa 700,00 euro a persona.
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Come aprire un negozio online? Analisi preliminari e obblighi burocratici
Che sia nativo o estensione di quello fisico, l’e-commerce richiede un attento studio, volto a strutturare una strategia di web marketing. Dopo analisi tipiche su idea, settore di vendita e nicchia di pubblico, sarà necessario definire:
- Natura dell’e-commerce, che sia un’espansione del negozio fisico, una sua evoluzione o qualcosa di completamente nuovo
- Budget, quanto denaro destinare al sito e-commerce e tutte le attività suppellettili
- Prodotti/servizi in vendita, che siano gli stessi del negozio fisico o altri, stabilendo contatti coi fornitori e definendone le quantitÃ
- Logistica e spedizioni, stabilendo accordi e tariffe con corrieri/società di spedizione
- Area geografica di competenza, che sia locale, nazionale o internazionale
Le imprese che operano online vengono iscritte al Registro delle Imprese con codice ATECO 47.91.1, mentre richiedono Partita IVA se le vendite sono svolte con regolarità e superino reddito di 5.000 euro annuali; in caso contrario sarà necessario solo specificarne i ricavi nella voce Altri Redditi del Modello 730. Ai sensi del d.l. 185/1999, una volta che il sito sarà online, dovrà disporre di Partita IVA in home page e informativa privacy.
Come aprire un negozio online? La strategia
Terminate le analisi preliminari e ottemperati gli obblighi burocratici, è il momento di lanciare il proprio negozio online. Per farlo sarà fondamentale osservare attentamente i competitor, studiandone (e quando possibile replicandone) modello di business, stile e canali di comunicazione, prodotti offerti e rapporti coi clienti. Definendoli, si idea una strategia che inizierà da:
- Nome, che sia lo stesso del negozio fisico qualora si abbia o completamente differente, deve rispecchiare identità e filosofia dell’attività , oltre che essere incisivo, distintivo e facilmente riconoscibile, utilizzabile anche come nome a dominio
- Logo, un marchio di fabbrica, depositato, che rispecchi il brand e lo renda riconoscibile sin dai primi approcci; anch’esso deve essere in linea con l’identità dell’attività e può essere un logotipo, un pittogramma o entrambi
- Slogan/claim, una frase d’impatto che sottolinei particolarità e punti di forza del proprio brand, distinguendolo dalla concorrenza e coinvolgendo maggiormente il pubblico
Si proseguirà poi strutturando la propria presenza online. Per il sito e-commerce occorre scegliere e progettare un design accattivante e coinvolgente, che presenti un impatto grafico immediato favorendo la navigazione e, ovviamente, l’acquisto. Processi che dovranno essere in ogni caso semplici e intuitivi.
Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C, a fine 2019 gli acquisti da smartphone rappresentano il 40% del totale, proprio per questo tale sito dovrà essere obbligatoriamente responsive, studiandone l’opportuna fruibilità da dispositivi mobili.
Per presenza online non è inteso solo il sito bensì anche tutto ciò che ruota attorno a esso, ossia:
- Posizionamento SEO, per acquisire e mantenere posizione sui motori di ricerca, ottimizzando i contenuti testuali, visivi e strutturali affinchè siano facilmente rintracciabili; la SEO premia anche accessibilità e velocità del sito
- Canali social associati, da cui convogliarvi traffico, che siano adeguatamente gestiti e aggiornati con contenuti utili e interessanti; la scelta è soggettiva e basata sul proprio obiettivo, ma non tutti i social possono essere adatti
- Sponsorizzazioni, attraverso Google Ads o inserzioni Facebook/Instagram
- Acquisizione e fidelizzazione, attraverso modulo contatti su landing page e newsletter, per inviare ai clienti novità e promozioni (solo dopo compilazione con esplicito consenso)
Tutti i prodotti inseriti devono avere foto d’alta qualità e descrizioni più verosimili possibile che ne rendano idea immediata, non devono poi mancare informazioni su dimensioni e peso. E’ poi estremamente importante suddividere i prodotti in apposite categorie, affinchè siano più facilmente ricercabili all’interno del sito.
Ruolo fondamentale ha inoltre la gestione delle spedizioni: influendo sul prezzo finale di un prodotto, possono essere gratuite o dal costo variabile in base a prodotti acquistati e/o destinazione geografica. Se possibile e previe disponibilità economiche, si può collegare l’e-commerce ad un sistema gestionale.
In alternativa, si può optare per il ritiro/reso in sede, modalità chiamata click and collect, che secondo Netcomm al 2020 è scelta dal 37% dei gestori e-commerce italiani, con una crescita del 349% durante i mesi di quarantena. Infine, non vanno dimenticate scontistiche e offerte speciali, dedicate a nuovi utenti, clienti fedeli o acquisti rilevanti.
Quale piattaforma scegliere per aprire un negozio online?
Anche qualora non si abbia dimestichezza con compilazione, programmazione o sviluppo di siti web, il negozio online è facilmente creabile e gestibile grazie a specifiche piattaforme di costruzione siti, chiamate CMS (content management system).
Queste offrono centinaia di template grafici gratuiti, responsive e personalizzabili a proprio piacimento, oltre che funzioni di caricamento prodotti e categorie, impostazioni interne e dati su ordini e vendite. Le più importanti e maggiormente utilizzate sono:
- Woocommerce, integrabile in WordPress
- Prestashop
- Magento
- Opencart
- Shopify
Eccetto plugin, temi e funzionalità aggiuntive acquistabili separatamente, tutti questi CMS sono completamente gratuiti eccetto Shopify, che dopo un periodo gratuito di 14 giorni prevede un abbonamento mensile a partire dai 25,00 euro. In tutti i casi, occorre conteggiare costi di nome a dominio e hosting, a partire dai 50,00 euro annuali, che possono essere 300,00 in caso di VPS o hosting dedicati. Esistono inoltre altre piattaforme gratuite, che presentano però numerose limitazioni strutturali oltre che efficienza e posizionamento SEO nettamente inferiori.
Conclusioni
Al termine di questa guida, si può dire che aprire un negozio online per monetizzare può essere un’occasione appetibile anche per chi non ha grandi competenze informatiche, sebbene sia un grave errore ridurre tutto alla semplice apertura di un sito. Ciò perchè le reali difficoltà non saranno nel sito in se, bensì negli ambienti suppellettili come comunicazione, logistica e forniture e, ovviamente, adempimenti burocratici.
A conti fatti, nonostante la semplicità d’utilizzo, scegliere il CMS e-commerce perfetto per le proprie necessità è particolarmente difficile, in quanto ognuno di essi presenta caratteristiche intrinseche e non tutte possono essere adatte a raggiungere determinati risultati.
In ogni caso, anche qualora si possieda già un negozio fisico, espandere il proprio modello di business all’ambiente online può essere una ricca opportunità , non solo davanti alle criticità del CoViD-19 ma anche al veloce cambiamento di abitudini e mercati; saranno fondamentali aggiornamento costante e basi di cultura digitale.
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