Siamo a12 passi dal disastro finanziario scriveva Roubini all’inizio del 2008 e veniva considerato un economista ultra-pessimista, ma poi ebbe ragione. Oggi quei passi ci sembrano molto meno di 12 e stavolta l’Italia potrebbe trascinarsi dietro tutta l’Unione Europea, come ricorda il Financial Times, parlando di spread.
Il Governo Meloni era partito benissimo con le finanze
Questo governo era partito molto bene e aveva fatto tutti felici; dall’Unione Europea ai mercati finanziari che per un bel periodo hanno brindato e festeggiato insieme, almeno fino a poche settimane fa la Von der Layen e Giorgia Meloni ( che qui criticheremo per la prima volta in 1 anno di governo) sembravano le due amiche del cuore del liceo.
La mancanza di coraggio per la paura di perdere consensi
Veniamo alle decisioni prese o meglio: alle decisioni NON PRESE.
La Meloni sembrava voler spaccare il mondo, mettere l’interesse dei cittadini italiani di fronte a tutto, come ogni brava patriota, ma con il tempo questa sua promessa fatta alla TV è andata calando.
Purtroppo la politica è quella che è, la Meloni fa parte di un partito, poi di una coalizione governativa e tutti i partiti della coalizione ad iniziare dalla Lega vogliono mettere le loro bandierine.
Salvini si è profuso in promesse impossibili: non solo il Ponte sullo Stretto di Messina, opera positiva sotto l’aspetto economico, finaniario, occupazionele, come investimento nel lungo periodo essendo una infrastruttura che verrà motlo usata ma senza dubbio estremamente dispendiosa , soldi che avrebbero dutovo far pensare: “Se spendo tanto qui dovri tagliare qualcosa di là ” e il di là si chiamava SuperBonus 110%–
Al signor “Graduidamente” ( il Premier Conte) infatti non bastava dare un piccolo aiuto ad esempio uno sgravio del 20 o 40% sui lavori a chi voleva ristrutturare la casa per motivi di opportunitÃ
Il debito pubblico di Italia e Francia potrebbero mettere in difficoltà tutta la zona Euro, secondo il Financial Times
In un articolo pubblicato il 29 settembre 2023, il Financial Times ha affermato che i rendimenti delle obbligazioni europee sono aumentati a causa delle preoccupazioni per la crescita economica e l’inflazione. L’articolo ha indicato che l’Italia e la Francia sono state particolarmente colpite da questi aumenti, poiché i mercati ritengono che questi paesi siano più vulnerabili alle turbolenze economiche.
L’articolo ha citato una serie di fattori che hanno contribuito agli aumenti dei rendimenti delle obbligazioni europee. In primo luogo, la crescita economica globale sta rallentando, il che riduce le prospettive di crescita delle entrate dei governi europei. In secondo luogo, l’inflazione è in aumento in Europa, il che aumenta il costo del servizio del debito pubblico. In terzo luogo, la guerra in Ucraina sta creando incertezza sul futuro dell’economia europea.
L’articolo ha affermato che gli aumenti dei rendimenti delle obbligazioni europee sono una preoccupazione per le autorità europee. Questi aumenti rendono più costoso per i governi europei finanziarsi sul mercato, il che potrebbe limitare la loro capacità di spendere per sostenere la crescita economica.
L’articolo ha concluso affermando che gli aumenti dei rendimenti delle obbligazioni europee sono un segno di crescente nervosismo sui mercati finanziari. Questi aumenti potrebbero avere un impatto negativo sull’economia europea, rendendo più difficile la crescita e l’inflazione più alta.
Ecco alcuni passaggi specifici dell’articolo che riguardano l’Italia e la Francia:
- “I rendimenti delle obbligazioni italiane a 10 anni hanno raggiunto il 3,8%, il livello più alto da novembre 2018. I rendimenti delle obbligazioni francesi a 10 anni hanno raggiunto il 2,3%, il livello più alto da gennaio 2014.”
- “Gli investitori sono preoccupati per la crescita economica e l’inflazione in Italia e Francia. L’Italia ha un alto debito pubblico e una crescita economica lenta. La Francia ha un deficit di bilancio e un’inflazione in aumento.”
- “I governi italiani e francesi stanno cercando di ridurre le loro spese per ridurre il loro debito pubblico. Tuttavia, questi sforzi potrebbero frenare la crescita economica.”
In conclusione, il Financial Times ritiene che gli aumenti dei rendimenti delle obbligazioni europee siano un segno di crescente nervosismo sui mercati finanziari. Questi aumenti potrebbero avere un impatto negativo sull’economia europea, rendendo più difficile la crescita e l’inflazione più alta. L’Italia e la Francia sono state particolarmente colpite da questi aumenti, poiché i mercati ritengono che questi paesi siano più vulnerabili alle turbolenze economiche.
Le previsioni del Ministero sul debito pubblico italiano:
Secondo le previsioni del DEF, il debito pubblico italiano diminuirà dal 145,4% del PIL del 2022 al 139,3% del PIL nel 2025. In termini assoluti, il debito pubblico italiano scenderà da 2.762 miliardi di euro nel 2022 a 2.600 miliardi di euro nel 2025.
Tuttavia, è importante notare che queste previsioni sono basate su una serie di ipotesi, tra cui una crescita economica costante e un tasso di interesse basso. Se queste ipotesi non dovessero essere rispettate, il debito pubblico italiano potrebbe aumentare.
i 4 passi che ci separano dal disastro
- In particolare, gli aumenti dei rendimenti delle obbligazioni europee, che sono stati causati dalle preoccupazioni per la crescita economica e l’inflazione, potrebbero rendere più costoso per l’Italia finanziarsi sul mercato. Questo potrebbe portare a un aumento del deficit di bilancio e del debito pubblico.
- Inoltre, la guerra in Ucraina potrebbe avere un impatto negativo sull’economia italiana, rallentando la crescita e aumentando l’inflazione. Questo potrebbe anche portare a un aumento del debito pubblico.
- Il prezzo del petrolio in costante aumento per le scelte politiche di Putin e Arabia Saudita. NB: non stiamo parlando di un normale aumento dei prezzi ma di un aumento di tipo politico, che nel 1970 portò il petrolio ad un + 400% in soli 4 anni.
- L’inflazione che potrebbe tornare a correre proprio grazie all’aumento del prezzo del petrolio, fonte di energia ancora fondamentale ed essenziale per le Nostre economie.
In conclusione, è difficile dire con certezza a quanto arriverà il debito pubblico italiano dopo l’approvazione del DEF. Tuttavia, è probabile che il debito pubblico diminuirà nel breve termine, ma potrebbe aumentare nel lungo termine, a seconda delle condizioni economiche e politiche.
Un frutto di pesca non riuscirà a coprire questi problemi finanziari
Si è molto parlato di pubblicità di pesche e di bambini recentemente, se ne è parlato talmente tanto che ci è sembrato un modo per attrarre l’attenzione verso un altro argomento, un discorso sempliciotto e banale, una discussione fra lavandaie ( con tutto il rispetto per le lavandaie) ma che è fuffa, cioè è la discussione sul nulla, cioè sui sentimenti di qualcuno e per carità va bene parlare di sentimenti ma in momenti importanti come questi ci sarebbero cose ben più importanti da parlare dei sensi di colpa di qualcuno.
Ovviamente Noi ci auguriamo che nulla di questo accada.
Il prezzo del petrolio magari inizierà a calare, quindi anche l’inflazione non riprenderà a correre.
magari la guerra in Ucraina troverà una soluzione pacifica che soddisfi i due contendenti almeno per i prossimi anni.
A quel punto si potrà tornare a parlare di crescita ma sempre pensando che abbiamo un debito pubblico monstre da abbattere.