Cerchiamo di capire quanto può guadagnare e come poter diventare un fisioterapista, ma prima, cerchiamo di comprendere chi è, e cosa fa questa figura professionale medica che si occupa di riabilitazione motoria.Â
A livello di definizione generale, un fisioterapista può definirsi come un operatore sanitario che si occupa di interventi di riabilitazione motoria, così come di attività di prevenzione per disturbi che possono colpire la sfera motoria di una persona. In aggiunta alle sue competenze in ambito motorio, un fisioterapista è in grado, al fine di fornire interventi di recupero ottimali su un paziente, di intervenire anche sulla sfera cerebrale, e/o viscerale sempre in un’ ottica di recupero delle condizioni fisico motorie di una persona.
La professione ha una normativa di riferimento nazionale che è la legge n. 741 del 1994.
Come Diventare fisioterapista, quale percorso da seguire
Quella del fisioterapista è una delle professioni più ambite e ricercate in Italia, tanto che sono quasi 65.000 gli operatori qualificati, un numero in crescita specialmente negli ultimi anni, davanti alla crescente attenzione per il benessere fisico-motorio e le varie vicissitudini a cui il corpo è assiduamente sottoposto.
Per diventare fisioterapista è necessario frequentare un corso di laurea triennale, a numero chiuso, ma gli studi possono proseguire con le apposite specializzazioni. Anche gli sbocchi professionali saranno molti, in funzione della specializzazione scelta. C’è quindi da chiedersi, quale sarà l’iter preciso per diventare fisioterapista e quali opportunità lavorative si avranno?
Che fa un fisioterapista
Disciplinata dal d.m. 741/1994 del Ministero della Salute, la professione di fisioterapista è mirata a interventi di cura, riabilitazione e prevenzione delle abilità motorie, cerebrali e viscerali, che vanno da problematiche di deambulazione a disturbi respiratori. La clientela del fisioterapista è composta principalmente da persone sia in età evolutiva che avanzata:
- Affette da disabilità fisiche, congenite o subite
- Vittime di infortuni gravi da pregiudicare le funzioni motorie basilari
Per far fronte alle varie criticità , il professionista organizza un programma di riabilitazione adatto al tipo di bisogno, con terapie per la disabilità psico-motoria e, quando necessario, l’utilizzo di protesi. Vi sono poi attività rieducative, di consulenza e didattica. Per svolgere al meglio la sua professione, l’operatore deve possedere ottima conoscenza di anatomia, delle principali tecniche di fisioterapia ed i principali disturbi fisici e dei sistemi nervoso, respiratorio e circolatorio.
Quale percorso di studi occorre seguire per diventare fisioterapista?
Per diventare professionista abilitato nel settore requisito fondamentale è una laurea in fisioterapia, organizzata dalle facoltà di Medicina e Chirurgia. Il corso di laurea è triennale e, ai sensi del d.l. 264/1999, è a numero chiuso, prevedendo un test d’ingresso.
Secondo il d.m. 241/2020 del MIUR, sui 25.602 posti disponibili a settembre 2020 per le varie professioni sanitarie sono 2.108 quelli dedicati al corso di laurea in fisioterapia, dato che lo rende difatti uno dei più selettivi. La preparazione al test può avvenire attraverso:
- Libri di testo specifici
- Corsi di preparazione al test
- Piattaforme e-learning
- Assistenza personalizzata allo studio
Il corso di laurea non sarà solo teorico bensì comprenderà anche un tirocinio formativo, dalla durata di 1.300 ore che si svolgerà durante tutto il triennio in strutture ospedaliere e extra-ospedaliere: obiettivo è fornire agli studenti adeguata formazione pratica per svolgere in maniera autonoma la loro professione al termine degli studi.
Per conseguire la laurea sono necessari 180 crediti formativi, mentre il numero di esami varia in funzione dei regolamenti delle facoltà . Argomenti d’esame sono:
- Scienze propedeutiche
- Scienze biomediche
- Primo soccorso
- Scienze della fisioterapia
- Scienze umane e psico-pedagogiche
- Scienze medico-chirurgiche
- Scienze della prevenzione e servizi sanitari
- Scienze interdisciplinari cliniche
- Management sanitario
Contrariamente ad altre discipline sanitarie, il corso in fisioterapia è autoabilitante e non prevede esami successivi: il conseguimento della laurea ha valore di un esame di stato.
A discrezione dello studente, è possibile proseguire il percorso universitario con un master di primo o secondo livello o un corso di laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle professioni sanitarie, dalla durata di 2 anni e offerto dalla maggior parte delle università nazionali. Sbocchi professionali con queste specializzazioni possono essere fisioterapia pediatrica, medicina sportiva o psicomotricità dell’età evolutiva.
Quali opportunità lavorative per il fisioterapista?
Sebbene non siano richiesti esami di stato, secondo il d.l. 3/2018 (Legge Lorenzin) per svolgere la sua attività il professionista ha l’obbligo di iscriversi all’Albo dei Fisioterapisti. I requisiti principali per l’iscrizione sono:
- Cittadinanza italiana o di altra nazione UE
- Residenza o domicilio presso la circoscrizione dell’ordine
- Pieno godimento dei diritti civili
- Nessuna condanna o carico giudiziale pendente
- Laurea abilitante all’esercizio della professione
Una volta iscritto all’albo, il fisioterapista potrà lavorare da dipendente o autonomo (con Partita IVA) presso strutture pubbliche o private convenzionate dal SSN come:
- Ambulatori e ospedali
- Residenze sanitarie assistenziali
- Cooperative sociali e centri sulla disabilitÃ
- Istituti di ricerca
- Stabilimenti termali
- Domicili privati
Nel caso invece di specializzazioni, come in medicina dello sport o in maternità e infanzia, il fisioterapista potrà operare anche in palestre, centri sportivi o in strutture ostetriche o pediatriche. La professione si potrà svolgere in modo indipendente o in collaborazione con altre figure sanitarie, come nel caso di studi associati o cooperative.
Infine, la ricerca di lavoro può avvenire inviando curricula ad aziende private che ricerchino personale abilitato o, qualora si voglia esercitare la professione nel settore pubblico, partecipando a concorsi pubblicati periodicamente in Gazzetta Ufficiale.
Quanto guadagna un fisioterapista
Lo stipendio del fisioterapista varia in modo consistente in base alla sua posizione fiscale. In modo distinto dal luogo di lavoro, il compenso orario può essere dai 10,00 euro in su e vi sono differenze tra dipendente e autonomo:
- Il dipendente in struttura pubblica o privata/convenzionata può guadagnare fino a 1.800 euro mensili, che arrivano a 2.000 in caso di fisioterapia sportiva
- Il libero professionista può percepire uno stipendio mensile dai 2.000 ai 2.500 euro, che al netto di oneri fiscali diventa simile a quello di un privato
Nel caso di un dipendente lo stipendio sarà al netto di IVA e contribuzione, discorso diverso invece per l’autonomo, che con uno studio ben avviato può però percepire fino a 5.000 euro mensili.
Diventare fisioterapista, la situazione italiana
Secondo il censimento 2017 dell’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) sul territorio nazionale sono 64.866 i fisioterapisti abilitati, su un totale di oltre 100.000 di cui i restanti non risultano però iscritti ad alcun albo professionale. AIFI stessa è fortemente impegnata nella sensibilizzazione e nella promozione dell’attività fisioterapica, con un approccio incentrato su educazione e prevenzione.
Stando ai dati di Almalaurea, il tasso d’occupazione dei fisioterapisti è di circa il 90% entro il primo anno dalla laurea, anche dai dati Istat questa risulta una delle professioni più richieste, con un rapporto di 107 operatori ogni 100.000 abitanti.
A conti fatti, complice anche la situazione CoViD-19 e la conseguente riabilitazione respiratoria per pazienti colpiti, oltre che la forte attenzione verso il proprio benessere psico-motorio, per la professione di fisioterapista si prospettano buone notizie, nonostante l’alta discrepanza con altri paesi europei che, secondo Eurostat, presentano rapporti fino a 247 operatori ogni 100.000 abitanti.
Diventare oggi fisioterapista
Al fine di diventare fisioterapista, occorre conseguire una abilitazione professionale, e prima un percorso di studi idoneo.
A livello di percorso di studi, occorre conseguire una laurea triennale in Fisioterapia in una delle Università italiane che erogano tali corsi di laurea. Si tratta, nel concreto, di un corso di laurea a numero chiuso, o programmato, e per il quale occorre superare un test di ammissione. Il corso di laurea in Fisioterapia è programmato, in Italia, dalle Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Parlando di programmazione, o di numero chiuso per l’ accesso, ci rendiamo conto di come la professione sia normata a livello numerico su base nazionale. Il Ministero dell’ Istruzione definisce, su base nazionale, il numero dei posti disponibili, predisponendo le relative prove di selezione. Essendo prove di selezione pubbliche, il relativo bando viene pubblicato ogni anno sul sito del Ministero dell’ Istruzione, oltreché essere reperibile sulla Gazzetta Ufficiale.
Le stime annuali ci dicono che, quasi sempre, il numero dei candidati che provano ad accedere alle selezioni è di gran lunga superiore al numero dei posti resi disponibili. Comprendiamo facilmente che si tratta di una professione ambita, con prove di selezione che richiedono grande impegno e studio, similmente all’ accesso alle Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Nel società attuale vi sono molti operatori che si professano in grado di saper curare e trattare i disturbi motori di un paziente, ma ricordiamo che la qualifica di fisioterapista spetta solo a chi possiede laurea idonea, e successiva abilitazione.
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Il percorso di studi e l’abilitazione
Alcune precisazioni sul corso di laurea in Fisioterapia.
In riferimento agli esami da sostenere, ed al relativo numero, ogni facoltà di Ateneo in Italia tende ad organizzarsi in maniera, prevalentemente, autonoma.
Esistono, tuttavia, degli esami basilari che ogni facoltà deve richiedere allo studente, ed aspirante fisioterapista. Tra le materie fondamentali, troviamo biologia, fisiologia, metodologia della riabilitazione, farmacologia, informatica, fisica.
Il percorso triennale di studio universitario prevede, oltre lo studio, anche un percorso di tirocinio che serve, giustamente, per acquisire le competenze professionali necessarie per un corretto svolgimento della professione in futuro.
Lo svolgimento del tirocinio viene considerata quale attività formativa che ha il fine di riuscire a forgiare un professionista che sappia operare autonomamente al fine di operare autonomamente, ed efficacemente, in strutture di riabilitazione, o come libero professionista con piena indipendenza di gestione della professione.
Ricordiamo che il periodo di tirocinio si svolge, principalmente, presso strutture professionali che hanno stipulato apposita convenzione con le Università .
Al termine del percorso di studio triennale in Università , la prova finale assume valore di esame di stato che conferisce l’ abilitazione per l’ esercizio della professione di fisioterapista.
Il percorso di studi triennale in Facoltà può continuare, accedendo ai corsi di laurea di tipo magistrale in Scienze riabilitative per le professioni sanitarie. È anche possibile, quale alternativa, iscriversi a corsi di specializzazione, o master, per perfezionare l’ esercizio della professione in ambiti sanitari specifici, come per esempio la fisioterapia pediatrica, o sportiva.
Il fisioterapista è un vero professionista sanitario, e come ogni altro professionista, ha il dovere di seguire corsi di formazione, ed aggiornamento periodico secondo quanto previsto dal Programma nazionale ECM (educazione continua in medicina).
In merito all’ albo dei professionisti fisioterapisti ricordiamo come, l’ ex Ministro Lorenzin, con proprio disegno di legge, poi diventato legge n. 3 del 2018, ha introdotto modifiche e novità per la tenuta degli albi delle professioni sanitarie. Nello specifico ricordiamo come esiste, per ogni professione sanitaria regolamentata, apposito albo professionale: ecco quindi che anche per i fisioterapisti, esiste l’ Albo dei fisioterapisti.
I requisiti di accesso, ed iscrizione, richiedono, tra l’ altro, il possesso della cittadinanza italiana, o di altro paese comunitario. Si prevede, poi, il possesso pieno dei diritti civili, l’ assenza di carichi penali pendenti, titolo di studio idoneo come sopra ricordato, e la residenza/domicilio nel circondario dell’ Ordine cui si richiede l’ iscrizione.
La professione di fisioterapista è oggi molto apprezzata e richiesta, ed ogni professionista può decidere di operare sia come dipendente di strutture socio assistenziali, sanitarie, mediche (pubbliche o private), sia come libero professionista aprendo un proprio studio fisioterapico.
Ma quanto riesce a guadagnare un fisioterapista?
Conclusioni: quella del fisioterapista è una professione che conviene intraprendere?
Abbiamo sopra ricordato come un fisioterapista possa scegliere dove e come esercitare la propria professione.
Se consideriamo un fisioterapista, che svolge il proprio lavoro presso ospedali, centri di riabilitazione, cliniche private, sportive etc., la paga oraria oscilla da Eur 10,00 all’ ora in su. Facendo due conti veloci, possiamo considerare come lo stipendio di un fisioterapista dipendente riesca a guadagnare attorno ad Eur 1500,00. Le cifre possono variare di molto se la struttura dove andrà ad operare è di tipo privato: si pensi alle cliniche di riabilitazione private, o per lo sport.
Le cifre possono cambiare, ed anche di parecchio, se consideriamo un fisioterapista che decide di operare come libero professionista con un proprio studio professionale.
Possiamo stimare, a grandi linee, che il guadagno mensile di un libero professionista possa oscillare attorno ad Eur 2500,00: tutto dipende dalla mole di lavoro, e dalla quantità di clienti dello studio. Come ogni libero professionista, in Italia, anche un fisioterapista è tenuto a sostenere il pagamento delle tasse ed imposte previste pro tempore. Inoltre, la realizzazione di un buon studio di fisioterapia richiede un investimento iniziale che può essere abbastanza importante, questo per l’ acquisto di attrezzature e materiale necessarie per l’ attività professionale.
FAQ – Domande e risposte frequenti sull’attività di fisioterapista
Qual è il percorso formativo per diventare fisioterapista?
Per diventare fisioterapista in Italia è necessario conseguire una laurea triennale in Fisioterapia presso un’università riconosciuta. Dopo la laurea, è obbligatorio superare l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione.
È obbligatorio iscriversi all’albo professionale?
Sì, dopo aver conseguito la laurea e superato l’esame di stato, è obbligatorio iscriversi all’albo professionale dei fisioterapisti per poter esercitare legalmente la professione.
In quali ambiti può lavorare un fisioterapista?
Un fisioterapista può lavorare in diversi ambiti, tra cui:
- Strutture sanitarie pubbliche: ospedali, cliniche, ambulatori.
- Strutture sanitarie private: centri di riabilitazione, studi privati.
- Domicilio del paziente: assistenza domiciliare.
- Squadre sportive: prevenzione e trattamento degli infortuni.
- Centri benessere: trattamenti di benessere e rilassamento.
Quali sono le principali attività svolte da un fisioterapista?
Le principali attività svolte da un fisioterapista includono:
- Valutazione: analisi della condizione del paziente e individuazione delle problematiche.
- Trattamento: utilizzo di tecniche manuali, terapie fisiche e esercizi terapeutici per migliorare la mobilità , ridurre il dolore e favorire il recupero funzionale.
- Prevenzione: educazione del paziente su corrette posture, movimenti e stili di vita per prevenire infortuni e patologie.
- Riabilitazione: percorso personalizzato per il recupero funzionale dopo traumi, interventi chirurgici o malattie.
È necessaria una prescrizione medica per accedere alle cure di un fisioterapista?
In Italia è possibile rivolgersi direttamente a un fisioterapista senza prescrizione medica. Tuttavia, in alcuni casi, come per l’accesso a prestazioni fisioterapiche tramite il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), potrebbe essere richiesta una prescrizione medica.
Quanto costa una seduta di fisioterapia?
Il costo di una seduta di fisioterapia può variare a seconda di diversi fattori, tra cui:
- Tipo di trattamento: alcune terapie possono essere più costose di altre.
- Esperienza del fisioterapista: i professionisti più esperti potrebbero avere tariffe più elevate.
- Luogo di svolgimento: le sedute a domicilio potrebbero avere un costo aggiuntivo.
In generale, il costo di una seduta di fisioterapia privata può variare dai 40 ai 100 euro.
È possibile ottenere un rimborso per le spese di fisioterapia?
In alcuni casi è possibile ottenere un rimborso per le spese di fisioterapia tramite:
- Assicurazione sanitaria: alcune polizze sanitarie coprono le spese di fisioterapia.
- Fondi integrativi: alcuni fondi integrativi del SSN offrono rimborsi per le prestazioni sanitarie, inclusa la fisioterapia.
- Detrazioni fiscali: le spese mediche, incluse quelle per la fisioterapia, possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi.