Lauree piĆ¹ Inutili in Italia a Livello Lavorativo

Esistono lauree inutili? La carriera universitaria ĆØ una promettente referenza per entrare nel mercato del lavoro, ma non sempre, poichĆ© vi sono facoltĆ  che una volta laureati non ci permettono di trovare facilmente lavoro anzi, a volte sembra quasi impossibile. Per questo, oggi scopriremo insieme quali sono le 5 lauree meno utili in Italia, quelle che prevedono minori tassi d’occupazione e che quindi sarĆ  meglio evitare a meno che di non avere giĆ  un’idea precisa e un “posto al caldo” che ci aspetta. O magari da prendere come 2a laurea – perchĆØ no – per soddisfazione personale e dopo che si ĆØ giĆ  si ĆØ inseriti nel mondo del lavoro.

Nessuna laurea ĆØ inutile di per se, ma con una societĆ  e un mondo lavorativo che cambiano velocemente sono molte a perdere la loro efficacia, lasciando tanti speranzosi studenti nella disoccupazione e con la necessitĆ  di reinventarsi. Occorre perciĆ² capire, quali sono le lauree piĆ¹ inutili e in quali settori?

Quali sono le 5 lauree piĆ¹ inutili in Italia?

Iscrivendosi ad una facoltĆ  universitaria non ĆØ importante conoscere solamente le caratteristiche del piano di studi, esami da sostenere ed effettiva fattibilitĆ , ma anche e soprattutto le prospettive lavorative sul lungo periodo, essendo l’universitĆ  un cospicuo investimento di tempo (e di denaro).Ā 

Tuttavia, non conoscere l’attuale scenario del mercato del lavoro rischia di lasciare tanti studenti nel mare della disoccupazione, per questo molte lauree possono diventare inutili e non trovare alcuna applicazione negli attuali requisiti di enti e societĆ . Ad affermarlo anche i loro tassi di disoccupazione, emersi dalle indagini Almalaurea.

Archeologia e Antropologia

  • Tipologia: triennali L1 e L42, magistrali LM1 e LM2
  • Argomenti: analisi, rilievo e conservazione dei monumenti antichi, archeologia e turismo, archeologia sperimentale, iconografia classica, numismatica, papirologia, reperti archeologici, materiali dell’etĆ  romana, topografia, archeologia e storia greca e romana, letteratura latina, preistoria e protostoria, letteratura italiana, storia dell’arte medievale, storia della lingua italiana, scavo e studio siti dell’etĆ  medievale, lingue straniere, religioni e societĆ , geo-politica, ricerca etnografica, geografia dello sviluppo
  • Tasso disoccupazione: 33,3%
  • PerchĆØ ĆØ inutile? Specialmente in Italia, le opportunitĆ  di lavoro in questi settori sono particolarmente scarse, mentre possono richiedere continui spostamenti anche a lunga percorrenza per brevi commissioni; considerando che una posizione lavorativa sarĆ  piĆ¹ stabile con master o dottorato, lo studente puĆ² tuttavia proseguire la carriera all’interno della sua stessa universitĆ , come assegnista di ricerca o tutor

Arti e Scienze Teatrali

  • Tipologia: triennale L3, magistrale LM65
  • Argomenti: storia del cinema, musica, teatro, arte moderna contemporanea e relative analisi, drammaturgia musicale e teatrale, tutela dei beni culturali, strumenti per il marketing, archivistica pubblica, letteratura italiana
  • Tasso disoccupazione: 32,4%
  • PerchĆØ ĆØ inutile? Le arti teatrali sono fortemente inflazionate e nuovi talenti trovato estrema difficoltĆ  nell’essere inseriti in ruoli teatrali, cinematografici e affini, considerando eventuali scambi di favore e raccomandazioni tipicamente italiani; questo considerando anche che molte compagnie artistiche scoprono talenti direttamente online

Design della Moda

  • Tipologia: triennale L4, magistrale LM65
  • Argomenti: elementi visivi, disegno, fondamenti di progetto, storia di design e architettura, strumenti e metodi del progetto, materiali per il design, rappresentazione digitale, materiali e tecnologie della moda, sociologia della moda, fashion management
  • Tasso disoccupazione: 22,9%
  • PerchĆØ ĆØ inutile? Il settore moda ĆØ diventato estremamente competitivo, in quanto saturo e pieno di stilisti che trovano sempre piĆ¹ difficoltĆ  a trovare idee e avviare nuovi marchi, tanto che ciclicamente si ripresentano stessi stili e colori; anche senza laurea, chi vorrĆ  impegnarsi nel fashion design puĆ² pur sempre creare un suo portfolio, presentandosi come freelance per progetti online e offline

