Case Popolari: Chi Ne Ha Diritto, Cos’è ATER ed ERP

Cercando di definire cosa si intende con il termine case popolari, possiamo fare riferimento agli immobili di proprietà dello Stato, o di enti pubblici, i quali sono assegnati ai richiedenti che possiedono determinati requisiti. Tra i requisiti richiesti, in primis, troviamo i soggetti che si trovano in condizioni di difficoltà economica, i quali possono accedere ad una casa popolare a fronte del pagamento di un canone agevolato.

L’ accesso ad una casa popolare avviene sulla valutazione di requisiti specifici.

A fronte della condizione economica disagiata del richiedente, occorre non essere titolari di alcun diritto di proprietà su immobili, avere un basso reddito che verrà valutato con i criteri Isee. Criteri agevolativi di accesso sono l’ essere un genitore single con figli a carico, le giovani coppie, i soggetti senza fissa dimora, e trovarsi in una condizione di disabilità.

Accesso ad una casa popolare

 Requisiti

I requisiti per ottenere l’accesso a case popolari in Italia variano a seconda della regione e del comune, ma ci sono alcuni requisiti generali comuni. Ecco un riepilogo dei principali:

  1. Residenza: Devi essere residente nel comune in cui fai la domanda o, in alcuni casi, dimostrare che lavori o studi in quel comune.
  2. Cittadinanza: Di solito, è richiesto essere cittadino italiano o di un paese dell’Unione Europea. Anche i cittadini extracomunitari possono accedere, ma devono avere un permesso di soggiorno valido e dimostrare una residenza continuativa in Italia per un certo numero di anni (di solito 5).
  3. Reddito: Esistono limiti di reddito massimo per poter accedere alle case popolari. Questi limiti variano a seconda del comune e della composizione del nucleo familiare. Il reddito viene calcolato in base all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).
  4. Condizioni abitative attuali: Viene data priorità a chi si trova in condizioni abitative particolarmente disagiate, come chi vive in sovraffollamento, in case non a norma, o in situazioni di emergenza abitativa.
  5. Assenza di proprietà immobiliari: Di solito, non devi possedere altre proprietà immobiliari adatte alle esigenze abitative del tuo nucleo familiare, né in Italia né all’estero.
  6. Non essere moroso: Se hai già occupato una casa popolare in passato, devi dimostrare di non essere stato sfrattato per morosità.
  7. Altri requisiti specifici: Ogni comune può aggiungere requisiti specifici, come l’età, la composizione del nucleo familiare, la disabilità, e così via.

Domanda

Le domande per le case popolari devono essere presentate al comune o all’ente di edilizia residenziale pubblica (ERP) competente, spesso durante periodi specifici dell’anno in cui vengono aperti i bandi. La graduatoria viene poi stilata in base ai requisiti soddisfatti e alle condizioni socio-economiche del richiedente.

L’ accesso ad una casa popolare inizia con una richiesta, o domanda di assegnazione da presentarsi al comune di residenza. Pur nella diversità delle formalità tra comune e comune, l’ ente pubblico fornisce al richiedente la modulistica da compilarsi, con la specifica dei documenti da presentare.

I termini d presentazione delle domande dipendono da appositi bandi che vengono aperti periodicamente.

La periodicità è, in via generale, quadriennale, ed il bando viene pubblicato sull’ albo notorio del comune dove il richiedente, ed i cittadini, possono avere accesso.

La fase di valutazione, una volta scaduti i termini, comporta la verifica dei requisiti da parte del richiedente, così come il bando richiede. Il comune utilizza una commissione di valutazione che redige una graduatoria, assegnando un punteggio ad ogni richiedente che abbia presentato domanda.

Come facile intuire, non tutti i richiedenti potranno avere accesso ad una casa popolare stante l’ esiguità delle case disponibili. Tuttavia, chi non avrà accesso alla casa popolare, entra in graduatoria, e rimarrà in attesa, con diritto di prelazione, per accedervi qualora una casa venga liberata, od il comune provveda costruire nuove abitazioni di tipo popolare.

Una volta ottenuta una casa popolare, sarà possibile acquistarla, secondo le normative comunali, con il riscatto a termini predefiniti, oppure acquistarla all’ asta, se il bando e le normative lo consentono.

Assegnazione

L’assegnazione di una casa popolare in Italia segue un processo regolamentato che varia leggermente da regione a regione, ma in generale segue queste fasi principali:

1. Presentazione della Domanda

  • Bando: I Comuni o gli Enti di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) pubblicano periodicamente dei bandi per l’assegnazione di case popolari. Questi bandi specificano i requisiti, la documentazione necessaria e le scadenze.
  • Domanda: I cittadini interessati devono presentare una domanda secondo le modalità indicate nel bando, fornendo tutta la documentazione richiesta, che solitamente include l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), certificati di residenza, stato di famiglia, e altre eventuali certificazioni (es. certificati medici in caso di disabilità).

2. Valutazione della Domanda

  • Verifica Requisiti: Una volta raccolte tutte le domande, l’ente competente verifica che i richiedenti soddisfino i requisiti indicati nel bando (ad esempio, reddito massimo, condizione di residenza, assenza di altre proprietà immobiliari).
  • Punteggio: Ad ogni domanda viene assegnato un punteggio basato su diversi fattori, come la condizione economica del nucleo familiare, la composizione del nucleo (ad esempio, presenza di figli minori, anziani, persone con disabilità), le condizioni abitative attuali, e la presenza di situazioni di emergenza (es. sfratto imminente, disagio abitativo grave).

3. Formazione della Graduatoria

  • Graduatoria Provvisoria: Sulla base dei punteggi assegnati, viene stilata una graduatoria provvisoria, che indica l’ordine di priorità per l’assegnazione delle case.
  • Ricorsi: I richiedenti hanno la possibilità di fare ricorso contro la graduatoria provvisoria se ritengono che ci siano errori nel punteggio assegnato o nella valutazione della loro domanda.
  • Graduatoria Definitiva: Dopo l’eventuale esame dei ricorsi, viene pubblicata la graduatoria definitiva.

4. Assegnazione della Casa

  • Offerta: Quando una casa popolare si rende disponibile, viene offerta al primo in graduatoria compatibile con le caratteristiche dell’immobile (ad esempio, dimensioni adeguate al numero di componenti del nucleo familiare).
  • Accettazione: Il richiedente ha un periodo di tempo per accettare l’offerta. In caso di rifiuto, la casa viene offerta al successivo in graduatoria.
  • Contratto: In caso di accettazione, viene stipulato un contratto di locazione tra il beneficiario e l’ente gestore dell’immobile. Il canone di affitto è calcolato in base al reddito del nucleo familiare.

5. Sanzioni e Revoca

  • Controlli: L’ente può effettuare controlli periodici per verificare il mantenimento dei requisiti da parte degli assegnatari. In caso di perdita dei requisiti, l’assegnazione può essere revocata.
  • Revoca: La revoca può avvenire anche in caso di morosità nel pagamento dell’affitto o di comportamenti contrari al regolamento condominiale.

6. Criteri di Priorità

  • Alcune categorie di persone hanno priorità nell’assegnazione delle case popolari, come ad esempio:
    • Famiglie con disabili.
    • Famiglie con minori.
    • Persone anziane.
    • Persone in situazione di sfratto o emergenza abitativa.
    • Vittime di violenza domestica.

Ogni comune può avere criteri specifici o modalità leggermente diverse, quindi è importante consultare il bando specifico o rivolgersi all’ufficio ERP locale per dettagli precisi.

Programmi di edilizia popolare

A livello nazionale, l’ edilizia residenziale pubblica, ha una propria normativa a partire dalle legge n. 865 del 1971, dove l’ edilizia residenziale popolare viene definita come il complesso del patrimonio immobiliare realizzato dallo Stato, od enti pubblici per costruire case a costo contenuto per i cittadini meno abbienti.

L’ edilizia pubblica è solo quella a carico totale dello Stato, regioni, od altro ente pubblico. La stessa viene considerata opera pubblica, ed alle abitazioni realizzate si applicano procedure pubbliche per la realizzazioni, così come per l’ acquisizione delle aree interessate.

Esistono, a livello nazionale, e locale, programmi di edilizia in sovvenzione che sono realizzati con l’ intervento di enti pubblici differenti: troviamo il Cipe, il Cer (comitato edilizia residenziale), Iacp ed altri.

