Cristoforo Colombo, l’esploratore genovese che nel 1492 raggiunse il continente americano, è oggetto di contestazione e revisionismo storico per diversi motivi, molti dei quali sono legati alle conseguenze delle sue scoperte e alle azioni compiute dopo il suo arrivo nelle Americhe.
Ecco alcune ragioni principali per cui la figura di Colombo è contestata oggi:
1. Trattamento degli Indigeni
- Sfruttamento e violenza: Dopo l’arrivo di Colombo, le popolazioni indigene furono soggette a violenza, sfruttamento e schiavitù da parte degli europei.
- Malattie: Gli europei portarono con sé malattie a cui le popolazioni native non erano immuni, causando epidemie devastanti che decimarono le popolazioni indigene.
2. Inizio del Colonialismo e dello Schiavismo
- La scoperta di Colombo ha aperto la strada al colonialismo europeo nel Nuovo Mondo, con le conseguenti brutalità e ingiustizie inflitte alle popolazioni locali e africane (attraverso la tratta degli schiavi).
3. Visione Eurocentrica
- Colombo è spesso celebrato per “aver scoperto” l’America, nonostante il continente fosse già abitato da popolazioni indigene da migliaia di anni. Questa narrazione trascura e marginalizza le culture e le storie delle popolazioni native.
4. Simbolismo Negativo
- Per molte persone, soprattutto per i nativi americani, Colombo è diventato un simbolo dell’oppressione, della distruzione culturale e della violenza subite a seguito dell’arrivo degli europei.
Revisionismo Storico e ContemporaneitÃ
Oggigiorno, molte persone e comunità sostengono una riconsiderazione della storia e un ripensamento su come e chi celebrare. Ci sono sforzi per riconoscere e onorare le culture e le storie delle popolazioni indigene che erano presenti nelle Americhe ben prima dell’arrivo degli europei. Alcune città e stati negli Stati Uniti, ad esempio, hanno sostituito il “Columbus Day” (Giorno di Colombo) con il “Indigenous Peoples’ Day” (Giorno dei Popoli Indigeni) per onorare e riconoscere le culture e i contributi delle popolazioni native anziché celebrare Colombo e la colonizzazione europea.
La contestazione della figura di Cristoforo Colombo rientra in un più ampio dibattito globale sul come la storia debba essere raccontata, su chi merita di essere onorato nei discorsi storici e come le società dovrebbero affrontare le ingiustizie del passato nel contesto presente.
Chi era e cosa fece Cristoforo Colombo?Â
Cristoforo Colombo, noto anche in lingua inglese come Christopher Columbus, era un esploratore e navigatore genovese nato tra il 25 agosto e il 31 ottobre 1451. Egli è celebre per aver compiuto il viaggio nel 1492 che portò alla scoperta del continente americano da parte dell’Europa.
Viaggi di Esplorazione:
- Primo Viaggio (1492-1493): Colombo, sostenuto dai sovrani cattolici di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, intraprese il suo primo viaggio attraverso l’Atlantico con tre navi: la Santa Maria, la Pinta e la Niña. Il 12 ottobre 1492, raggiunse quello che oggi conosciamo come il Nuovo Mondo, sbarcando in un’isola delle Bahamas, e successivamente esplorando parti di ciò che oggi sono Cuba e la Repubblica Dominicana.
- Secondo Viaggio (1493-1496): Colombo esplorò le isole dei Caraibi, come Porto Rico e Jamaica, stabilendo anche un avamposto coloniale in quella che oggi è la Repubblica Dominicana, chiamato “La Isabela”.
- Terzo Viaggio (1498-1500): Durante questo viaggio, Colombo raggiunse il continente sudamericano, esplorando il litorale dell’attuale Venezuela.
- Quarto Viaggio (1502-1504): L’ultimo viaggio di Colombo lo portò nell’area dell’attuale America Centrale, esplorando regioni come il Panama.
Cosa Fece e le Sue Convinzioni:
- Rotta Occidentale per l’Asia: Colombo era convinto che esistesse una rotta occidentale per raggiungere l’Asia e le sue ricchezze, bypassando le tradizionali vie commerciali terrestri controllate dagli Ottomani.
- Colonia e Governo: Durante il secondo viaggio, Colombo istituì il primo insediamento europeo nel Nuovo Mondo, “La Isabela”, ma il suo governo fu segnato da controversie e brutalità , tanto che fu arrestato e portato in catene in Spagna alla fine del suo terzo viaggio.
- Scambi e Conquiste: I viaggi di Colombo aprirono la strada agli scambi tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, ma anche alla sottomissione, sfruttamento e decimazione delle popolazioni indigene americane.
Eredità :
L’eredità di Colombo è complessa e oggetto di numerosi dibattiti. Da un lato, viene riconosciuto come colui che ha aperto la via per i viaggi transatlantici e per l’interazione tra il Vecchio e il Nuovo Mondo. Dall’altro, le conseguenze dei suoi viaggi, inclusi lo sfruttamento e l’oppressione delle popolazioni indigene, la diffusione di malattie e l’inizio della tratta atlantica degli schiavi, sono oggi ampiamente riconosciute e criticate. La figura di Colombo rappresenta dunque un elemento fondamentale per comprendere l’incontro e lo scontro tra differenti mondi e culture e le sue ramificazioni storiche.
L’America pre – colombiana non era il paradiso che ci raccontano:
Le Americhe prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo erano abitate da una vasta gamma di popoli e culture, ciascuna con le proprie credenze, pratiche e organizzazioni sociali. Le società indigene delle Americhe erano estremamente diverse tra loro e presentavano una vasta gamma di pratiche religiose e sociali. Di seguito sono illustrati alcuni aspetti generali, ma è fondamentale sottolineare la ricchezza e la diversità delle culture pre-colombiane:
1. Sacrifici Umani e Cannibalismo:
- Aztechi: Gli Aztechi, che dominavano un vasto impero nell’attuale Messico, sono noti per i loro sacrifici umani, compiuti in contesti religiosi e sociali. Credevano che i sacrifici fossero necessari per placare gli dei e garantire la prosperità e l’equilibrio del mondo.
- Maya: Anche la civiltà Maya, localizzata nella penisola dello Yucatán e nelle zone circostanti, praticava sacrifici umani, sebbene in modo diverso rispetto agli Aztechi. Questi sacrifici erano spesso parte integrante dei rituali religiosi e delle cerimonie.
- Cannibalismo: In alcune culture pre-colombiane, il cannibalismo era praticato in contesti rituali. Tuttavia, l’entità e la diffusione di queste pratiche sono oggetto di dibattito tra gli studiosi e, in alcuni casi, potrebbero essere state esagerate o fraintese dagli europei.
2. Altre Pratiche Religiose e Sociali:
- Mississippiana: Nell’attuale Stati Uniti, la cultura mississippiana era nota per la costruzione di tumuli e per le complesse cerimonie religiose e sociali che spesso coinvolgevano il commercio a lunga distanza e interazioni sociali.
- Pueblo: I Pueblo del sud-ovest degli Stati Uniti erano noti per la loro architettura sofisticata e le pratiche agricole, oltre che per una ricca vita cerimoniale.
- Inca: Gli Inca, che controllavano un vasto impero nell’attuale Perù, avevano una società complessa con un intricato sistema di gestione statale, religione, e agricoltura.
3. Sistemi Sociali e Politici:
- Le società indigene delle Americhe avevano sistemi sociali, politici ed economici vari e sofisticati, con forme di governo, sistemi di scambio e pratiche agricole estremamente avanzate.
- Molti di questi popoli avevano conoscenze avanzate di astronomia, matematica, ingegneria e agricoltura.
Conclusione:
Le Americhe prima dell’arrivo di Colombo erano caratterizzate da una miriade di culture diverse e complesse, ognuna con le proprie credenze, pratiche e organizzazioni sociali. La varietà di pratiche religiose, i modi in cui la società era organizzata, e le tecniche che erano state sviluppate per manipolare l’ambiente erano estremamente vari e rappresentano un ricco panorama di umanità e ingegno. Mentre alcuni aspetti, come i sacrifici umani e il cannibalismo, possono colpire la nostra sensibilità contemporanea, è vitale approcciare queste culture con rispetto e cercare di comprendere queste pratiche nel loro contesto culturale e religioso.
Guerre e schiavitù nell’America pre colombiana
Nell’America pre-colombiana, le società e le culture erano incredibilmente variegate, e così anche le pratiche relative a guerre e schiavitù. Differenti gruppi avevano differenti usanze e norme sociali. Qui ci sono alcune generalità , sempre ricordando che la diversità culturale di queste società rende ogni generalizzazione piuttosto limitata:
Schiavismo:
- Diffusione Varia: In alcune culture pre-colombiane, la schiavitù era praticata, ma la forma e la funzione di tale schiavitù potevano variare notevolmente tra diverse società e regioni.
- Cattura in Guerra: Spesso, gli schiavi erano prigionieri di guerra o individui catturati durante razzie in altri villaggi o tribù.
- Funzione Sociale: Gli schiavi potevano essere utilizzati per lavoro, come servitori, o, in alcuni casi, essere sacrificati in rituali religiosi.
- Schiavitù Temporanea: In alcune culture, la schiavitù poteva anche essere temporanea o avere la possibilità di acquisire la libertà attraverso diversi mezzi.
Guerre:
- Conflitti Vari: Esistevano conflitti tra diversi gruppi indigeni per varie ragioni, tra cui competizione per le risorse, tensioni politiche, o vendette tra gruppi.
- Modalità : Le guerre potevano assumere diverse forme e scale, da scaramucce di confine a conflitti più organizzati e su larga scala.
- Prigionieri: I prigionieri catturati durante le guerre potevano essere assoggettati, uccisi, o, in alcuni casi, adottati nelle tribù dei vincitori.
- Alleanze: Vi erano anche complesse alleanze tra differenti gruppi, e queste potevano cambiare nel tempo a causa di mutamenti politici e sociali.
Esempi:
- Gli Aztechi erano noti per le loro conquiste militari e per l’assoggettamento di altre città -stato nell’area mesoamericana, richiedendo tributi e, in alcuni casi, praticando sacrifici umani.
- Le Cinque Nazioni della Confederazione Irochese (poi diventate Sei Nazioni) avevano sistemi complessi di alleanze e talvolta conflitti con altre tribù, ma anche un sofisticato sistema di governo che mediava tra i diversi gruppi membri.
- Nell’impero Inca, esisteva una forma di servitù conosciuta come “mita”, attraverso la quale si richiedeva che i sudditi lavorassero per un certo periodo di tempo su progetti statali in cambio di protezione e accesso a risorse.
Ancora una volta, è essenziale sottolineare che le pratiche relative a guerra e schiavitù erano estremamente varie nelle Americhe pre-colombiane, riflettendo la vasta gamma di culture e società presenti. La comprensione di queste pratiche richiede un esame attento e specifico delle singole società e delle loro credenze, economie, e strutture politiche.
Giudicare il passato con gli occhi del presente è corretto?
La questione se sia corretto o meno giudicare personaggi storici sulla base della morale contemporanea è oggetto di vivaci dibattiti tra storici, filosofi e sociologi. Questa tematica è strettamente legata al concetto di “presentismo”, che si riferisce all’applicazione di standard etici e morali contemporanei per valutare eventi, culture o individui del passato. Di seguito sono presentati alcuni punti di vista in merito:
Contro il Giudizio con la Morale Contemporanea:
- Contesto Storico: Le società cambiano e con esse anche i valori e le norme. Gli individui del passato agivano in base alle norme e alle conoscenze del loro tempo.
- Comprensione Obiettiva: Applicare la morale odierna può offuscare la comprensione obiettiva dei fatti e delle motivazioni che stavano dietro le azioni dei personaggi storici.
A Favore del Giudizio con la Morale Contemporanea:
- Diritti Umani: Alcuni argomentano che certi principi, come i diritti umani fondamentali, sono universali e atemporali, e pertanto le azioni passate possono e devono essere valutate anche con un occhio critico.
- Reinterpretazione: Rivedere e rivalutare il passato alla luce dei valori contemporanei è a volte visto come un modo per riconoscere e correggere ingiustizie storiche e offrire un riconoscimento alle vittime del passato.
Un Approccio Bilanciato:
- Empatia Storica: Comprendere le azioni dei personaggi storici nel contesto delle loro epoche e culture, cercando di capire le ragioni delle loro azioni senza necessariamente giustificarle.
- Apprendimento: Utilizzare la storia come mezzo per riflettere su come la società è cambiata e su come possiamo evitare di ripetere errori del passato.
- Riconoscimento: È possibile riconoscere i danni e le sofferenze causate nel passato, anche se non si giudicano moralmente gli individui coinvolti con gli standard odierni.
In sintesi, se da un lato è fondamentale comprendere il contesto storico in cui gli individui agivano, dall’altro è altrettanto importante riflettere sulle sofferenze e sulle ingiustizie causate dalle loro azioni. Trovare un equilibrio tra la comprensione delle azioni nel loro contesto storico e il riconoscimento delle ingiustizie è una sfida intricata e continua nell’ambito degli studi storici.
Il Mito del Buon selvaggio nell’america pre colombiana
Il mito del “buon selvaggio” è un’idea che si è sviluppata prevalentemente nel contesto culturale ed etico europeo, sebbene abbia radici e implicazioni che si estendono ben oltre i confini europei. È un concetto che sostiene che gli esseri umani sono buoni per natura e che è la civiltà , con le sue regole e strutture, a corrompere questa bontà innata. Nel contesto delle popolazioni indigene e delle scoperte del Nuovo Mondo, il “buon selvaggio” è stato utilizzato in modi particolarmente persistenti e problematici. Ecco alcuni punti chiave relativi a questo concetto:
Origini e Sviluppo:
- Illuminismo: Il mito del “buon selvaggio” ha guadagnato particolare popolarità durante l’Illuminismo, quando filosofi come Jean-Jacques Rousseau hanno teorizzato che gli umani erano essenzialmente buoni per natura e che era la società a corrompere quest’intrinseca bontà .
- Contrapposizione: La figura del “buon selvaggio” è stata spesso contrapposta alla corruzione percepita delle società europee, funzionando come uno specchio critico per le questioni etiche e morali delle società civili.
Applicazione alle Società Indigene:
- Idealizzazione: Le società indigene, in particolare quelle delle Americhe, sono state spesso idealizzate come incarnazioni del “buon selvaggio” – esseri umani in uno stato di natura, non corrotti dalle complessità e dalle immoralità delle società europee.
- Strumentalizzazione: Questa idealizzazione ha spesso trascurato o ignorato la realtà delle culture indigene, riducendole a semplici strumenti retorici per discutere questioni europee, invece che riconoscere la loro piena umanità , complessità e diversità .
- Infantilizzazione: Le culture indigene sono state spesso percepite come naive, innocenti e prive della sofisticata malizia delle società europee, un’idea che sminuisce e infantilizza interi popoli e culture.
Problemi e Critiche:
- Monolitismo: La nozione del “buon selvaggio” tende a trattare le culture indigene come monolitiche e statiche, negando la loro ricca diversità e dinamiche storiche.
- Deumanizzazione: Mentre può sembrare positivo, il mito deumanizza gli indigeni, riducendoli a stereotipi e negando loro l’accesso alla pienezza e complessità della condizione umana.
- Giustificazione: In certi casi, l’idea del “buon selvaggio” ha potuto giustificare politiche di assimilazione forzata, suggerendo che i popoli indigeni necessitavano della “guida” europea per navigare la modernità .
Contemporaneità :
- Ancora oggi, le echi del mito del “buon selvaggio” possono essere riscontrate in varie forme di rappresentazione e interazione con le culture indigene, perpetuando stereotipi e ostacolando la comprensione autentica e il riconoscimento dei diritti indigeni.
Il mito del “buon selvaggio” offre uno sguardo penetrante nelle dinamiche del potere, della rappresentazione e dell’alterità , esplorando come le popolazioni indigene sono state viste – e sono ancora viste – attraverso lenti distorte e come queste percezioni influenzano le politiche e le interazioni fino ai giorni nostri.