Quanto Costa Divorziare, Divorzio differenza con Separazione

Quanto costa fare un divorzio oggi? Quali sono le procedure da seguire e gli aspetti legali? Cosa significa?

La disciplina giuridica del divorzio ha subito una modifica rilevante con l’ introduzione della legge n. 55 del 2015: è stato introdotto il divorzio breve, riducendo i tempi per mettere fine ad ogni vincolo che lega i coniugi dopo la celebrazione del matrimonio civile.

Altra novità riguarda la possibilità di divorziare senza alcuna necessità di presentarsi in Tribunale.

Proviamo a puntualizzare e a capire gli aspetti legali ed economici di questo strumento giuridico.

Perchè marito e moglie divorziano?

I motivi per cui marito e moglie possono decidere di divorziare possono essere molteplici e variare da coppia a coppia. Tuttavia, alcune ragioni comuni per il divorzio includono:

  1. Incompatibilità: le differenze di personalità, valori o obiettivi possono portare a conflitti persistenti e incomprensioni nella relazione.
  2. Infedeltà: la scoperta di un tradimento da parte di uno dei partner può causare gravi danni al rapporto e alla fiducia reciproca.
  3. Problemi finanziari: disaccordi riguardo a questioni finanziarie, come il bilancio familiare, il risparmio o il debito, possono portare a tensioni tra i coniugi.
  4. Mancanza di comunicazione: una comunicazione insufficiente o inesistente può causare incomprensioni, frustrazione e insoddisfazione nella relazione.
  5. Problemi legati alla sfera sessuale: divergenze riguardo alla frequenza o alla qualità delle relazioni sessuali possono portare a insoddisfazione e tensioni tra i partner.
  6. Abuso: in presenza di abuso fisico, emotivo o psicologico da parte di uno dei coniugi, l’altro partner potrebbe decidere di porre fine al matrimonio.
  7. Crescita personale divergente: con il passare del tempo, i partner possono cambiare e sviluppare nuovi interessi o priorità che non sono più compatibili con quelli del coniuge.
  8. Problemi legati all’educazione dei figli: disaccordi sull’educazione dei figli o sulla disciplina possono portare a tensioni tra i genitori e, in alcuni casi, alla decisione di divorziare.

È importante notare che ogni coppia è unica e che le ragioni che portano al divorzio possono variare. Inoltre, in molti paesi, è possibile ottenere un divorzio senza dover dimostrare colpa o motivo specifico, attraverso il cosiddetto “divorzio no-fault”.

Come funziona la procedura per un divorzio oggi

Il divorzio, quale cessazione degli effetti giuridici derivanti dalla celebrazione del matrimonio civile, può oggi svolgersi in Comune (sia per la fase preliminare della separazione, sia per il divorzio vero e proprio) con la negoziazione assistita del Tribunale competente.

1. Divorzio con accordo consensuale senza figli

Fondamentale, in tale percorso, è che i coniugi riescano ad elaborare un accordo per le condizioni del divorzio. In tal caso, ci si presenta al sindaco del Comune di residenza (dei coniugi), o di quello in cui è stato celebrato il matrimonio: la procedura prevede due appuntamenti distanziati, l’ uno dall’ altro, da un mese.

Quindi, parliamo di consensualità, e soprattutto assenza di figli minorenni, o maggiorenni con handicap, o maggiorenni non economicamente autosufficienti.

L’ accordo raggiunto dai coniugi non prevede alcun patto di trasferimento patrimoniale: quindi nessun accordo per ciò che riguarda la divisione di beni immobili, o mobili, acquisiti durante il matrimonio. L’ assegno di mantenimento è previsto nella negoziazione.

In Comune, in sostanza, ci si separa, o divorziare, se l’ accordo prevede il versamento dell’ assegno di mantenimento. Potrà sembrare un paradosso, ma il costo del divorzio con tale procedura è pari ad Eur 16,00, oltre i diritti a favore dell’ ufficiale di stato civile.

2. Divorzio consensuale con negoziazione assistita

Altra possibilità di divorzio è quella di una negoziazione assistita dei coniugi (anche per la separazione), con l’ ausilio di un avvocato divorzista per ciascuno dei due coniugi,, il cosiddetto DIVORZIO CONSENSUALE.

Parliamo sempre di una separazione / divorzio consensuale: i coniugi collaborano fattivamente per il raggiungimento dell’ accordo con la cooperazione dei legali di parte. Rispetto alla fattispecie precedente, è possibile divorziare anche in presenza di figli minorenni, o maggiorenni non economicamente autosufficienti. È ammesso, ovviamente, l’ accordo per la divisione dei beni derivanti dal rapporto di coniugio.

Una volta che i coniugi, o ex coniugi per dir meglio, hanno raggiunto l’ accordo (ma anche in caso di separazione – fase di anticamera al divorzio) viene redatto un verbale. Il verbale certifica che l’ accordo raggiunto sia conforme alla normativa, ed all’ ordine pubblico. Successivamente si passa alla firma dei coniugi, con autocertificazione delle firme a cura dei legali. L’ ultimo passaggio prevede l’ invio del verbale di accordo, a cura degli avvocati, al procuratore della Repubblica (competente per territorio) per fini di verifica/controllo.

Il procuratore della Repubblica, in caso di assenza di figli minorenni, o maggiorenni che necessitino di sostentamento economico, verificato che l’ accordo sia stato elaborato regolarmente, fornisce il nullaosta affinchè l’ ufficiale dello stato civile possa procedere.

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Divorzio: Significato, Procedura, Costi ed Aspetti Legali

Il costo di un divorzio in Italia

Il costo del divorzio o della separazione può variare notevolmente a seconda di vari fattori, tra cui il paese in cui ci si trova, se il divorzio è contestato o no, la complessità delle questioni finanziarie e la custodia dei figli, l’assistenza legale che si decide di utilizzare e molto altro.

Ad esempio, in Italia, i costi possono includere:

  1. Spese legali: Il costo di un avvocato può variare a seconda dell’esperienza e del livello di competenza, ma di solito oscilla tra €1,000 e €5,000 per un divorzio consensuale, e può essere molto più alto per un divorzio contenzioso. Alcuni avvocati possono richiedere un acconto e poi addebitare una tariffa oraria, mentre altri potrebbero offrire una tariffa forfettaria per l’intero processo.
  2. Costi del tribunale: Questi possono includere tasse per il deposito di documenti, costi per la mediazione o l’arbitrato e altri costi associati. Questi possono variare ma possono costare diverse centinaia di euro.
  3. Altri costi: Ci possono essere costi addizionali per servizi come la mediazione familiare, l’assistenza di consulenti finanziari, la valutazione di beni e proprietà, e così via.

Ricorda che queste sono solo stime e i costi reali possono variare. È importante discutere con un avvocato o un consulente legale per avere una comprensione più precisa dei potenziali costi di un divorzio o di una separazione nel tuo caso specifico.

Fattori che possono far variare il costo di un divorzio 

Puntualizziamo sui costi del divorzio oltre quanto sopra detto.

Il contributo unificato, nell’ ipotesi di divorzio consensuale (i casi di cui sopra sono ipotesi di divorzio consensuale) è pari ad Eur 43,00 nel primo caso, ed Eur 98,00 nel caso giudiziale. Trattandosi di ipotesi di consensulità l’ importo può essere diviso in egual misura tra i coniugi, altrimenti spetta al primo tra i due che abbia dato l’ avvio alla procedura.

Le parcelle legali, nell’ entità sopra ricordata, è ovvio che possono cambiare da legale a legale, per cui occorre sempre negoziare quanto dovuto, in relazione all’ entità delle riunioni effettuate per raggiungere l’ accordo. Precisiamo come per il coniuge che versi in condizioni di gravi difficoltà economica, è ammesso il gratuito patrocinio, con esclusione del versamento del contributo unificato citato.

Il mantenimento e l’ assegno di divorzio

Mantenimento ed assegno di divorzio sono aspetti molto importanti, e che possono sollevare liti o questioni infinite tra gli ex coniugi.

Di norma, il problema fondamentale è comprendere quale dei due coniugi abbia il reddito maggiore: a suo carico la corresponsione dell’ assegno di divorzio, o più comunemente il mantenimento. Al mantenimento dell’ ex coniuge, occorre pensare ai figli. Gli importi corrisposti variano a seconda del reddito di quel coniuge che sarà obbligato a favore di quel coniuge che abbia un tenore di vita inferiore rispetto all’ altro.

Il giudice, nel determinare l’ importo dovuto, terrà conto di alcuni fattori che possono far lievitare, o contrarre, l’ entità dell’ assegno da versare. A puro titolo di esempio, una moglie casalinga subirà dei parametri di calcolo differenti rispetto ad una moglie che lavora part time. Altri fattori sono legati all’ età dei coniugi, la perdita del lavoro, lo stato di salute, casa di proprietà o affitto, e molto altro.

Il giudice, nello stabilire l’ entità dell’ assegno, dovrà valutare l’ insufficienza dei mezzi a disposizione da parte del coniuge richiedente. Si parla di comparazione tra tenore di vita in costanza di matrimonio, e post divorzio, considerando le aspettative che si sarebbero sviluppate se la vita coniugale fosse proseguita.

Questa fase, molto delicata, prevede il ricostruire il tenore di vita del coniuge che sarà obbligato, considerando i redditi disponibili, valutazione di documenti etc. Al giudice viene, tuttavia, concessa la possibilità di considerare il solo tenore i vita durante la vita coniugale. Egli può anche disporre indagini, od approfondimenti fiscali, per reperire dati certi per calcolare l’ assegno a favore del coniuge più debole.

Qualora vi sia più di un figlio che necessiti sostentamento economico, è possibile che il giudice arrivi a determinare l’ assegno divorzile fino a tre quinti del reddito del coniuge che sarà obbligato. In caso di assenza totale di figli, l’ assegno di mantenimento può toccare un massimo di un terzo del reddito del coniuge obbligato.

L’ assegno di mantenimento, in favore dei figli, dovrà essere corrisposto fino a quando gli stessi diventino indipendenti sul piano economico. Discorso diverso per l’ assegno a favore della moglie che può protrarsi per anni ed anni, salvo un ricalcolo qualora siano variate le condizioni economiche sia dell’ obbligato, sia del coniuge beneficiario.

Cosa dice la legge sul divorzio del 1974 in Italia

La legge sul divorzio in Italia è stata introdotta per la prima volta nel 1970, con la Legge n. 898 del 1 dicembre 1970, e successivamente modificata da varie leggi nel corso degli anni. Tuttavia, al momento della mia conoscenza, che si ferma a settembre 2021, l’anno di riferimento per la normativa sul divorzio in Italia è il 1970, non il 1974.

La legge n. 898/1970 ha introdotto il divorzio in Italia per la prima volta, stabilendo le condizioni per la sua concessione e la procedura da seguire. Secondo questa legge, il divorzio può essere richiesto in caso di:

  1. Separazione legale dei coniugi per almeno 5 anni (ridotti a 3 anni nel 1987).
  2. Condanna definitiva per delitti contro la vita, l’onore, la libertà personale o la libertà e la dignità sessuale del coniuge o dei figli.
  3. Tentativo di uccidere il coniuge.
  4. Inasprimento delle condizioni di vita dovuto a colpa.
  5. Mancanza di adempimento degli obblighi di mantenimento da parte del coniuge.
  6. Affidamento a istituto di pena.

Inoltre, la legge prevede la divisione dei beni e la determinazione di un assegno di mantenimento per il coniuge economicamente più debole, a meno che il coniuge non sia in grado di provvedere al proprio sostentamento.

La legge sul divorzio in Italia è stata successivamente modificata più volte, con cambiamenti nelle procedure, nei tempi di attesa e nelle condizioni per la sua concessione. Pertanto, è importante tenere presente che le informazioni fornite qui possono essere diverse dalle disposizioni legali vigenti al momento della tua domanda. Si consiglia sempre di consultare un avvocato specializzato in diritto di famiglia per informazioni aggiornate e dettagliate sulla legislazione vigente sul divorzio in Italia.

Quanto costa un avvocato divorzista dall’inizio alla fine del divorzio

 

I costi di un avvocato divorzista possono variare in base a diversi fattori, tra cui la complessità del caso, la reputazione e l’esperienza dell’avvocato, la durata del processo e la regione o il paese in cui ti trovi. In generale, un divorzio può essere più costoso se ci sono conflitti riguardo alla divisione dei beni, all’affidamento dei figli, all’assegno di mantenimento o ad altri aspetti.

Ecco una stima approssimativa dei costi per un avvocato divorzista:

  1. Tariffe orarie: gli avvocati divorzisti possono addebitare tariffe orarie che variano dai 100 ai 500 euro o più a seconda della loro esperienza e della regione. Per un divorzio non contenzioso e semplice, il numero di ore richieste potrebbe essere relativamente basso. Tuttavia, se il caso è contenzioso e richiede negoziazioni, mediazione o udienze in tribunale, il numero di ore e, di conseguenza, i costi aumenteranno.
  2. Tariffa forfettaria: in alcuni casi, gli avvocati possono offrire un costo fisso per un divorzio non contenzioso e semplice. Questo può variare da 1.000 a 5.000 euro o più, a seconda dell’avvocato e della complessità del caso.
  3. Spese legali aggiuntive: oltre alle tariffe dell’avvocato, potrebbero esserci costi aggiuntivi, come le tasse da pagare al tribunale, i costi di notifica, le spese per l’assistenza di un mediatore, i costi per l’ottenimento di copie certificate di documenti e le spese per consulenti o periti, se necessari.

Tieni presente che queste cifre sono solo stime e i costi effettivi possono variare notevolmente a seconda delle circostanze specifiche del tuo caso e della regione in cui vivi. È importante discutere apertamente dei costi con il tuo avvocato e chiedere un preventivo scritto prima di procedere con il tuo caso.

Differenza tra separazione e divorzio nella legislazione italiana

In base alla legislazione italiana, la separazione e il divorzio sono due concetti distinti che riguardano la dissoluzione del matrimonio, ma presentano alcune differenze importanti.

La separazione è una situazione in cui i coniugi decidono di vivere separati e di interrompere la loro convivenza, mantenendo però lo stato civile di sposati. La separazione può avvenire in diversi modi:

  1. Separazione consensuale: entrambi i coniugi concordano sulla decisione di separarsi e sottopongono al giudice un accordo di separazione che regoli gli aspetti connessi, come la divisione dei beni e la gestione dei figli.
  2. Separazione giudiziale: in caso di mancato accordo tra i coniugi, uno dei coniugi può presentare una domanda di separazione al tribunale. Il giudice valuterà la situazione e prenderà una decisione sulla separazione e sui relativi aspetti, come il mantenimento dei figli e l’assegnazione della casa coniugale.

La separazione può essere richiesta anche senza l’obbligo di presentare un motivo specifico, in quanto l’Italia ha adottato la cosiddetta “separazione senza colpa”.

Il divorzio, d’altra parte, è la procedura legale che pone fine al matrimonio e scioglie completamente i vincoli tra i coniugi. A differenza della separazione, il divorzio comporta la fine dello stato civile di sposati. Anche per il divorzio esistono due forme principali:

  1. Divorzio consensuale: entrambi i coniugi concordano sulla decisione di divorziare e presentano una domanda congiunta al tribunale. Una volta approvato dal giudice, il divorzio diventa definitivo.
  2. Divorzio giudiziale: in caso di mancato accordo tra i coniugi, uno dei coniugi può presentare una domanda di divorzio al tribunale. Il giudice valuterà la situazione e, se riterrà che ci siano le condizioni necessarie, emetterà una sentenza di divorzio.

È importante sottolineare che, a differenza della separazione, per il divorzio in Italia è richiesta una motivazione, ovvero la rottura irreversibile del vincolo matrimoniale.

In entrambi i casi, sia per la separazione che per il divorzio, possono essere regolati vari aspetti, come la divisione dei beni, il mantenimento dei figli e la gestione delle questioni patrimoniali.

È sempre consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto di famiglia per ottenere informazioni specifiche sulla procedura di separazione o divorzio e per comprendere appieno i diritti e gli obblighi legali che ne derivano.

 

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