Crediti d’imposta per investimenti in beni strutturali, ricerca, sviluppo, formazione, innovazione tecnologica e potenziamento delle imprese. Sono questi gli obiettivi che si pone il Piano Nazionale Transizione 4.0, primo passo del recovery plan con un investimento di circa 24 miliardi di euro, favorendo la transizione digitale e ambientale.
Una manovra mirata a rilanciare gli investimenti penalizzati dall’emergenza Coronavirus, prorogata fino al 31 dicembre 2022. Dedicato a progetti dal ciclo di vita altamente sostenibile, il piano di Transizione 4.0 punta a creare vantaggi competitivi implementando i processi produttivi. Cosa offre e quali sono i requisiti?
Cos’è il Piano Nazionale Transizione 4.0?
Chiamato comunemente Transizione 4.0, il Piano Nazionale di Transizione è una misura strutturale per guidare imprese e professionisti lungo i processi di transizione tecnologica ed ambientale, rafforzando le loro posizioni sul mercato.
Ideato dal Ministero dello Sviluppo Economico e approvato nella Legge di Bilancio 2021 (d.l. 178/2020) è un pacchetto d’investimenti dal valore di circa 24 miliardi di euro, che potenzia i precedenti Piano Industria 4.0 del 2019 e Piano Nazionale Imprese 4.0 del 2020. E’ il primo obiettivo del recovery plan italiano.
Cosa offre la Transizione 4.0?
Sostenendo la ripresa economica, obiettivo principale del piano di Transizione 4.0 è stimolare nuovi investimenti privati dopo l’emergenza sanitaria CoViD-19, attraverso agevolazioni fiscali in crediti d’imposta per PMI, attività commerciali e libere professioni che investiranno in:
- Nuovi beni strumentali materiali e immateriali tecnologicamente avanzati previsti dal d.l. 232/2016, con
- credito incrementato dal 6% al 10% per beni materiali nel 2021, con aliquote al
- 50% nel 2021 e 40% nel 2022 per spese inferiori a 2,5 milioni di euro
- 30% nel 2021 e 20% nel 2022 per spese tra 2,5 e 10 milioni di euro
- 10% nel 2021 e 2022 per spese tra 10 e 20 milioni di euro
- credito incrementato dal 15% al 20% per beni immateriali nel 2021, con massimale da 700.000 a 1 milione di euroÂ
- credito incrementato dal 6% al 15% per dispositivi e tecnologie d’implementazione smart working nel 2021
- credito esteso al 10% per il 2021 e al 6% per il 2022 per beni immateriali non-4.0
- Attività di ricerca e sviluppo, con credito incrementato dal 12% al 20% e massimale da 3 a 4 milioni di euro
- Innovazione tecnologica e digitale, con credito incrementato dal 6% al 10% e massimale da 1,5 a 2 milioni di euro
- Attività di design e ideazione estetica, con credito incrementato dal 6% al 10% e massimale da 1,5 a 2 milioni di euro
- Green economy, con credito incrementato dal 10% al 15% e massimale da 1,5 a 2 milioni di euro
- Formazione 4.0 per dipendenti e titolari su IOT, cloud, cybersecurity, big data, realtà aumentata e soluzioni manifatturiere avanzate, in base al costo aziendale, con
- copertura al 50% e massimale annuale di 300.000 euro per piccole imprese
- copertura al 40% e massimale annuale di 250.000 euro per medie imprese
- copertura al 30% e massimale annuale di 250.000 euro per grandi imprese
- credito incrementato al 60% per categorie di lavoratori svantaggiate previste dal d.m. 17/10/2017 del Ministero del Lavoro
Tutti i nuovi crediti d’imposta del Piano Nazionale di Transizione 4.0 hanno decorrenza dal 16 novembre 2020 e sono previsti per il biennio 2021-2022, con termine ultimo prorogato dalla Legge di Bilancio al 31 dicembre 2022. Dopo tale giorno sarà possibile avere ulteriore proroga fino al 31 giugno 2022 per pagamenti con acconto minimo del 20%.
La fruizione dei crediti d’imposta sui beni materiali è utilizzabile in 5 quote annuali di pari importo e 3 per i beni immateriali. La decorrenza sarà dall’anno successivo a quello della loro entrata in funzione, con compensazione immediata. Il credito sarà fruibile in un anno per investimenti 2021 su beni immateriali non-4.0 da soggetti con introiti o compensi inferiori ai 5 milioni di euro.
Chi può accedere al Piano Transizione 4.0?
I bonus offerti dalla Transizione 4.0 sono rivolti a tutte le imprese e professionisti residenti in Italia o che, seppur non residenti, abbiano organizzazioni stabili e strutture produttive sul territorio nazionale, che effettuino investimenti in innovazioni strutturali, tecnologiche e ambientali. Non vi sono limitazioni su natura giuridica, settore d’appartenenza, dimensioni o regimi fiscali.
Requisito imprescindibile per queste realtà è presentare progetti sostenibili basati sulla ciclicità , che riducano al minimo gli sprechi e ottimizzino le risorse naturali a propria disposizione, col vantaggio delle tecnologie digitali, che consentano di monitorare processi produttivi e analizzare dati in modo più efficiente.
Altri crediti offerti
Oltre alle sovvenzioni per imprese e professionisti, la Transizione 4.0 è dedicata anche al settore turistico, con crediti d’imposta al 50% per la riqualificazione di strutture ricettive, termali e agrituristiche e sull’affitto di immobili aziendali e a uso non abitativo ai sensi dell’art. 28 del d.l. 34/2020 (Decreto Rilancio).
Non cedibile, il credito d’imposta del piano è cumulabile con altre agevolazioni come:
- Credito per rafforzamento patrimoniale, per imprese di medie dimensioni, al
- 20% per conferimenti societari non superiori ai 2 milioni di euro
- 50% per perdite eccedenti al 10% del patrimonio nettoÂ
- Bonus pubblicità , per incrementi di almeno l’1% degli investimenti nell’anno precedente su stessi mezzi, al
- 90% per startup, micro-imprese e PMI
- 75% per grandi imprese
- Credito per investimenti nel Mezzogiorno, per imprese che investono in beni strumentali nuovi in Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, al
- 20% per piccole imprese
- 15% per medie imprese
- 10% per grandi imprese
- Bonus quotazione per PMI in borsa, al 50% con massimale di 500.000 euro
- Bonus riorganizzazione aziendale, al 2% delle attività dei soggetti coinvolti in operazioni d’aggregazione
Quali sono i tempi per poter sfruttare il Piano Transizione 4.0?
Transizione 4.0 è un piano già attivo dal novembre 2020, fino al giugno 2023.
Conclusioni
In lenta ma progressiva uscita dalla crisi sanitaria ed economica del CoViD-19, l’Italia rilancia gli investimenti col Piano Nazionale di Transizione 4.0, dedicato alle nuove tecnologie digitali e all’ecosostenibilità , sempre più protagoniste di un processo a lungo termine e irreversibile sul territorio nazionale ed europeo.
A conti fatti, quella inclusa nel recovery plan è una soluzione innovativa che guarda al futuro dell’imprenditoria nazionale, in linea con le richieste UE, a cui il Decreto Sostegni aveva già pensato con 6,7 miliardi di euro. Quella del biennio 2020-2022 avrà quindi la possibilità di rappresentare una svolta epocale, per trasformare lo scenario economico dandogli il prestigio da tempo auspicato.