Chi prende i contributi all’editoria? Quali sono i giornali che prendono finanziamenti pubblici? Perchè li vogliono togliere?
Gran parte dei contributi all’editoria sono stati aboliti ormai da anni . Solo pochi piccoli giornali prendono dei finanziamenti, quelli non quotati in borsa e giornali come Repubblica o il Corriere della Sera non li hanno mai presi.
Perchè lo Stato italiano agevola i giornali?
Per lo stesso motivo per cui esiste una Radio Pubblica ed una Televisione Pubblica, cioè per adempiere all’art. 9 della Costituzione, in cui si dice chiaramente che la Repubblica italiana promuove lo sviluppo della cultura.
Quali Giornali prendono i contributi statali all’editoria?
Ecco la lista dei giornali che prendono contributi dallo Stato.
Come si può vedere, ce ne sono pochi di molto conosciuti, a parte Il Giornale ed Il Foglio.
Con le nuove leggi , la prima del 2008, l’ultima del 2014, solo poche categorie di giornali possono avere questo tipo di finanziamenti. IN tutto in Italia sono 54 testate, quelle riportate nella lista di seguito e devono avere delle specifiche caratteristiche.
- Devono essere delle Aziende Cooperative.
- Devono essere rivolte a minoranze linguistiche.
- Non devono avere fini di lucro.
- Possono accedere ai finanziamenti i giornali per ciechi ed ipovedenti.
- Giornali per esclusivo uso all’estero.
- Giornali di associazioni di consumatori.
Come si può vedere da questo elenco che è del 2016, solo pochi giornali conosciuti prendono dei veri e propri finanziamenti dallo Stato, nella lista ci sono anche quanti euro prendono.
Avvenire prende quasi 6 milioni di euro di contributi,
Italia Oggi prende quasi 5 milioni di euro di finanziamenti,
Libero Quotidiano prende 3,7 milioni di euro di sussidi statali,
Il Manifesto, prende poco più di 3 milioni di euro di finanziamenti pubblici.
Poi via via tutti gli altri, ma si tratta di piccoli giornali, sconosciuti ai più.
Le agevolazioni fiscali per tutti gli altri giornali di carta stampata
Chi ha un giornale su carta stampata, ha diritto a delle agevolazioni fiscali per quanto riguarda il costo della carta per stampata un giornale.
Non si tratta di agevolazioni importanti, ma di un complesso di agevolazioni che – portiamo l’esempio del Corriere della Sera – hanno un impatto del 5% sugli utili.
Considerazioni sui finanziamenti all’editoria e le agevolazioni fiscali ai giornali cartacei.
E’ giusto o no che i giornali abbiano dei finanziamenti?
E’ giusto o no che i giornali abbiano degli sgravi fiscali sui costi?
dal 1998 al 2016 siamo passati da oltre 72 milioni di giornali venduti in Italia a circa 32 milioni nel 2016 e la cifra è in continua diminuzione.
In 20 anni si sono venduti il 50% di meno di giornali, questo significa 2 cose.
Ci sono sempre meno lavoratori legati al mondo dell’editoria e si sono persi migliaia di posti di lavoro.
Gli italiani leggono molto meno e sono molto meno informati.
C’è internet che sostituisce la carta stampata, direte voi.
Sbagliato: secondo tutte le ricerche che si svolgono periodicamente, la maggior parte delle persone che si informa su internet lo fa in modo peggiore rispetto a quando si informava leggendo un giornale.
Secondo AGICOM il 54% degli italiani si informa con Facebook e facendo ricerche su Google, di cui solo il 34% da siti informativi ( come il sito di ANSA o Repubblica o altri importanti giornali scritti da giornalisti), ma da altri fonti, cioè da siti che spesso fanno audience giocando sullo scandalo, sul click baiting, sulla manipolazione mediatica e spesso su delle vere e proprie bufale.
Addirittura molte persone ormai aprono Facebook e pensano di essere informati se leggono una discussione, se vedono un amico condividere un meme, per questo oggi la politica è diventata demagogica, perchè non esiste più approfondimento, approfondimento delle notizie che ha bisogno di tempo, impegno, lettura.
E’ giusto tagliare i finanziamenti ai giornali?
Secondo il Nostro parere, visto che già si sono tagliati i finanziamenti ai giornali e la continua crisi del settore , togliere quei pochi sgravi fiscali che hanno sarebbe ancora più penalizzante non solo per l’intero comparto dei lavoratori, ma anche per chi i giornali li legge.
Non è giusto perché così non si capisce quanto siamo manipolati e qual’ è la verità dei fatti!! Vedendo la propaganda russa, poi, Vengono strani pensieri e preoccupazioni –
L’Italia è il paese delle esagerazioni. C’è troppo di tutto. Troppi parlamentari. Troppi partiti .Troppe tasse. Troppi giornali. Troppe giornate non lavorative ecc.
Gli altri stati sono più contenuti in tutto ed hanno un’economia migliore della nostra.
Ridimenzionamici altrimenti l’Italia andrà in fallimento.