Universamente riconosciuto come uno degli uomini più ricchi al mondo, John Pierpont Morgan ha rappresentato la storia finanziaria e industriale degli Stati Uniti di fine Ottocento. Forbes lo riconosce come cinquantanovesimo uomo più ricco di tutti i tempi con un patrimonio di circa 40 miliardi di dollari e il suo nome è indissolubilmente legato a J.P. Morgan Chase ( JPM )e Morgan Stanley tra le Big Four delle banche statunitensi.
Una storia che inizia nell’alto ceto americano nel 1837, ma che si evolve tra Regno Unito, Germania e Svizzera, dove il giovane Morgan studia nelle più prestigiose scuole, fino ai primi contatti col mondo della finanza a Londra e la scalata verso un successo inarrestabile. John Pierpont Morgan è una figura controversa, ma sin dagli inizi destinata a entrare nella leggenda.
L’infanzia di John Pierpont Morgan, tra Stati Uniti ed Europa
Proveniente da una famiglia nobile gallese già dal 1400 e figlio del banchiere statunitense Junius Spencer Morgan, originario di Boston e fondatore della J.S. Morgan & Co., John Pierpont Morgan nasce a Hartford il 17 aprile 1837. E’ il primogenito di 5 figli e vive una condizione economica particolarmente agiata grazie alla professione del padre, che sin dall’infanzia lo indirizza verso il panorama finanziario, trasmettendogli grandi ambizioni e la sua stessa passione.
Dopo aver terminato le scuole primarie a Hartford, un appena 14enne Morgan parte alla volta del Regno Unito e frequenta la English High School of London, viaggiando però tra Francia, Svizzera e Germania, dove frequenta l’Università di Gottingen. Grazie a queste esperienze impara fluentemente il francese e il tedesco.
Terminati gli studi con una laurea in storia dell’arte, torna a Londra dove inizia a muovere i primi passi nella finanza, lavorando nella sede J.S. Morgan della capitale britannica: è questa l’esperienza che gli consentirà di conoscere alla perfezione il sistema bancario inglese e, negli anni di permanenza, stringere numerosi contatti con i più importanti banchieri londinesi.
Il ritorno negli Stati Uniti e la grande crescita professionale
La permanenza a Londra dura fino al 1860, quando torna negli Stati Uniti, divenendo direttore della Dabney Morgan e C. solo 4 anni dopo. A soli 27 anni John Pierpont Morgan si presenta già come un uomo estremamente risoluto seppur dal carattere difficile, mostrando un forte spirito imprenditoriale e un’altrettanto grande propensione all’investimento, anche particolarmente rischioso: durante la guerra di secessione statunitense acquista 5,000 fucili a 3,50 dollari l’uno, facendoli rivendere sul campo di battaglia a prezzi quasi 10 volte superiori.
Sarà nel 1871 che, entrando in società con Joseph Anthony Drexel, fonda a New York la Drexel, Morgan & Co., che in meno di 20 anni diviene uno degli istituti di credito più importanti degli Stati Uniti. Ne assume il pieno controllo alla morte di Drexel nel 1893, convertendola in J.P. Morgan & Co.. E’ in quegli anni che da capitale finanziaria degli Stati Uniti, New York diventa assieme a Londra capitale finanziaria mondiale.
Il termine del XIX secolo rappresenta una crescita esponenziale dell’importanza di Morgan nell’economia statunitense, venendo riconosciuto come vero e proprio esperto d’investimenti su Wall Street. Seguendo e sostenendo il panorama economico-finanziario del nuovo continente durante lo sviluppo industriale, investe pesantemente sui settori:
- Ferroviario, siglando l’accordo tra New York Central Railroad e Pennsylvania Railroad
- Elettrico, portando alla nascita della General Electric Company
- Navale, finanziando la nascita della International Mercantile Marine Company
- Siderurgico, creando la United States Steel Corporation, principale realtà dell’acciaio
Agli inizi del XX secolo John Pierpont Morgan è riconosciuto come il magnate più importante e ricco al mondo, guidando gli Stati Uniti verso un ruolo preponderante nel panorama socio-economico internazionale: riesce a scongiurare difficili crisi come quella di Wall Street del 1907, grazie a ingenti prestiti e misure di salvataggio per le banche in difficoltà; oltre a risanare il bilancio statunitense, ha garantito alla sua economia elevati profitti.
La sua attività creditizia segnò profondamente lo sviluppo del più importante paese capitalistico del mondo, fu proprio grazie agli investimenti di JP Morgan che attività come quella siderurgica, navale, elettrica e ferroviaria presero piede e si espansero in un modo che sembrava impossibile solo qualche decennio prima.
JP Morgan quindi è un esempio di come il capitalismo può essere il motore economico e sociale di un paese.
Morte e eredità
Spesso in viaggio, John Pierpont Morgan muore a Roma all’età di 75 anni il 31 marzo 1913. Il giorno stesso, la borsa di New York chiude per 2 ore per onorare la sua memoria. Alla morte, le sue proprietà avevano un valore stimato di circa 78 milioni di dollari di quegli anni, mentre il valore delle sue attività era di circa 30 milioni.
Con un patrimonio di circa 40 miliardi di dollari, John Pierpont Morgan è riconosciuto secondo Forbes come cinquantanovesimo uomo più ricco di tutti i tempi. Oltre che il più importante banchiere a cavallo tra XIX e XX secolo è stato anche esperto d’arte, esigente collezionista e filantropo, presente nella Philantrophy Hall of Fame.
Ha avuto 4 figli, tra cui John Pierpont Morgan jr, che ha gestito la J.P. Morgan & Co. dopo la sua scomparsa ed è padre di Henry Sturgis Morgan; quest’ultimo è fondatore assieme a Harold Stanley della banca d’investimento statunitense Morgan Stanley, che nel 2017 ha un fatturato di 37,94 miliardi di dollari.
Cos’è J.P. Morgan Chase?
Il nome di John Pierpont Morgan è legato in modo indissolubile a J.P. Morgan Chase & Co, nata nel 2000 dalla fusione tra J.P. Morgan & Co. e Chase Manhattan Corporation. E’ la sesta più grande banca al mondo con un patrimonio totale di circa 2,73 trilioni di dollari, rientrando tra le Big Four delle banche statunitensi.
Banca commerciale e d’investimenti, nel 2017 presenta un fatturato di 99,6 miliardi di dollari, ma il suo nome è tristemente connesso alla crisi dei mutui sub-prime 2008-2009, per la quale viene accusata di frode dalla procura di New York. A questa segue la denuncia del Governo Federale nel 2012, che ha ritenuto J.P. Morgan Chase & Co. principale responsabile della crisi arrivando a patteggiare in seguito un risarcimento di 13 miliardi di dollari.
Perchè John Pierpont Morgan è considerato uno dei personaggi più controversi della storia economica?
Sebbene sia universalmente considerato uno dei personaggi più emblematici e distintivi dell’economia internazionale tra Ottocento e Novecento, John Pierpont Morgan presenta anche svariati lati negativi: alla sua determinatezza associava infatti un carattere estremamente difficile e una certa aggressività, mentre non aveva alcun problema a ostentare le sue ricchezze e mostrare la sua superiorità economica.
Tra gli investimenti che lo hanno portato a salvare la situazione economico-finanziaria statunitense, ve ne sono stati altri altamente fallimentari: tra i peggiori si possono riconoscere il mancato accordo con l’ingegnere Nikola Tesla per la creazione di un sistema di comunicazione senza fili nel 1900, che a causa di Morgan non vide mai la luce, e la formazione della International Mercantile Marine Company, che ha rischiato la bancarotta dopo l’affondamento della sua nave Titanic nel 1912.
A conti fatti, come John Davidson Rockefeller e Andrew Carnegie e i banchieri Rothshild anche Morgan è considerato uno dei magnati senza scrupoli e nel suo operato non sono quindi mancate le critiche, tanto da essere accusato più volte di influenzare e manipolare l’economia americana a suo vantaggio: riferendosi a questi eventi viene coniato il termine Morganization, che indicava la creazione di un monopolio attraverso i radicali processi di salvataggio aziendale.
Ecco altre ragioni principali per cui è considerato controverso:
- Influenza sul sistema finanziario: J.P. Morgan è stato una figura centrale nella creazione e nel consolidamento di alcuni dei più grandi conglomerati industriali e finanziari degli Stati Uniti. Ha avuto un ruolo chiave nel salvare l’economia statunitense durante diverse crisi finanziarie, come il panico del 1893 e quello del 1907. Tuttavia, questa capacità di intervenire e stabilizzare i mercati gli conferì un potere enorme, portando a timori sulla concentrazione di troppo potere finanziario nelle mani di un singolo individuo.
- Pratiche monopolistiche: Morgan fu strumentale nella creazione di alcune delle più grandi e potenti società dell’epoca, come la United States Steel Corporation, che diventò il primo miliardo di dollari azienda nella storia. Le sue pratiche di consolidamento e acquisizione di aziende spesso soffocarono la concorrenza, portando a monopoli o oligopoli in settori chiave dell’economia. Questo tipo di pratica fu spesso criticata come anti-competitiva e dannosa per il libero mercato.
- Relazione con il governo: Morgan ebbe una relazione complessa con il governo degli Stati Uniti. Da un lato, fu chiamato più volte a salvare l’economia nazionale in tempi di crisi, ma dall’altro, la sua capacità di influenzare la politica economica e il governo sollevò preoccupazioni sulla fusione tra potere finanziario privato e autorità pubblica.
- Critiche sociali e culturali: Nel periodo di forte disuguaglianza economica in cui operava, Morgan era visto come un simbolo della ricchezza e del potere sfrenato, spesso in netto contrasto con le condizioni di vita difficili della classe lavoratrice. Questo contribuì a una crescente critica nei confronti della Gilded Age e alla spinta per riforme economiche e regolamentazioni più rigorose.
- Legacy e ambiguità morale: Sebbene Morgan sia stato ammirato per la sua abilità nel gestire crisi e per il suo contributo alla creazione di un sistema bancario moderno, è anche visto come una figura ambigua dal punto di vista morale. Le sue azioni spesso servivano tanto ai suoi interessi personali e alla sua ricchezza quanto al bene pubblico.
In sintesi, J.P. Morgan è considerato controverso perché rappresentava il vertice del potere finanziario in un’epoca in cui la disuguaglianza economica e la mancanza di regolamentazione erano al centro del dibattito pubblico. La sua figura è un simbolo sia del successo economico e dell’ingegnosità che dei rischi e delle disuguaglianze intrinseche al capitalismo sfrenato.
I segreti che si è portato nella tomba
J.P. Morgan, come uno dei banchieri più potenti e influenti della storia, è circondato da numerosi segreti e leggende, alcuni dei quali alimentati dalla sua natura riservata e dalla complessità delle sue operazioni finanziarie. Ecco alcuni dei segreti più discussi e misteriosi intorno alla figura di J.P. Morgan:
1. Il mistero del naso deformato
Uno dei segreti personali più noti riguarda l’aspetto fisico di Morgan. Era noto per avere un naso fortemente deformato, causato da una condizione chiamata rosacea, che peggiorava con l’età. Morgan era estremamente sensibile riguardo a questo difetto fisico e faceva di tutto per evitarne la pubblicizzazione. Spesso rifiutava di essere fotografato e le poche immagini che esistono di lui tendono a essere attentamente orchestrate o ritoccate per nascondere la deformità.
2. Influenza segreta sulle politiche del governo
Morgan ebbe una notevole influenza sulle politiche economiche e finanziarie del governo degli Stati Uniti, ma molti dettagli sulle sue interazioni con i politici e le decisioni prese dietro le quinte rimangono poco chiari. Ad esempio, durante il panico finanziario del 1907, Morgan organizzò una serie di riunioni segrete con i principali banchieri di New York per evitare un collasso totale del sistema bancario. Il livello di potere e controllo che esercitò in questi incontri sollevò preoccupazioni sul fatto che una singola persona potesse detenere tanta influenza.
3. La creazione della Federal Reserve
J.P. Morgan fu un attore chiave nel processo che portò alla creazione della Federal Reserve nel 1913, anche se indirettamente. Alcuni storici sostengono che il panico del 1907, e il modo in cui Morgan lo gestì, dimostrò la necessità di una banca centrale negli Stati Uniti. Tuttavia, ci sono teorie secondo cui Morgan e altri potenti banchieri avrebbero manipolato gli eventi per creare una domanda di un’istituzione come la Federal Reserve, che avrebbe comunque servito i loro interessi.
4. La connessione con il Titanic
Un altro segreto avvolto nel mistero riguarda la connessione di J.P. Morgan con il disastro del Titanic. Morgan era uno dei principali azionisti della White Star Line, la compagnia che possedeva il Titanic. Aveva un biglietto per viaggiare sul Titanic durante il suo viaggio inaugurale ma, all’ultimo momento, decise di non imbarcarsi. Questo ha alimentato diverse teorie della cospirazione, suggerendo che Morgan sapesse in anticipo del destino della nave. Tuttavia, non ci sono prove concrete a sostegno di tali teorie.
5. Il suo ruolo nella guerra dell’oppio
Un altro aspetto meno noto della vita di Morgan riguarda la sua connessione indiretta con il commercio dell’oppio. La Morgan Bank aveva legami con aziende che commerciavano in oppio durante il XIX secolo, un’epoca in cui la droga era legale e rappresentava un’importante merce di scambio, soprattutto tra la Cina e le potenze occidentali. Sebbene non ci siano prove che Morgan fosse direttamente coinvolto in queste operazioni, le sue connessioni con il commercio dell’oppio gettano una luce oscura su alcune delle sue attività finanziarie.
6. Le ricchezze nascoste e le opere d’arte
Morgan era un collezionista d’arte e possedeva una delle collezioni più grandi e preziose del suo tempo, che includeva dipinti, manoscritti, gioielli e antichità. Tuttavia, ci sono storie di tesori nascosti o di opere d’arte mai catalogate ufficialmente, conservate in segreto nei suoi vari palazzi e residenze. Dopo la sua morte, molte di queste opere furono donate al Metropolitan Museum of Art di New York, ma rimangono dubbi su quanto della sua collezione originale fosse realmente noto o catalogato.
7. La gestione delle crisi economiche
Il modo in cui Morgan gestì le crisi economiche, specialmente durante il panico del 1907, è ancora oggetto di dibattito. Alcuni storici suggeriscono che la crisi potrebbe essere stata manipolata per consolidare ulteriormente il suo potere e favorire le sue imprese, anche se queste teorie rimangono speculative. Il fatto che Morgan abbia potuto agire quasi come un “banchiere centrale” non ufficiale prima della creazione della Federal Reserve continua a suscitare perplessità su quanto fosse davvero potente.
Questi segreti, insieme alla figura imponente di J.P. Morgan, contribuiscono alla sua reputazione come uno degli uomini più enigmatici e influenti della storia del capitalismo. Le sue azioni hanno lasciato un’eredità complessa, piena di contraddizioni, che ancora oggi suscita interesse e dibattito.