La laurea in ingegneria si conferma una garanzia per accedere al mondo del lavoro, grazie alla grande serie di applicazioni in molti aspetti della vita professionale.
Stereotipando, si tende a classificare le facoltà d’ingegneria come quelle più difficili, al contrario di quelle umanistiche, ritenute popolarmente più semplici.
La difficoltà di una facoltà è relativa e soggettiva, in base a carattere, obiettivi e propensione allo studio, ma l’ingegneria presenta dei fattori per cui è vista più ostica rispetto ad altre, primi tra tutti l’elevato obbligo di frequenza e l’accessibilità attraverso test d’ammissione. Quali sono le facoltà d’ingegneria più difficili?
Perché i corsi di laurea di ingegneria sono considerate le più difficili?
Le facoltà scientifiche, in particolare quelle d’ingegneria, sono popolarmente riconosciute come più valide, performanti e vantaggiose rispetto quelle umanistiche, per via della facilità di collocamento post-laurea in funzione dei requisiti del mercato del lavoro odierno. Secondo AlmaLaurea, esse hanno infatti tassi d’occupazione entro i 5 anni dalla laurea dal 70% al 90%.
A questi punti di forza si aggiungono però alcuni fattori di difficoltà, che le rendono meno accessibili rispetto a molte facoltà dell’area umanistica e sociale:
- Disponibilità a numero chiuso e attraverso concorso pubblico, con test d’ammissione, disciplinato dal d.l. 264/1999
- Elevati obblighi di frequenza in facoltà
- Maggiore impegno richiesto in temi ed esami affrontati
Occorre poi ricordare che, per molti percorsi d’ingegneria, si avrà la necessità di una laurea specialistica al termine della triennale per rafforzare le proprie competenze e incrementare le opportunità di lavoro/carriera. Infine, per la maggior parte dei profili professionali, si richiederà Partita IVA e iscrizione al proprio albo di riferimento.
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Esaminando i dati del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, tra 2018 e 2019 emerge un aumento delle iscrizioni ai corsi d’ingegneria dell’11,1%, con i Politecnici di Milano e Torino che raccolgono oltre il 22% di tutte le matricole di tali facoltà. Tuttavia, indipendentemente da convinzioni popolari, per stabilire quali siano le facoltà d’ingegneria più difficili occorre considerare le loro caratteristiche intrinseche.
1. Ingegneria aerospaziale
Percorso universitario triennale, si pone come obiettivo quello di fornire allo studente la preparazione fondamentale su matematica e fisica, portandolo alla conoscenza di aspetti connessi alle discipline su cui la facoltà si struttura:
- Ingegneria aeronautica
- Ingegneria spaziale
- Astronautica
Tali tematiche si affronteranno attraverso moduli di laboratorio sperimentale e numerico, mirati a offrire metodologie avanzate spendibili in vari contesti lavorativi.
L’ingegnere aerospaziale può trovare occupazione principalmente in industrie costruttrici di velivoli, propulsori, veicoli spaziali e componenti affini, così come in aziende che operano nella manutenzione e gestione, anche verso flotte aeree e servizi aeroportuali. Al termine del corso triennale, il laureato può proseguire con una facoltà specialistica in Ingegneria aeronautica o Ingegneria spaziale e astronautica.
2. Ingegneria fisica
Facoltà triennale che offre allo studente solida cultura ingegneristica, con forte preparazione nei vari campi della fisica applicata, affiancata a insegnamenti di:
- Matematica
- Chimica
- Informatica
- Fotonica
- Preparazione ingegneristica in
- Elettronica
- Meccanica automatica ed energetica
Ogni attività in laboratori sperimentali sarà mirata a gestione e progettazione di prodotti e processi altamente tecnologici, a disposizione di vari settori industriali, con riferimento alla fisica della materia.
L’ingegnere fisico può trovare occupazione in ambiti quali questi università, società di ricerca pubbliche e private e società di consulenza, anche fuori dai confini nazionali, con applicazioni nell’industria di fotonica, semiconduttori e superconduttori, biomedica e produzione d’energia. Al termine del corso triennale, il laureato può proseguire con una facoltà specialistica in Engineering physics o Nuclear engineering.
3. Ingegneria chimica
Corso universitario triennale che porta lo studente ad approfondimento e applicazione di tutti i processi di trasformazione di materia ed energia, rivolti a più contesti professionali estendendosi a campi come:
- Produzione beni materiali
- Erogazione servizi
- Riduzione azioni inquinanti
Direttamente da laboratorio, il percorso di studi richiederà conoscenza di chimica, fisica e matematica, con concetti scalabili e trasferibili a contesti industriali come quello alimentare, tessile, delle materie plastiche, cosmetico, farmaceutico, ambientale ed energetico.
L’ingegnere chimico può trovare occupazione principalmente in industrie produttrici di vario genere, nazionali e internazionali, data la grande trasversalità della disciplina. Al termine del corso triennale, il laureato può proseguire con una facoltà specialistica in Chemical engineering.
