Il mondo sta diventando sempre più piccolo grazie ad internet e alla globalizzazione dei mercati, per questo c’è sempre più bisogno di conoscere nuove lingue, capirle e farle conoscere. E’ in situazioni come queste che diviene importante il mediatore e, in quest’articolo, scopriremo come è strutturata la laurea triennale in mediazione linguistica.
Triennale, è una facoltà che prepara il professionista nell’attività di mediazione linguistica e culturale, per questo richiede conoscenze più approfondite rispetto ad un semplice traduttore. Occorre quindi capire, quale percorso di studi richiede la laurea triennale in mediazione linguistica e quali sbocchi lavorativi sono previsti?
Chi è e cosa fa il mediatore linguistico?
Come il nome lascia intuire, per mediatore linguistico si intende una figura professionale capace di favorire comprensione e comunicazione tra persone, gruppi o organizzazioni di lingue e culture diverse.
A differenza del traduttore, che svolge traduzioni testuali da una lingua all’altra, e dell’interprete, che traduce simultaneamente una o più lingue parlate, il mediatore deve possedere adeguata conoscenza di cultura, usanze e tradizioni dei paesi di cui favorisce la comunicazione verbale, para-verbale e non-verbale: per questo è chiamato anche mediatore linguistico e culturale.
Il suo è un lavoro strettamente legato all’attività diplomatica e riguarda principalmente:
- Analisi dell’evento, valutandone caratteristiche e tempi
- Raccolta informazioni e materiali, approfondendo la conoscenza del contesto
- Consulenza burocratica, orientando i soggetti coinvolti negli iter formali
- Consulenza culturale, fornendo consigli e informazioni riguardo le caratteristiche culturali
- Traduzione scritta, adattando testi dalla lingua di partenza a quella d’arrivo
- Traduzione orale, prendendo nota del discorso riadattandolo nella lingua d’arrivo
Non vi sono norme specifiche che regolano la professione.
Come conseguire la laurea in mediazione linguistica?
A differenza di altre professioni, per diventare mediatore linguistico-culturale non è possibile seguire percorsi da autodidatta bensì è richiesta una laurea in Mediazione Linguistica e Interculturale – L12. Triennale, è una facoltà a numero programmato il cui accesso richiede il superamento di un test d’autovalutazione CISIA per verificare conoscenza e preparazione personali, composto da 80 domande a risposta multipla su:
- Comprensione testo e conoscenza lingua italiana, 30 quesiti in 60 minuti
- Conoscenze e competenze di studio, 10 quesiti in 20 minuti
- Ragionamento logico, 10 quesiti in 20 minuti
- Inglese, 30 quesiti in 15 minuti (facoltativi e non vincolanti)
Principali materie studiate in facoltà saranno:
- Antropologia filosofica
- Geografia
- Storia contemporanea europea ed extra-europea
- Linguistica italiana
- Linguistica generale
- Letteratura italiana antica e contemporanea
- Letterature comparate
- Lingua e traduzione inglese, francese, spagnola, tedesca, giapponese, araba, cinese
- Cultura e letteratura inglese, francese, spagnola, tedesca, giapponese, araba, cinese
- Lingua italiana dei segni
- Filologia romanza
- Filologia germanica
- Fondamenti di latino
- Didattica dell’italiano
- Islamistica
- Storia, pensiero e arte dell’Asia orientale
- Letteratura multietnica degli Stati Uniti
- Linguaggi settoriali
- Inglese transazionale
Per favorire una formazione culturale più dinamica, vi sarà la possibilità di partecipare a progetti Erasmus in nazioni UE ed extra-UE. Al termine degli studi triennali, il neo-laureato sarà capace di svolgere funzioni di mediazione interlinguistica e interculturale ampliata da conoscenze economico-politiche e sociali, intrattenendo rapporti esteri interpersonali e d’impresa, implementando capacità di ricerca e redazione, grazie anche alla collaborazione con enti nazionali e internazionali.
Qualora si voglia, si può proseguire il percorso coi corsi magistrali:
- Lingue Moderne per la Comunicazione internazionale – LM38
- Traduzione Specialistica ed Interpretariato – LM94
La facoltà di Mediazione Linguistica e Interculturale è disponibile nelle università di Roma, Siena, Macerata, Verona, Bari, Bologna, Milano, Torino, Napoli, Trento, Palermo, L’Aquila, Cagliari e Genova.
In alternativa al corso universitario, esistono scuole superiori per mediatori linguistici, disciplinate dal D.M. 38/2002 del MIUR, accessibili al termine della scuola secondaria superiore, dalla durata triennale e con titoli di studio equipollenti alla laurea.
Quali sbocchi professionali per il mediatore linguistico?
Conseguita la laurea, il mediatore linguistico-culturale avrà una serie d’opportunità lavorative, legate specialmente a:
- Interpretazione di trattative
- Traduzione documentale
- Redazione testi burocratici/diplomatici
- Accoglienza e accompagnamento
Il mediatore linguistico può mettere in pratica le competenze acquisite nel percorso universitario e potrà lavorare in contesti come:
- Enti pubblici nazionali e internazionali, in manifestazioni ed eventi ufficiali che prevedano l’interazione tra esponenti di nazioni/culture diverse
- Scuole pubbliche e private, fornendo assistenza linguistica e culturale per studenti provenienti da altre nazioni e relative famiglie, facilitandone l’integrazione
- Servizi socio-sanitari, per favorire integrazione e partecipazione sociale degli immigrati attraverso informazione, orientamento e accompagnamento
- PMI, grandi aziende e multinazionali, per intrattenere eventuali rapporti commerciali scalabili e replicabili in mercati esteri
- Associazioni e cooperative for-profit o non-profit, per favorire i rapporti con rappresentanti esteri in attività commerciali, sociali, solidali e interculturali
Collaborando con altre figure all’interno di tali contesti, il mediatore dovrà avere elevata flessibilità organizzativa e cura del dettaglio, specialmente davanti a elementi territoriali non traducibili in altre lingue. In alternativa, può scegliere libera professione con Partita IVA.
Quanto guadagna un mediatore linguistico?
Sul lato economico, occorre tristemente ricordare che l’inquadramento del mediatore linguistico-culturale è spesso legato a una condizione di precariato, con un compenso medio dai 10,00 ai 30,00 euro/ora, traducibili in 16.900 euro/anno lordi, equivalenti a circa 1.000 euro/mese netti. Tali numeri possono variare in funzione dell’esperienza:
- 12.800 euro/anno lordi nel periodo di stage, -24,26% sulla media
- 14.500 euro/anno lordi nei primi 3 anni d’esperienza, -14,20% sulla media
- 27.400 euro/anno lordi per esperienze pregresse, +62,13% sulla media
Stipendio nettamente inferiore a quello di un collega negli U.S.A., che può percepire dai 48.800 ai 136.000 dollari/anno lordi (dai 44.800 ai 124.846 euro), o nel Regno Unito, dove può percepire dalle 17.000 alle 35.000 sterline/anno lorde (dai 20.471 ai 42.146 euro).
Conclusioni
Secondo Almalaurea, i corsisti in Mediazione Linguistica e Interculturale in Italia impiegano in media 3,9 anni per conseguire la laurea, con età media di 23,8 anni e votazioni medie di 101,9/110, col 36,4% dei laureati che ha svolto esperienze di studio all’estero riconosciute (Erasmus, Erasmus+, Leonardo) e il 61,6% che ha svolto tirocini curriculari durante il percorso universitario. Stando ad ANPAL, invece, il loro tasso occupazionale è del 70,1%.
A conti fatti, nonostante acquisisca importanza cruciale negli anni, in Italia la figura del mediatore linguistico è ancora particolarmente sottovalutata specialmente sul lato economico, considerando stipendi fortemente inferiori rispetto a quelli all’estero: un compenso medio netto di 1.000 euro/mese è assolutamente scoraggiante davanti alla mole di lavoro e l’impegno che il mediatore dovrà sostenere.
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