Contrapposta all’ edilizia popolare c’è anche l’ edilizia agevolata in convenzione; questa fa riferimento alle opere edilizie realizzate con l’ intervento del settore pubblico e privato, ed il fine principale è quello di contenere i tassi di interesse dei mutui.

In tale contesto, avremo tutti sentito parlare delle cooperative edilizie, così come di enti diversificati, e di aree espropriate per il fine principale della costruzione di abitazioni in edilizia agevolata.

La fase di costruzione deve rispettare dei piani specifici per l’ edilizia economica e popolare (a tal proposito ne esistono molteplici a livello nazionale), rispettando i criteri indicati dall’ articolo 51 della legge n. 865 del 1971.

Iacp, Ater, Erp

Gli Iacp sono istituti autonomi per le case popolare, qualificabili come enti pubblici di tipo non economico, sorti con il fine di realizzare interventi di edilizia residenziale per i soggetti meno abbienti, in riferimento al R.D. n. 1165 del 1938.

Questi enti hanno assorbito i patrimoni degli enti soppressi nel corso degli anni, divenendo titolari di tutte le posizioni attive e passive degli enti precedenti (ad esempio Gescal).

Gli Iacp hanno sede in ogni capoluogo di provincia, e sebbene ci troviamo in una fase del loro superamento, questi enti hanno competenza per l’ assegnazione degli alloggi nei comuni della provincia.

Il tanto discusso operare delle cooperative edilizie, d’ altra parte, ha trovato la sua giustificazione nella funzione sociale della cooperazione con fine di mutualità in assenza di speculazione così come vuole la Costituzione all’ articolo 45. Queste cooperative hanno assunto forma di società di persone, o di capitali, ed il codice civile agli articolo 2511 e seguenti, e 2636 e seguenti, disciplinano in modo puntuale la costituzione ed il funzionamento.

Dagli Iacp, enti pubblici sorti con lo scopo di realizzare e gestire l’ edilizia pubblica volta all’ assegnazione di abitazioni ai meno abbienti, si sta passando, in riferimento al Dpr n. 616 del 1977 ed alla legge n. 142 del 1990 agli ATER. La sigla ATER sta per azienda territoriale per l’ edilizia residenziale, sempre ente pubblico a livello regionale, presente a livello provinciale, con i fini propri degli Iacp.

Un’ ATER è un ente pubblico di natura economica, con propria personalità giuridica, autonomia imprenditoriale, patrimoniale, finanziaria e contabile. Gli stessi stanno, progressivamente, soppiantando gli Iacp acquisendone i propri patrimoni, e la titolarità di ogni situazione giuridica. L’ ATER opera nel settore edilizio di carattere sociale, occupandosi di programmazione, progettazione, realizzazione e gestione dell’ edilizia popolare ed agevolata.

Concludiamo ricordando come la sigla Erp rappresenti l’ edilizia residenziale pubblica.

Si fa riferimento ad un termine, o sigla, che raccoglie in sé tre tipologie di operazioni riferibili all’ edilizia. Infatti, alla stessa si fa riferimento per indicare l’ intervento della pubblica amministrazione, sia a livello locale, sia nazionale, per gestire, realizzare, promuovere moduli abitativi in proprietà, in locazione o in superficie.

Lo scopo dell’ edilizia residenziale pubblica fa, anche, riferimento al sistema di offerta abitativa pubblica quale complesso di alloggi sociali per soddisfare i bisogni delle classi sociali in situazione di svantaggio.

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Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.

2 commenti

  1. Salve mi chiamo imma de paolo e ho 30 anni non ho un lavoro convivo con il mio fidanzato di 34 anni che ha una cosa di proprietà a Castel Volturno voglio fare una domanda per avere una casa popolare a Napoli perché qui la zona dove attualmente viviamo e degradata non ci mettete di creare un futuro migliore è pieno di persone di colore e zingari che ci rubano anche nelle casa il mio fidanzato fa il cameriere per 600 euro al mese come facciamo a pagare in fitto a Napoli per favore fateci notizie e buone feste

    1. Dovete chiedere presso il Vostro Comune di residenza, alla sezione Case Popolari.

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