Facoltà Universitarie Più Facili in Italia: Ecco Quali Sono

Terminate le scuole superiori, a seconda delle prospettive, arriva il momento di scegliere una facoltà universitaria, che equivale a scegliere il proprio futuro professionale. Vi sono molte variabili da considerare, che passano per disponibilità economica e propensione allo studio, ma anche per la difficoltà del percorso accademico.

Considerando gli obiettivi degli studenti, ossia laurearsi e trovare lavoro il prima possibile, il corso di laurea più semplice è sempre quello più scelto, ma siamo proprio sicuri che sia anche il più utile a fini lavorativi?  Va detto che anche se sono più facili, la scelta di una Facoltà universitaria non esclude impegno e determinazione, ma la suddivisione in base al livello di difficoltà può aiutare a scegliere al meglio. Dopo aver visto quali sono le più difficili, cerchiamo di capire quali sono le facoltà più semplici?

Università e percorsi di studio, la situazione italiana

Secondo i dati MIUR-USTAT, nell’anno accademico 2018-2019 vi sono stati circa 1,72 milioni di studenti iscritti ai corsi universitari, di questi:

  • 1,05 milioni verso corsi triennali
  • 360.000 verso corsi a ciclo unico
  • 310.000 verso corsi specialistici

Di questi, sono circa 326.332 i laureati di I e II livello. Nelle statistiche si contano anche 76.072 iscritti e 16.454 diplomati ai corsi AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), istituiti col d.l. 508/1999 e che comprendono Accademie di Belle Arti, di Danza, d’Arte Drammatica, di Teatro e Conservatori di Musica.

I corsi disponibili su tutto il territorio nazionale sono 9.085: a seguire percorsi universitari sono matricole provenienti da licei artistici, classici e linguistici per l’80%, mentre gli studenti di istituti tecnici, scientifici e CFP scelgono solitamente altre strade. Stando ai dati AlmaLaurea, la media di laureati italiani d’età tra 30 e 34 anni è del 27,8%, rispetto a quella europea del 40,7%, poiché occorre contare una perdita di circa 40.000 studenti tra 2018 e 2019.

Infine, a seguito della prima emergenza CoViD-19, le misure del Decreto Cura Italia stanziano 85 milioni di euro per piattaforme e formazione per l’Università 2.0, smart, digitalizzata e maggiormente accessibile.

Facoltà Universitarie Più Facili d'Italia: Quali Sono
Sopra: l’entrata di una Facoltà di Lettere

Come distinguere una facoltà facile da una difficile?

Secondo uno studio della Durham University, Regno Unito, principale distinzione tra facoltà semplici e difficili sta nei voti, con i corsi universitari più ardui che presentano tasso maggiore di voti bassi, mentre altri fattori riguardano:

  • Numero di studenti in corso e fuoricorso
  • Percentuale di promossi agli esami
  • Media dei voti

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Semplicità non sempre equivale alla sicurezza futura di trovare lavoro, è però un dettaglio fondamentale per completare gli studi con elevati risultati, aumentandone le possibilità. In fase di scelta, i maggiori fattori soggettivi sono invece:

  • Ambizioni personali/professionali
  • Convinzione generale allo studio
  • Disponibilità economiche

Occorre infine ricordare che tra scuola superiore e università vi sono notevoli differenze, sia tra le tematiche approfondite che nell’obbligo di frequenza; quindi, a seconda del profilo dello studente, i rendimenti possono essere completamente differenti.

Quali sono le facoltà universitarie più facili d’Italia?

Tra i percorsi universitari più facili d’Italia sono comunemente riconosciute le facoltà umanistiche, che riguardano quelle discipline sull’essere umano e sulla sua condizione, principalmente attraverso strumenti analitici e critici, sebbene possano spesso mancare della componente razionale ed empirica prerogativa delle materie scientifiche.

Facoltà umanistiche disponibili negli atenei italiani sono triennali ai sensi del d.m. 270/04 le più semplici sono:

  • Lettere, classiche o moderne
  • Storia
  • Filosofia
  • Antropologia, religioni e civiltà orientali
  • Lingue e letterature straniere
  • Archeologia e storia dell’arte
  • Beni culturali
  • Informatica umanistica
  • Mediazione linguistica e culturale
  • Scienze archivistiche e librarie
  • Scienze dell’educazione
  • Scienze linguistiche
  • Scienze umane dell’ambiente, territorio e paesaggio
  • Discipline Arti, Musica e Spettacolo (DAMS)

Qualora lo voglia, una volta terminato uno di questi percorsi, per ogni facoltà lo studente può proseguire con una laurea specialistica, dalla durata di 2 anni, con cui sarà possibile svolgere ricerche in ambito accademico o insegnamento in scuole primarie, licei o università.

Tra le discipline umanistiche occorre ricordare anche il corso a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, che integra il percorso di Scienze dell’Educazione.

Perché le facoltà umanistiche sono le più semplici e particolarmente apprezzate?

Oltre che come facoltà universitarie più facili d’Italia per l’assenza di nozioni scientifiche, matematiche o logiche, i percorsi umanistici sono da sempre legati allo stereotipo dell’alto tasso di disoccupazione, in quanto largamente (ed erroneamente) considerate meno performanti rispetto a discipline tecnico-scientifiche.

Tuttavia, negli anni recenti e con le evoluzioni degli scenari lavorativi, tali facoltà riescono a trasmettere valori e capacità fondamentali. Secondo gli studi dell’Harvard University, Stati Uniti, sono infatti in grado di infondere soft skill accessibili a chiunque come:

  • Capacità di scrittura
  • Problem solving
  • Organizzazione e pianificazione
  • Gestione del tempo
  • Gestione dello stress
  • Team working
  • Intelligenza emotiva
  • Intraprendenza
  • Pensiero fuori dagli schemi

Da segnalare poi le capacità di apprendimento veloce, flessibilità e versatilità, particolarmente apprezzate in settori lavorativi come quelli tecnologici, digitali e legati alle risorse umane. Di conseguenza, l’impegno psicologico-sociale ha priorità rispetto a quello tecnico.

Stando al report 2019 dell’American Academy of Arts and Sciences, le lauree umanistiche garantiscono livelli occupazionali ed entrate simili a quelli inerenti ad altri percorsi accademici, informazioni confermate anche in Italia da AlmaLaurea, secondo cui vi è un tasso di soddisfazione tra studenti e laureati del 75%.

Corsi di laurea più facili d’Italia, che ruolo hanno le telematiche?

Solitamente private ma ufficialmente riconosciute dal MIUR, in Italia sono emerse negli ultimi anni numerose realtà telematiche, in grado di fornire formazione a distanza attraverso tutor, strumenti didattici e piattaforme e-learning proprietarie.

Una laurea online sarà disponibile per ogni facoltà umanistica o scientifica eccetto:

  • Medicina e chirurgia
  • Odontoiatria
  • Veterinaria

Per gli effetti del d.m. 23/12/2019, l’e-learning era precluso per facoltà come Scienze dell’educazione, Scienze della formazione, Psicologia, Servizio Sociale e Scienze Pedagogiche, ma a causa di irregolarità formali tale restrizione è stata ritirata dalla Corte dei Conti a marzo 2020.

Quelle telematiche si possono menzionare tra le facoltà universitarie più facili d’Italia, considerando la semplicità di fruizione dei contenuti, grazie all’aiuto di docenti e valido materiale didattico, in molti casi già snellito, e la comodità che ne deriva: eccetto che per esami e discussione della tesi finale, non è necessario presentarsi in sede ed è possibile investire il tempo rimanente per altre esigenze.

A conti fatti, davanti all’emergenza Coronavirus anche i principali atenei nazionali pubblici riorganizzano le loro attività in modo simile alle università telematiche: come avviene nel mondo del lavoro grazie allo smart work, anche lo scenario universitario tende a trasformarsi e digitalizzarsi drasticamente. Indipendentemente dalla difficoltà della facoltà scelta, l’Università 2.0 tende a facilitare la propria esperienza di studio.

Approfondimenti sui lavori che puoi fare dopo esserti laureato

Insegnante di asilo

insegnante scuola elementare

insegnante scuola media

Insegnante di educazione fisica 

Laurea in Economia

Commercialista 

Scienze infermieristiche

Medicina 

Notaio  

Avvocato

Avvocato divorzista 

Avvocato gratuito patrocinio  

Avvocato del lavoro

Astronauta 

Architetto  

Ingegnere Edile 

Architetto 

Notaio  

Giudice Magistrato

Ingegnere informatico  

ERASMUS 

Crescita Personale – Coaching 

Borse di Studio

Agronomo

Perito agrario

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.

7 commenti

  1. Questa sciocchezza che studiare Lettere sia facile deve finire.

    Io ho fatto lettere classiche e quando ero al ginnasio studiavo 8 ore al giorno per avere voti molto alti, facevo 2 versioni di greco e 1 di latino al giorno.
    All’università studiavo 6 ore dopo le lezioni e se mi permetti la retorica ciceroniana, la filosofia teoretica di Platone e l’esame di letteratura greca non è programma da prima elementare.

    Quindi gradirei di essere rispettata.

    Il problema è che la nostra società moderna tende a discriminare le materie umanistiche a favore di quelle scientifiche. Perciò noi letterati veniamo costantemente sottovalutati e derisi nonostante studiamo molto di più dei medici e degli avvocati messi insieme.

    Idem vale per i filosofi e gli storici.

    1. Nessuno ha detto che sia facile.
      C’è scritto solo che è più facile di altre facoltà scientifiche e non è un’opinione.

    2. non vi ha deriso ne mancato di rispetto, ha presentato dei dati oggettivi (percentuale di fuoricorso e media dei voti) in base ai quali ha stilato una lista di corsi… vi ha anche “difeso” da possibili attacchi affermando che nonostante la “facilità” presentate delle qualità che non si trovano dappertutto. Platone non le ha fatto bene in intuitività🤣 scherzo, buona giornata

    3. La percentuale di fuori corso è dovuta alla complessità delle materie trattate.

  2. Buongiorno,
    Probabilmente si pensa che Lettere Classiche consti in un mero apprendimento mnemonico di dati ed eventi. Probabilmente se ne ignora lo studio approfondito della grammatica greca e latina e la sua applicazione su testi storici ed in lingua, che vengono analizzati nelle singole parole e proposizioni. Gli stessi testi devono essere contestualizzati in ambito storico, letterario e filosofico, cosa che implica sia una conoscenza a 360° della materia, sia un esercizio costante di collegamento tra le diverse tematiche.
    Questa analisi segue ed insegna una logica razionale tale, da essere applicata in ambiti di stampo matematico e scientifico; ecco un esempio: gli script di VBA o del Linguaggio “M” si basano su una vera e propria sintassi e chi proviene dagli studi classici ha più facilita’ a comprenderne i principi. Per non parlare di studenti umanistici che si sono laureati con successo in fisica o medicina.

    Alessandra

  3. Bisogna prendere in considerazione il dato di fatto che per stilare una “classifica” si debbano, in ogni caso, utilizzare dati e parametri quantitativi che, per chiunque abbia una qualsiasi formazione scientifica, rappresentano solo la base di analisi qualitative che difficilmente si potranno definire oggettive, questo in qualsiasi ambito o da qualsiasi punto di vista. Credo quindi che questo tipo di semplificazioni da “chiacchericcio” lascino solo il tempo che trovano, soprattutto nel dibattito accademico.

    1. MA C’è SCRITTO !!
      Come distinguere una facoltà facile da una difficile?

      Secondo uno studio della Durham University, Regno Unito, principale distinzione tra facoltà semplici e difficili sta nei voti, con i corsi universitari più ardui che presentano tasso maggiore di voti bassi, mentre altri fattori riguardano:

      Numero di studenti in corso e fuoricorso
      Percentuale di promossi agli esami
      Media dei voti

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