Turismo

  • Tipologia: triennale L15, magistrali LM49 e LM56
  • Argomenti: diritto privato, dei consumatori e utenti del turismo, diritto pubblico, dell’ambiente e beni culturali, geografia, sociologia del turismo, lingua inglese e francese, economia politica, sistemi informatizzati, economia aziendale, diritto commerciale e delle imprese turistiche, psicologia sociale, storia dell’architettura, teorie e tecniche di comunicazione
  • Tasso disoccupazione: 14,5%
  • PerchĆØ ĆØ inutile? Complici pandemia, guerra e altre criticitĆ  geo-politiche, il settore turistico ha subito un pesante crollo anche in Italia, che ha contribuito a renderlo piĆ¹ volatile vanificando le varie opportunitĆ  che si potevano avere in passato; tale laurea diverrĆ  inutile anche a causa dei numerosi canali disponibili per ottenere certificazioni da privatisti

Comunicazione, Media e PubblicitĆ 

  • Tipologia: triennale L20, magistrale LM59
  • Argomenti: sociologia dei media, linguaggi di tv, web, cinema, giornalismo e pubblicitĆ , linguaggi verbali, para-verbali e non-verbali, teatro moderno e contemporaneo, comunicazione radiofonica, sistemi informativi e trend digitali, inglese professionale, storia contemporanea, marketing del cinema, comunicazione pubblica e politica, psicologia della comunicazione audiovisiva, narrazioni dell’era digitale, economia politica e dei media, costume e societĆ , mercato e consumi
  • Tasso disoccupazione: 12,7%
  • PerchĆØ ĆØ inutile? Lo scenario di pubblicitĆ  e comunicazione si evolve passando da tv e carta stampata al web, cambiando forma e semplificandosi; tale laurea sarĆ  inutile perchĆØ emergono sempre piĆ¹ spesso formazioni online o offline, spesso gratuite, che preparano il professionista alle sfide della comunicazione web

PerchĆØ alcune lauree meno utili di altre?

Concludendo quest’analisi, occorre precisare che non esistono valori intrinsechi ai percorsi di studio e non vi sono lauree meno utili rispetto ad altre. Piuttosto, a rendere inutili molti percorsi universitari sono l’attuale mercato del lavoro, con requisiti piĆ¹ stringenti e nuovi metodi di selezione, cosƬ come una societĆ  che evolve progressivamente i suoi mezzi e stili comunicativi.

CiĆ² contribuisce a creare disoccupazione anche tra laureati: secondo Istat, a dicembre 2020 il loro tasso d’occupazione ĆØ dell’80,8% nella fascia 25-64 anni, contro la media UE dell’85,5%, valore che scende al 78,3% nella fascia 30-34, contro la media europea all’86,5%. Questo dipende anche dalla scelta di corsi di laurea inadatti alla situazione attuale, che prevedono poca richiesta o, ancor peggio, un mercato saturo e dalle grandi difficoltĆ  d’accesso.

A conti fatti, anche questo il motivo per cui molti giovani, in fase di scelta, pensano sul lungo periodo e decidono di sacrificare l’universitĆ  dei loro sogni per approdare in percorsi piĆ¹ redditizi, come ad esempio in Economia e Statistica, da cui secondo Unioncamere-Anpal sono richiesti fino a 40.000 laureati all’anno, Giurisprudenza, dalla quale nonostante le difficoltĆ  di studio e d’accesso ne sono richiesti fino a 39.000, o le facoltĆ  di Medicina, da cui si richiedono annualmente 35.000 persone.

Non solo il percorso universitario, perchĆØ anche le esperienze successive formeranno il futuro professionista, ma al giorno d’oggi in molti settori un’ottima formazione su misura si puĆ² ottenere anche senza laurea.

UniversitĆ  italiane e lavoro

FacoltĆ  universitarie triennali in Italia

FacoltĆ  universitarie piĆ¹ ricercate dal mondo del lavoro

FacoltĆ  universitarie piĆ¹ difficili

FacoltĆ  universitarie piĆ¹ facili

ERASMUSĀ 

Borse di Studio

Crescita Personale ā€“ CoachingĀ 

Come risolvere la mancata corrispondenza delle competenze globali con quella dei corsi di laurea? Ci sono delle lauree inutili e delle materie che si studiano inutilmente durante la scuola dell’obbligo?

Il capitale umano ĆØ sottoposto a un’intensa pressione in tutto il mondo poichĆ© forze potenti – globalizzazione, cambiamenti demografici e regionali, digitalizzazione, urbanizzazione e forme di occupazione virtuali e informali – acquistano slancio.Ā Queste forze stanno cambiando come, dove e quando le persone lavorano, ma continuiamo a basare lo sviluppo del capitale umano su un modello della metĆ  del XX secolo: istruzione standardizzata e un lavoro per la vita.Ā Questo non puĆ² funzionare nel mondo di oggi, che richiede una concorrenza in continua crescita.Ā I continui cambiamenti tecnologici e le trasformazioni del mercato richiedono un pensiero flessibile, apprendimento rapido e continuo e mobilitĆ .Ā Invece della standardizzazione di massa, dobbiamo abbracciare l’unicitĆ  di massa e la centralitĆ  umana.

Il capitale umano non ĆØ una merce omogenea. Comprende i baby boomer, nati all’alba dell’era spaziale; Generazione Xers, che ha cavalcato l’onda del personal computer; millennial, cresciuti con i telefoni cellulari; e Generation Zers, che sono nativi digitali. Ogni gruppo ha interessi, valori, conoscenze, abilitĆ , esperienze e ambizioni distintivi. Per partecipare alla societĆ  e all’economia, hanno bisogno di formazione, lavoro, percorsi di carriera, nuovi modi per sviluppare la loro vita professionale e piani di pensionamento.

Nel nostro mondo sempre piĆ¹ complesso, non ĆØ facile sbloccare il pieno potenziale di ogni persona.Ā Il problema ĆØ, in parte, il risultato di comunicazioni inefficaci – o inesistenti – tra il settore privato e le autoritĆ  educative: ci sono enormi divari tra gli obiettivi dei sistemi educativi e le esigenze delle imprese.Ā A meno che non prestino attenzione alle intuizioni del settore privato, i sistemi di istruzione e sviluppo delle competenze continueranno a preparare le persone le cui competenze saranno obsolete o in eccesso di offerta al momento del diploma, ampliando una “trappola delle qualifiche”.Ā I datori di lavoro faranno fatica ad assumere il talento di cui hanno bisogno.Ā Costretti ad assumere persone le cui competenze ed esperienze non soddisfano ciĆ² che ĆØ necessario, i datori di lavoro dovranno spendere soldi per la riqualificazione.Ā Nel frattempo, coloro le cui competenze non sono richieste accetteranno qualsiasi lavoro semplicemente per guadagnarsi da vivere.

Questo problema, che chiamiamo “Skill Mismatch” , ĆØ molto meno ovvio del divario di competenze, perchĆ© crea l’illusione dell’occupazione e della stabilitĆ  economica e sociale. Tuttavia, il costo economico e umano della mancata corrispondenza delle competenze ĆØ pesante.Ā Nei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il disallineamento delle competenze colpisce due dipendenti su cinque.Ā (Vedi Figura 1). Secondo le nostre stime, il disallineamento delle competenze colpisce 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo e impone una tassa annua del 6% sull’economia globale sotto forma di perdita di produttivitĆ  del lavoro.

  • Non siamo sufficientemente concentrati sulla formazione per i lavori che devono ancora apparire.Ā Si prevede che entro il 2022 il 27% dei posti di lavoro disponibili ricoprirĆ  ruoli che ancora non esistono.
  • La maggior parte dei membri della forza lavoro non ĆØ coinvolta nell’apprendimento permanente e nella riqualificazione continua.Ā Ma le competenze stanno diventando obsolete a un ritmo sempre piĆ¹ rapido – le competenze tecniche, ad esempio, sono obsolete in 2-5 anni – aumentando la necessitĆ  di riqualificazione e miglioramento delle competenze.
  • Molte persone mancano di motivazione e responsabilitĆ  per lo sviluppo personale.Ā Solo il 28% degli intervistati a unĀ sondaggio BCG haĀ dichiarato di considerare l’utilizzo di contenuti self-service per l’apprendimento.
  • L’accesso alle opportunitĆ  del mercato del lavoro ĆØ limitato.Ā Circa il 41% delle persone in cerca di lavoro trova lavoro attraverso piattaforme online, il 14% attraverso i social network.Ā Nel frattempo, 3 miliardi di persone (principalmente in Asia e Africa) non hanno accesso a Internet.
  • La ridistribuzione del capitale umano non ĆØ uniforme.Ā Negli Stati Uniti, il 90% delle domande di lavoro riguarda posizioni entro 100 chilometri dalla posizione in cui si trova la persona in cerca di lavoro;Ā il pool di candidati aumenta fino al 20% quando la regione di ricerca viene ampliata.
  • Il potenziale di alcune categorie di lavoro ĆØ bloccato.Ā Negli Stati Uniti, ad esempio, le persone con disabilitĆ  in etĆ  lavorativa costituiscono fino al 7% della popolazione e solo un terzo di loro lavora.
  • I valori e le esigenze della forza lavoro stanno cambiando.Ā La generazione Z ĆØ pronta ad accettare guadagni inferiori del 10% per lavorare meno ore.Ā Solo il 36% di quel gruppo considera la crescita della carriera una prioritĆ  principale.

L’economia futura richiede un approccio incentrato sull’uomo.Ā Questo approccio deve essere utilizzato per aiutare i lavoratori ad acquisire competenze fondamentali e creare un ambiente favorevole per l’occupabilitĆ  permanente, l’autorealizzazione e la liquiditĆ  delle competenze in un mercato del lavoro che offre opportunitĆ  accessibili, ĆØ inclusivo e focalizzato sulle persone.
In un momento di forte incertezza, le persone hanno bisogno delle capacitĆ  e delle conoscenze cognitive e non cognitive necessarie per adattarsi alle mutevoli esigenze dei datori di lavoro.Ā Hanno bisogno di competenze che il mercato del lavoro continuerĆ  a richiedere.Ā Allo stesso tempo, per poter scegliere un percorso di carriera e per sbloccare appieno il proprio potenziale, le persone devono assumersi la responsabilitĆ  del proprio sviluppo professionale.

Per ogni potenziale dipendente, il governo dovrebbe garantire un accesso equo e aperto allo sviluppo e alle opportunitĆ  di lavoro.Ā I datori di lavoro dovrebbero perseguire assunzioni non discriminatorie sulla base di capacitĆ  e competenze, tenendo conto dei valori mutevoli dei dipendenti.Ā Il sistema educativo deve trovare nuovi approcci alla formazione personalizzata dei futuri dipendenti, tenendo conto delle loro capacitĆ  e conoscenze, nonchĆ© delle esigenze in continua evoluzione dei datori di lavoro.

Per sbloccare il pieno potenziale del capitale umano di fronte al cambiamento costante, dobbiamo passare dalla standardizzazione di massa all’unicitĆ  di massa, trattando il talento non come una risorsa economica consolidata ma come un insieme di personalitĆ  distinte, ciascuna con esigenze, capacitĆ  e potenziale e ciascuno in grado di dare un contributo unico all’economia e alla societĆ .

Lo Skill Mismatch LA BARRIERA PRINCIPALE ALLO SVILUPPO DEL CAPITALE UMANO

Un’economia funzionante e dinamica dipende dal sistema che genera capitale umano.Ā Tale sistema deve fornire a un numero sufficiente di persone le competenze e le conoscenze necessarie per svolgere i compiti richiesti dai datori di lavoro.Ā Oggi, mentre l’economia dell’innovazione diventa dominante – nuove tecnologie e nuovi modi di lavorare che richiedono nuove competenze e talenti – il sistema non riesce a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro, lasciando i datori di lavoro incapaci di trovare e impiegare un numero sufficiente di lavoratori qualificati.

Comunemente noto come il divario di competenze e di fronte a ogni secondo datore di lavoro, il problema non ĆØ la mancanza di potenziali dipendenti.Ā Piuttosto, ĆØ la mancata corrispondenza tra le conoscenze e le competenze dei potenziali dipendenti e le attivitĆ  per le quali sono necessarie.Ā Oggi, 1,3 miliardi di persone hanno competenze che superano o sono insufficienti per le attivitĆ  che svolgono e entro il 2030 saranno piĆ¹ di 1,4 miliardi.

Il risultato sono opportunitĆ  mancate.Ā Ad esempio, nel 1970 meno dell’1% dei tassisti statunitensi aveva una laurea.Ā Nel 2013, la quota di questi “tassisti altamente qualificati” negli Stati Uniti aveva raggiunto il 15%.Ā 3Ā 3Ā Ā Date le giuste opportunitĆ , queste persone potrebbero accettare lavori che richiedono talenti ad alte prestazioni.Ā Nel frattempo, i lavoratori le cui qualifiche sono insufficienti per il loro lavoro sono sottoperformanti.Ā Richiedono ulteriore formazione o riqualificazione.Ā In alcuni casi, non vengono mai riqualificati con successo.

Una tassa nascosta sulla produttivitĆ  e rischi sociali.Ā Ā La mancata corrispondenza delle competenze ĆØ essenzialmente una tassa nascosta e una trappola delle qualifiche.Ā I dipendenti sottoqualificati sono meno produttivi e, poichĆ© devono essere formati o riqualificati, aumentano i costi dei datori di lavoro.Ā La tassa occulta ha effetto anche quando le aziende hanno investito nelle competenze e nella conoscenza dei dipendenti e poi non li riassegnano ai lavori giusti: i dipendenti riqualificati rimangono inutilizzati per lunghi periodi di tempo, perdono gradualmente le loro nuove capacitĆ  e conoscenze – e motivazione.Ā E mantenere dipendenti troppo qualificati, molti dei quali richiedono salari piĆ¹ alti, non ĆØ conveniente: non possono sfruttare tutto il loro potenziale nei ruoli assegnati.

NĆ© la mancata corrispondenza delle competenze ĆØ puramente un problema per i datori di lavoro.Ā Per i dipendenti, provoca incertezza sul reddito, sulle prospettive occupazionali e sullo sviluppo della carriera.Ā CiĆ² ĆØ aggravato dalle notizie di licenziamenti di massa, in particolare dal momento che l’automazione assume compiti una volta gestiti dagli esseri umani.Ā Indipendentemente dal fatto che siano causati dall’automazione della produzione, dalle tecnologie emergenti, dalle innovazioni del modello di business, dai cambiamenti del mercato o dalla chiusura di divisioni non competitive, i licenziamenti di massa aumentano le tensioni sociali.

La mancata corrispondenza delle competenze crea rischi anche per i governi.Ā La crescita economica irregolare e le divisioni globali del lavoro portano a disparitĆ  sempre maggiori tra le economie mondiali.

Infine, il disallineamento delle competenze minaccia la crescita della produttivitĆ  globale.Ā La prova di ciĆ² sta giĆ  emergendo.Ā Nel 2016, i paesi OCSE hanno registrato una diminuzione media della produttivitĆ  del lavoro del 6%.Ā Una correlazione negativa tra produttivitĆ  e disallineamento delle competenze spiega la perdita.Ā (Vedi Allegato 2.)

Il disallineamento delle competenze e il sistema educativo.Ā La transizione verso un’economia della conoscenza richiede una forza lavoro con competenze digitali altamente sviluppate, nonchĆ©, ad esempio, capacitĆ  di risoluzione di problemi complessi, adattabilitĆ  e know-how di comunicazione.Ā Nel frattempo, il numero di professioni sta crescendo rapidamente, molte sono emerse negli ultimi 10-15 anni, portando una maggiore specializzazione e nuove aree di conoscenza indipendenti.Ā Di conseguenza, alcune competenze tecniche diventano obsolete in due o cinque anni, piĆ¹ rapidamente del periodo di formazione medio per un professionista altamente qualificato.

Tuttavia, il sistema per la costruzione del capitale umano utilizza un approccio alla formazione del XX secolo.Ā Questo approccio, guidato dalle esigenze della produzione industriale su larga scala, richiedeva lavoratori che mantenessero la disciplina lavorativa, soddisfacessero i requisiti standard dei datori di lavoro e, in generale, rimanessero nello stesso lavoro per tutta la vita.Ā I datori di lavoro avrebbero “ordinato” il numero richiesto di dipendenti dal sistema educativo, che operava come una “fabbrica dei dipendenti”, producendo candidati con un’istruzione standardizzata e set definiti di abilitĆ  e conoscenze.

Il sistema rimane sostanzialmente invariato, producendo molti lavoratori privi delle competenze richieste dal mercato del lavoro e, pertanto, sperimentano uno squilibrio di competenze.Ā Senza cambiare il suo approccio fondamentale, il sistema educativo, mirando ad adattarsi alle nuove e piĆ¹ sofisticate esigenze del mercato, diventa piĆ¹ complesso e macchinoso, ei corsi di formazione richiedono piĆ¹ tempo e costano di piĆ¹.

Secondo il College Board, un’organizzazione senza scopo di lucro statunitense che sviluppa e amministra test e programmi di studio, il costo delle tasse scolastiche e delle tasse per un’istruzione universitaria quadriennale ĆØ aumentato da due a tre volte, al netto dell’inflazione, negli ultimi 30 anni .Ā E secondo una ricerca dell’UniversitĆ  di Harvard e della Korea University, negli ultimi 50 anni la durata media degli studi ĆØ aumentata di fattori di 1,9 e 3,6 rispettivamente nelle economie sviluppate e in via di sviluppo.

CENTRICITƀ UMANA: TRASFORMARE L’ISTRUZIONE E I MERCATI DEL LAVORO

Il contratto sociale del XX secolo, con la sua istruzione standardizzata, i mercati del lavoro non trasparenti, le aspettative di lavoro per la vita, i tirocini degli studenti e gli stage, rende praticamente impossibile superare il disallineamento delle competenze.Ā La creazione della distribuzione uniforme del capitale umano necessario per risolvere il problema richiederĆ  ai dipendenti, al sistema educativo, ai datori di lavoro e al governo di creare un contratto sociale fondamentalmente nuovo, basato sull’unicitĆ  di massa.

CiĆ² significa creare condizioni che consentano ai lavoratori di scegliere dove e come impiegare il proprio tempo e le proprie competenze, nonchĆ© dove concentrare la propria formazione e sviluppo.Ā Significa fornire ai lavoratori le competenze e le conoscenze che consentiranno loro di adattarsi alle mutevoli esigenze dei datori di lavoro.Ā Gli attori del sistema svolgono vari ruoli:

  • I dipendenti devono assumersi la responsabilitĆ  del proprio sviluppo professionale in modo da poter scegliere i propri percorsi di carriera e sbloccare il proprio potenziale.
  • Il sistema educativo dovrebbe fungere da mediatore tra i datori di lavoro, il governo e gli individui, fornendo ai potenziali dipendenti e lavoratori un kit completo di strumenti per la formazione permanente personalizzata e offrendo nuove forme di formazione che tengano conto delle esigenze in continua evoluzione dei datori di lavoro.
  • I datori di lavoro dovrebbero selezionare i dipendenti sulla base delle loro capacitĆ  e valori e dovrebbero fornire opportunitĆ  di autorealizzazione personale sul posto di lavoro.Ā I datori di lavoro dovrebbero considerare i valori dei singoli lavoratori come un vantaggio competitivo che sostiene la loro crescita personale e professionale.
  • I governi dovrebbero garantire a tutti un accesso uguale, aperto e personalizzato allo sviluppo e alle opportunitĆ  di lavoro.

I lavoratori del futuro devono imparare continuamente per rimanere richiesti, mantenere le loro prestazioni durante il cambiamento tecnologico in corso e formarsi per attivitĆ  che ancora non esistono.Ā Un approccio incentrato sull’uomo aiuta i lavoratori di oggi a iniziare a prepararsi per le sfide future e consente a tutti i lavoratori di acquisire un set di competenze fondamentali che include capacitĆ  di comunicazione, lavoro di squadra, risoluzione dei problemi, pianificazione e apprendimento, consentendo loro di lavorare in condizioni di incertezza e continuitĆ  cambiamenti del mercato del lavoro.Ā Per garantire l’occupabilitĆ  per tutta la vita, lo sviluppo professionale dovrebbe continuare per tutta la vita di ogni lavoratore e seguire un percorso individuale.

Nel frattempo, le fonti della motivazione individuale devono cambiare.Ā In passato, la responsabilitĆ  per lo sviluppo professionale di un individuo era assegnata ai datori di lavoro e allo Stato.Ā Il mondo di oggi richiede dipendenti motivati ā€‹ā€‹ad assumersi la responsabilitĆ  della propria crescita personale, in termini non solo di apprendimento ma anche di crescita individuale.Ā Promuovere questo cambiamento non sarĆ  facile: gli studi BCG sui datori di lavoro hanno rilevato che nel 74% dei paesi i problemi legati all’autorealizzazione e alla motivazione dei dipendenti sono tra i piĆ¹ impegnativi.

Tuttavia, l’approccio incentrato sull’uomo richiede che i dipendenti debbano, consapevolmente e indipendentemente, determinare quali abilitĆ  apprenderanno, definire l’ambito della conoscenza che intendono acquisire e decidere quanto tempo dedicare all’apprendimento.Ā Il ruolo del governo e dei datori di lavoro ĆØ fornire supporto e garantire il piĆ¹ ampio accesso possibile alle opportunitĆ .Ā CiĆ² richiederĆ  non solo un cambiamento nel modo in cui l’istruzione e la formazione sono finanziate, progettate e fornite, ma anche un cambiamento di mentalitĆ .

Infine, per sbloccare il potenziale umano, ĆØ necessario rimuovere i limiti all’accesso alle opportunitĆ  nel mercato del lavoro.Ā Questi limiti assumono molte forme: mancanza di informazioni sulle offerte di lavoro, pregiudizi del datore di lavoro riguardo alle qualifiche formali dei candidati e riluttanza dei datori di lavoro a considerare circostanze e valori personali speciali durante l’assunzione.Ā Tali barriere rendono piĆ¹ difficile per i lavoratori raggiungere l’autorealizzazione e le prestazioni al massimo e potrebbero indurli a cercare opportunitĆ  in altri settori o luoghi.

COLLABORA O PAGA

Usare la centralitĆ  umana e l’unicitĆ  di massa per preparare il mercato del lavoro di oggi per il futuro richiederĆ  nuovi modi di pensare e un approccio collaborativo, nonchĆ© investimenti di tempo e denaro.Ā In questo contesto, ogni paese deve progettare sistemi che garantiscano che le competenze e le conoscenze della propria forza lavoro soddisfino la domanda, supportino la motivazione dei dipendenti per lo sviluppo personale e aprano a tutti le opportunitĆ  del mercato del lavoro.

Oltre allo sviluppo di strumenti e soluzioni incentrati sull’uomo, deve esserci anche uno spostamento verso una maggiore collaborazione tra tutte le parti interessate: dipendenti, datori di lavoro, sistemi educativi e governi.

SarĆ  necessaria la collaborazione non solo all’interno dei paesi ma anche oltre i confini.Ā I tassi di crescita dei paesi con economie aperte sono quasi tre volte i tassi di quelli con economie chiuse.Ā I paesi che hanno mercati del lavoro aperti e sono pronti a condividere le migliori pratiche con i loro coetanei saranno molto meglio attrezzati per risolvere i disallineamenti del mercato del lavoro.

I paesi dovrebbero creare una comunitĆ  di esperti per guidare lo sviluppo globale del capitale umano e implementare soluzioni per l’istruzione e il mercato del lavoro che promuovano un approccio incentrato sull’uomo.Ā CiĆ² potrebbe includere lo sviluppo di una piattaforma per lo scambio di idee e migliori pratiche.Ā La creazione di una tale comunitĆ , oltre a strumenti pratici per sostenerla, accelererebbe il processo di risoluzione dei problemi.

In un mondo altamente incerto e in rapida evoluzione, i paesi non possono agire da soli.Ā Quelli che tentano di erigere i confini aggraveranno il disallineamento delle competenze e finiranno per pagare la tassa sulla produttivitĆ .Ā Ma attraverso la collaborazione e lo scambio di conoscenze, favorendo un mercato dei talenti piĆ¹ aperto e internazionale, i paesi possono assicurarsi il capitale umano e tecnologico necessario per creare economie di successo, eque e pronte per il futuro.

Boston Consulting Group

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Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom ĆØ divulgatore finanziario e trader.