Quanto Guadagna un Arbitro di Serie A, Serie B, C o Internazionale

Il calciomercato è nel vivo della sua sessione estiva ed è questione di settimane all’inizio del campionato, dove le squadre presenteranno le loro rose rinnovate e pronte a dare il meglio. Stipendi da favola, ma c’è anche un personaggio che meno si conosce, è l’arbitro, che scopriremo in quest’articolo comprendendone principali mansioni e stipendio, variabile in base agli eventi.

Una figura professionale essenziale nello svolgimento dei match, che garantisce ordine e pieno rispetto delle regole, nonostante spesso attiri a sé le angherie sia di giocatori che pubblico per decisioni poco condivise. Grande onore, ma anche grande responsabilità, per questo c’è da capire, cosa fa e quanto guadagna un arbitro in Serie A, Serie B, Champions, mondiali o altre competizioni?

In cosa consiste il lavoro dell’arbitro di calcio

Chiamato comunemente anche direttore di gara o giudice di gara, l’arbitro è un ufficiale che dirige il match calcistico per cui è stato scelto, facendo rispettare le regole del gioco in modo equo, sicuro e in linea con le direttive delle organizzazioni calcistiche del caso, come FIFA, che disciplina anche il suo ruolo. In Italia è invece una figura regolamentata da AIA sotto responsabilità FIGC.

Le origini risalgono alla metà del XIX secolo, davanti alla necessità di avere un direttore di gara nei primi campionati calcistici tra scuole inglesi: inizialmente chiamato umpire, è successivamente e tuttora conosciuto anche col termine anglofono referee, contratto anche in ref.

Il suo è un ruolo di grande responsabilità prima, durante e al termine del gioco:

  • All’ingresso in campo, verifica che le squadre siano pronte e che il loro occorrente sia conforme ai requisiti
  • Prima del calcio d’inizio, decide chi toccherà il pallone per primo col lancio di una monetina davanti ai capitani
  • Durante il match, applica le regole, decidendo situazioni di fallo, fuorigioco, punizioni, rigori, ammonizioni ed espulsioni
  • Al termine del match, si assicura che tutti i calciatori lascino l’area di gioco senza disordini o proteste

Proprio come avviene con un pubblico ufficiale, a lui è conferita l’autorità di prendere decisioni definitive sul campo, in base alle circostanze, in modo neutrale e imparziale senza favorire una squadra anziché un’altra: le suddette decisioni possono diventare spesso oggetto di contestazione da parte dei giocatori o in casi più estremi dalle tifoserie, che potrebbero protestare contro di esso con urla, cori razzisti o ancor peggio invasioni di campo.

Davanti a situazioni estremamente delicate, così come a diverbi tra giocatori particolarmente acuti o maltempo che impossibiliti il regolare proseguimento, può sospendere l’incontro, rinviandolo a data da concordare successivamente, o con eventuale penalizzazione della squadra responsabile con sconfitta a tavolino da parte del giudice sportivo.

Il suo è un lavoro di squadra, costituendo la terna arbitrale assieme ad altri ufficiali di gara per prendere le decisioni più corrette in base alla situazione:

  • Due guardalinee, chiamati anche assistenti arbitrali
  • Quarto ufficiale, soggetto supplementare chiamato anche quarto uomo

Come unico cronometrista, gestisce completamente le tempistiche della partita calcolandone anche i minuti di recupero, nel mentre tiene anche il conto delle sostituzioni. Lui e la terna arbitrale hanno acquisito maggiore importanza dall’introduzione del VAR nel campionato di Serie A 2017-2018. Secondo stime Economia-italia.com, può correre dai 9 ai 15 chilometri a partita, in ogni punto del campo e più di ogni altro giocatore.

Come si diventa arbitro di calcio

Primo requisito fondamentale per diventare arbitro è avere un’approfondita conoscenza delle regole del calcio, facendo rispettare in modo inamovibile le decisioni prese, anche le più impopolari, comunicando con professionalità con terna arbitrale, giocatori e allenatori, con cui si richiede spesso sangue freddo e gestione della pressione psicologica.

L’accesso alla professione non richiede titoli accademici, sebbene questi possano aiutare nella dovuta preparazione, sono infatti consigliati i seguenti percorsi di laurea:

  • Scienze delle Attività Motorie e Sportive (L-22)
  • Scienze dell’Educazione Motoria e delle Attività Adattate (LM-67)
  • Scienze e Tecniche Avanzate dello Sport (LM-68)

Con o senza formazione universitaria, che darà migliori basi per proseguire l’iter, tappa obbligatoria sarà la partecipazione ad un apposito corso riconosciuto AIA, per affinare le competenze acquisite, disponibile nelle principali città italiane, completamente gratuito e disponibile ambosessi.

Unici requisiti saranno:

  • Essere cittadino italiano o nella Comunità Europea
  • Diploma di licenza media
  • Certificato d’idoneità alla pratica sportiva generica o agonistica

Vi è un limite d’età dai 14 ai 35 anni non compiuti, con calciatori e calciatrici tra 14 e 17 anni che potranno diventare arbitri continuando a giocare a calcio, purché non dirigano match in cui sono presenti le squadre in cui sono tesserati.

Di carattere teorico-pratico, la formazione avrà durata dai 2 ai 3 mesi e approfondirà i seguenti argomenti:

  • Regolamento Giuoco del Calcio
  • Regolamento AIA
  • Preparazione atletica
  • Medicina e alimentazione per l’attività sportiva
  • Esercizi ginnici
  • Spostamenti sul terreno di gioco
  • Corsa a varie velocità

Al termine del corso vi saranno due prove scritte, una orale e una fisica sulle tematiche studiate, che si terranno nella stessa giornata: se superate con esito favorevole si otterrà l’affiliazione alla sede AIA in cui si è svolto il corso, divenendone ufficialmente membro. Si otterrà una Tessera Federale, che garantirà l’accesso gratuito in tutti gli stadi italiani che tengono competizioni ufficiali FIGC, ma anche divisa, taccuino e fischietto, mentre il restante occorrente dovrà essere acquistato in separata sede.

Per gli studenti delle scuole superiori la partecipazione al corso AIA avrà valore di credito scolastico in vista dell’esame di maturità, al tempo stesso non darà problemi a studenti universitari che avranno tutto il tempo di proseguire gli studi.

Il neo-arbitro calcistico potrà già esercitare la professione nella categoria Giovanissimi, solitamente seguito da un tutor nello svolgimento di pratiche burocratiche e post-partita. Dovrà arbitrare un numero minimo di 15 partite all’anno, che saranno esaminate da commissari speciali decretando il passaggio alla categoria successiva. Se l’arbitro milita in Serie A, dovrà partecipare alle Riunioni Tecniche Obbligatorie disciplinate dall’AIA per almeno 2 volte/mese.

Ultimi requisiti fondamentali saranno allenamento e aggiornamento continui, per mantenere una forma fisica ideale per ogni match e conoscere ogni novità sul regolamento calcistico. Considerando che un arbitro termina la sua carriera solitamente tra 35 e 45 anni, qualora si desideri intraprendere questo percorso si consiglia di farlo il prima possibile, anche durante l’adolescenza.

Quanto Guadagna un Arbitro di Serie A, Serie B, C o Internazionale
Quanto Guadagna un Arbitro di Serie A, Serie B, C o Internazionale

Ecco quanto guadagna un arbitro di calcio a seconda della Serie in cui arbitra

Sul lato economico, c’è da dire che lo stipendio di un arbitro di calcio è strettamente connesso alla divisione in cui milita e alle competizioni che dirige, mostrando notevoli differenze:

  • Arbitro Serie A
    • 80.000 euro/stagione lordi come diritto d’immagine
    • Dai 3.800 ai 5.800 euro/match lordi + rimborso trasferta per gettone presenza
    • 45.000 euro/stagione lordi da 1 a 25 match arbitrati
    • 55.000 euro/stagione lordi da 26 a 50 match arbitrati
    • 62.000 euro/stagione lordi da 51 a 70 match arbitrati
    • 72.000 euro/stagione lordi per oltre 70 match arbitrati
    • 1.000 euro/match lordi per gli assistenti
    • 500,00 euro/match lordi per il quarto uomo
    • 1.500 euro/match lordi per addetto VAR
    • 700,00 euro/match lordi per assistente VAR
  • Arbitro Serie B
    • 1.700 euro/match lordi per gettone presenza
    • Dai 30,00 agli 88,00 euro per rimborso trasferta
  • Arbitro Serie C
    • Dai 150,00 ai 200,00 euro/match lordi per gettone presenza
    • 30,00 euro/match per buoni pasto
    • 0,21 euro/km per rimborso trasferta
  • Arbitro Serie D
    • Dai 40,00 ai 60,00 euro/match lordi per gettone presenza
    • Fino a 50,00 euro/match per rimborso trasferta
  • Arbitro Eccellenza
    • Dai 35,00 ai 100,00 euro/match lordi per gettone presenza
    • Fino a 50,00 euro/match per rimborso trasferta
  • Arbitro Giovanili
    • Fino a 40,00 euro/match per rimborso trasferta
  • Arbitro Coppa italia
    • 1.200 euro/match lordi per gettone presenza ottavi
    • 2.000 euro/match lordi per gettone presenza quarti
    • 4.800 euro/match lordi per gettone presenza semifinali e finale
    • 4.800 euro/match lordi per gettone presenza finale Supercoppa Italiana
    • Dai 400,00 ai 700,00 euro/match lordi per gli assistenti
    • Dai 100,00 ai 250,00 euro/match lordi per il quarto uomo
    • Dai 500,00 agli 800,00 euro/match lordi per addetto VAR
    • Dai 250,00 ai 400,00 euro/match lordi per assistente VAR
  • Arbitro UEFA Champions League-Europa League
    • Dai 2.700 ai 5.000 euro/match lordi per gettone presenza sedicesimi e ottavi
    • Dai 2.700 ai 6.000 euro/match lordi per gettone presenza quarti, semifinali e finale
    • 200,00 euro/giorno lordi per rimborso trasferta
    • 200,00 euro una tantum per spese extra
    • Da 800,00 a 1.800 euro/match lordi per gli assistenti
    • Dai 405,00 ai 900,00 euro/match lordi per il quarto uomo
  • Arbitro Mondiali FIFA
    • Fino a 65.000 euro lordi per partecipazione
    • Dai 2.700 ai 5.000 euro/match lordi per gettone presenza qualificazioni e ottavi
    • Dai 2.700 ai 6.000 euro/match lordi per gettone presenza quarti e semifinali
    • Fino a 10.000 euro/match lordi per gettone presenza finale e play-off
    • Dai 2.000 ai 3.000 euro lordi per bonus

Conclusioni

Secondo dati interni, a giugno 2023 AIA conta 30.577 associati, di cui 1.834 donne, un numero imponente destinato a crescere vista la grande passione degli italiani per questa professione e per il calcio in generale. Tutto questo nonostante sia un ruolo di grandi responsabilità in ogni momento del match, nonché dall’assoluta risolutezza ma anche calma, per gestire le situazioni d’emergenza come quelle violente all’interno dello stadio.

A conti fatti, dopo aver capito quanto guadagna un arbitro calcistico, occorre ribadire che forma fisica e nervi saldi completano il suo profilo, considerando che dovrà correre più di ogni altra persona in campo per far rispettare le regole e resistere alle sin troppo frequenti proteste e vessazioni sia dei giocatori che dei tifosi.

Per concludere si può dire che sia un mestiere di grande perseveranza e passione, ma bisogna ricordare che gli anni a disposizione per avanzare di categoria sono pochi, specie se si inizia il percorso di formazione in tarda età: per tale ragione, è sempre meglio avere idee chiare sin da adolescenti e iniziare quest’avventura il prima possibile, per maggiori speranze di raggiungere le divisioni più alte entro i 30 anni.

La Nostra opinione è che più che una professione sia un hobby che – se portato avanti con molta professionalità – può sfociare ( leggi serie A o mondiali di calcio) in qualcosa simile ad un lavoro, ma solo per pochissimi di tutti quelli che lo fanno, ma fare l’arbitro è una passione, più che un vero lavoro, una passione a cui la domenica viene rimborsata la benzina e un pranzo al ristorante, ma niente di più.

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Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.