4. Ingegneria elettronica
Corso triennale che prepara lo studente a progettazione, utilizzo ed innovazione di dispositivi, circuiti e sistemi elettronici, promuovendo la loro diffusione nei principali campi della vita quotidiana e lavorativa. Preparazione completa e strutturata deriva dall’approfondimento di discipline legate all’Ingegneria dell’informazione come:
- Automatica
- Telecomunicazioni
- Informatica
Nel piano di studi non mancano poi matematica, fisica classica e moderna, chimica e programmazione, che rappresentano i fondamenti dell’ingegneria.
L’ingegnere elettronico può trovare occupazione principalmente in PMI, startup innovative, industrie manifatturiere di semiconduttori, componenti e sistemi elettronici o divisioni di grandi aziende nazionali e multinazionali. Al termine del corso triennale, il laureato può proseguire con una facoltà specialistica in Ingegneria elettronica. QUI: Come diventare Ingegnere Informatico –
Laurea in sicurezza informatica
5. Ingegneria nucleare
L’ingegneria nucleare è la branca dell’ingegneria che si occupa dell’applicazione dei processi della fisica nucleare per progettare e sviluppare tecnologie nucleari. Queste tecnologie trovano impiego in diversi settori, tra cui:
- Produzione di energia elettrica: Le centrali nucleari utilizzano la fissione nucleare per generare elettricità.
- Medicina: Le radiazioni ionizzanti sono utilizzate per la diagnosi e il trattamento di diverse malattie.
- Industria: Le tecniche nucleari sono impiegate in vari processi industriali, come la sterilizzazione di alimenti e strumenti medici.
- Ricerca: Gli ingegneri nucleari sono coinvolti nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie nucleari.
Durata dei corsi:
- Laurea triennale (3 anni): Fornisce una solida base nelle discipline scientifiche e ingegneristiche, con particolare attenzione alla fisica nucleare e alle sue applicazioni.
- Laurea magistrale (2 anni): Approfondisce le conoscenze acquisite durante la laurea triennale, specializzandosi in un particolare settore dell’ingegneria nucleare (ad esempio, progettazione di reattori nucleari, sicurezza nucleare, fisica medica).
Materie di studio:
Le materie di studio variano a seconda dell’università e del corso di laurea specifico. Tuttavia, alcune materie fondamentali includono:
- Matematica: Analisi matematica, algebra lineare, calcolo differenziale e integrale.
- Fisica: Fisica generale, fisica moderna, fisica nucleare, fisica delle particelle.
- Chimica: Chimica generale, chimica inorganica, chimica fisica, radiochimica.
- Ingegneria nucleare: Principi di ingegneria nucleare, progettazione di reattori nucleari, sicurezza nucleare, fisica medica, materiali nucleari.
- Altre materie: Informatica, elettronica, meccanica dei fluidi, termodinamica.
Università che offrono corsi di ingegneria nucleare in Italia:
- Politecnico di Milano
- Politecnico di Torino
- Università di Pisa
- Università di Bologna
Se sei interessato a intraprendere un percorso di studi in ingegneria nucleare, ti consiglio di consultare i siti web delle università che offrono questi corsi per ottenere informazioni più dettagliate sui programmi di studio e sui requisiti di ammissione.
6. Ingegneria edile
Percorso triennale che forma lo studente nel settore dell’edilizia, scoprendo i complessi sistemi degli edifici e dei loro impianti, prendendo come riferimento l’ambiente dell’immobile attraverso i processi di:
- Progettazione
- Costruzione
- Collaudo
- Gestione
- Manutenzione
- Trasformazione
- Dismissione
La didattica si basa su osservazione e prestazioni sul campo, specialmente in ambienti cantieristici, con attenzione ai flussi informativi e alle varie fasi della progettazione, in cui non vengono tralasciati comfort, sicurezza e impatto ambientale.
L’ingegnere edile può trovare occupazione principalmente in PMI e industrie edili e produttrici di materiali da costruzione, operando nel campo di progettazione, gestione e sicurezza. Al termine del corso triennale, il laureato può proseguire con una facoltà specialistica in Ingegneria dei servizi edilizi, Building and architectural engineering o Management of built environment. QUI: Come diventare ingegnere edile .
Considerazioni sul ramo di ingegneria più difficile
Dopo aver scoperto quali siano le facoltà d’ingegneria più difficili, occorre considerare che ognuna di esse ha caratteristiche proprie e altre condivise, come ad esempio esami presenti ambienti, di cui alcuni più ostici rispetto alla media.
A conti fatti, i dati AlmaLaurea sui 290.000 laureati in ingegneria nel 2019 mostrano numeri altamente favorevoli, come una durata media degli studi di 3,9 anni, un esito finale medio di 101,1/110 e il 40% di studenti che hanno svolto stage o tirocini riconosciuti dalle università.
Quindi, nella maggior parte dei casi la reale difficoltà si equivale e, sebbene la media possa in alcuni casi risultare più elevata per via della natura scientifica di una facoltà, ciò non pregiudica il rendimento degli studenti.
La facoltà di ingegneria in Italia è spesso considerata una delle più difficili per diverse ragioni, molte delle quali derivano dalle sfide accademiche e dal tipo di competenze richieste. Ecco alcuni motivi principali: